7. I hate when you lie

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menzogna
/men·zó·gna/
sostantivo femminile
Alterazione o falsificazione verbale della verità, perseguita con piena consapevolezza e determinazione: una spudorata m.; pia (o pietosa) m, detta a fin di bene.

Tw: Autolesionismo

ALEK

Non lo capisco, probabilmente non riuscirò mai a capire mio fratello perché io e lui ragioniamo in modo troppo differente.

Lui è riflessivo e io impulsivo.
Lui è il bianco e io il nero.
Lui è freddo e professionale, io caloroso e improvvisato.

Lui il ghiaccio, io il fuoco.

Sin da bambino tutti pensavano che fossi stato adottato, non assomigliavo a mio padre ma dicevano questo perché non hanno mai conosciuto mia madre.

Io sono uguale a lei ma Javor è uguale a lui.

Fermo i miei passi slacciando qualche bottone della camicia per il caldo che sento addosso.

Il mio cervello rimugina sulla conversazione avuta con mio fratello poco fa, non ha prove che il nuovo medico sia qua per lui anche perché è impossibile.

La sua famiglia ha smesso di cercarlo tre anni fa da quando è entrato qua dentro, non avrebbe senso ripartire proprio adesso.

«Il tuo cervello lavora più della tua macchina fotografica, sei sicuro che ti convenga continuare questo lavoro?»

Si ammutolisce tutto intorno a me, quelle domande non ci sono più perché mi basta girarmi per imbattermi in due occhi blu, i più belli che abbia mai visto.

«Forse stavo pensando a chi potrebbe essere il soggetto migliore da fotografare oggi»

Seguo le sue braccia incrociarsi al suo petto con finta sicurezza e noia, mi fa sorridere.

«Spero vivamente di non essere io stavolta.»
«Potrei stupirti, occhi blu.»

I suoi occhi si accendono di curiosità e fanno sì che mi avvicini a lui vedendo come tenta di non retrocedere di fronte a me.

Lo supero di qualche centimetro buono ma cerca di non farsi spaventare da questo.

«A che pensavi?», mossa furba quella di cambiare discorso, «La mammina non ti ha insegnato che non ci si immischia nei pensieri altrui?», ora sbuffa lui un sorriso e mi tocca mordermi il labbro inferiore per non mordere le sue di labbra.

«No, a che stavi pensando?»
«Cose da grandi»
«Ma che-»
«Quando sarai più grande te lo spiegherò.»

La rabbia sul suo volto mi fa ridacchiare a tal punto da far bucare le mie guance con le fossette.

Non resisto a sfiorargli quel broncio col pollice, mi perdo a seguire il mio movimento con lo sguardo da non notare il suo irrigidirsi e il respiro affannato.

Il mio controllo va a puttane quando son vicino a lui e io lo perdo spesso il controllo, è vero, ma con lui è così diverso. Non è semplice desiderio sessuale, lo vidi nei suoi occhi un anno fa, vidi la mia rovina in quegli occhi blu.

«Io però voglio saperlo»

La sua sicurezza torna momentaneamente e sposta la mia mano dalle sue labbra facendomi passare la punta della lingua sulle mie.

Cut MeWhere stories live. Discover now