003 " you and I will be safe and sound"

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Destiny
Il giorno successivo mi delude abbastanza.
Pensavo che ci avrebbero messo alla prova fin da subito, e invece quella si rivela solamente una giornata noiosa, come non ne avevo mai viste in vita mia.
Vorrei semplicemente godermi il pensiero di qualche ora in pura tranquillità, ma i miei pensieri sono la peggiore compagnia che potessi richiedere.
Ho un cattivo presentimento, ed esso preme insistentemente nel mio cranio, come se attendesse soltanto di diventare realtà.
Mi domando cosa stia succedendo in questo momento al distretto 10, dove mia madre e i miei fratelli saranno in pensiero per me.
In realtà non c'è molto di cui preoccuparsi.
Sono a Capitol, sto mangiando molto meglio di quanto farei abitualmente e in più mi sono dimostrata valida e versatile all'addestramento, procurandomi anche degli alleati degni di nota.
Eppure c'è qualcosa che mi mozza il fiato, che fa aumentare il mio tremolio e che mi induce a pensare che non sia al sicuro.
Se tutto dovesse andare male,in ogni caso, andrei incontro alla morte.
E non è certo di essa che io ho paura.
Finché le torture toccano a me, non mi importa.
L'importante è che non torcano nemmeno un capello a un membro della mia famiglia.
In questi ultimi giorni ho comunque scongiurato un qualsiasi tipo di attacco nei loro confronti.
Tutti sembravano eccessivamente sorpresi e impauriti dalle mie prestazioni.
Non pensavo che fossi in grado di provocare questo genere di timore.
Non perché voglia negare la mia bravura, ovviamente.
Chi nega le proprie abilitá lo fa per attenzioni, e non è certo quello che io desidero.
Meno ne ricevo e meglio è.
Ma per quale motivo non mi sono resa conto dei livelli che ho raggiunto nel corso degli anni.
Ero a conoscenza di come sapessi destreggiarmi dignitosamente nel lancio dei coltelli, ma non ricordavo di essere così portata per il tiro con l'arco, o per le arti marziali.
Il centro di addestramento era stato una buona occasione per comprendere certe mie abilità, e anche certe mie fragilità.
Di fatti, avevo anche compreso che se, per qualche assurdo motivo, mi fossi ritrovata a dovermi mimetizzare, probabilmente sarei morta all'istante.
In generale, ero ben consapevole che le attività manuali non erano il mio forte, specialmente se richiedevano una qualche dote artistica o una generosa dose di creatività.
Mi risulta estremamente più semplice svolgere lo stesso identico movimento più volte.
Dopo un po', diventa un processo meccanico, quasi come se una volta impresso nella mia mente e memorizzato dai miei arti, non dovessi più compiere il minimo sforzo.
Nonostante questo, sembra che abbia un'alta probabilità di sopravvivere a questo temutissimi giochi.
Pare che tutto proceda per il meglio, al contrario di quanto mi aspettassi.
Ma non mi basta questo per rilassarmi.
C'è sempre un'insistente e alquanto fartiodos voce nella mia coscienza, che si nutre delle mie paure come se fossero il pasto migliore che possa ricevere.
E mi attacca, forte solamente per merito delle mie insulse debolezze, depredandomi di ogni mio punto di forza, abbandonami sola come se il mio valore fosse pari a quello del più inferiore degli esseri viventi.

Mi trovo ancora nella mia stanza qui, a Capitol city, con un'emicrania così lancinante da indurmi a massaggiarmi le tempie.
Vorrei solo che questo inferno terminasse una volta per tutte.
A un tratto sento qualcuno bussare alla porta.
Balzo all'indietro, colta alla sprovvista.
Estraggo da sotto il cuscino il mio pugnale dall'elsa argentata, e mi avvicino cautamente alla porta in mogano.
Cammino in punta di piedi per non fare sentire a chiunque sia dietro alla porta che mi trovo nelle vicinanze.
Afferro saldamente la maniglia dorata con l'unica mano libera e attendo fino a quando non ho il completo silenzio.
A quel punto, dal nulla, spalanco la porta e punto la lama verso l'altra persona.
" Ehi, ehi, ferma, sono io"
La persona che meno mi aspettavo di vedere, mi si presenta davanti, mostrandomi di essere disarmata.
Miles si avvicina cautamente di qualche centimetro.
Abbasso il pugnale e lo rimetto sotto al cuscino.
" Beh, penso di aver appena scoperto qual è il tuo nascondiglio per i coltelli" sussurra lui, ridacchiando.
" Non dirlo ad Ivy, oppure con quel coltello ci faccio altro"
Lui alza le mani, in segno di innocenza.
" Stai tranquilla, so mantenere i segreti"
" Lo spero per te. Oppure morirai insieme a me"
" Perché dovresti morire?" Mi chiede, aggrottando le sopracciglia.
" Stai scherzando? Ivy mi ucciderebbe se sapesse che tengo un'arma tra le sue preziose lenzuola in lino. Non provare a dirglielo"
" Hai la mia parola"
" Bene"
Mi siedo su un'estremità del materasso, e invito Miles a fare lo stesso.
" Andiamo, ormai sei qui, non ti farò stare in piedi tutto il tempo" lo esorto.
" Passi dal volermi uccidere al costringermi a sedermi per non farmi stare in piedi troppo tempo. Facciamo dei progressi"
" Scusami, sono solo nervosa e ho paura di fare un passo falso"
" Non lo farai. In ogni caso penso che anche se commettessi uno sbaglio imperdonabile, non ti farebbero mai nulla"
" Perché dici questo?" Gli chiedo, confusa.
" Non hai visto nessuno dei servizi che vengono trasmessi nei distretti, non è così?" Mi domanda, con riluttanza.
" Scusami, ma non ci tengo a vederli"
" Dovresti farlo, invece. Le persone stravedono per te. In tanti pensano che sarai tu a vincere" esclama.
" Io non voglio vincere" ribatto.
" Beh, così non sembrava"
" Che vuoi dire?"
" Ti ostini a dire che sei qui per morire, ma non è quello che stai dando a vedere. All'addestramento sei stata fenomenale, e ora tutti ti vogliono come alleata. Sarebbe irrealistico pensare che tu non voglia vincere. È anche vero che quell'inchino sembrava l'azione di una persona che non ha nulla da perdere, o che, evidentemente, non conosce per niente le regole non scritte di Capitol. E sappiamo entrambi che non è la seconda opzione, il tuo caso"
" Io non ho davvero niente da perdere. Se quel gesto gli ha dato tanto fastidio, che vengano qui a torturarmi. Non ho paura di loro" dico, senza alcun cenno di pentimento nella voce.
" Quello che voglio dire, Destiny, è che non devi sottovalutarti"
" È quello che sei venuto a dirmi?"
" Beh, non esattamente. Ho visto che oggi non sei uscita dalla tua stanza, volevo sapere se stassi bene" aggiunge, apprensivo.
" Ti interessa davvero, sapere se sto bene?" Domando, incredula.
" Che tu ci creda o no, in realtà mi interessa"
" Non importa nemmeno alle persone che dovrebbero tenerci davvero a me, perché dovrei credere che importi a te, uno sconosciuto, una persona che non sa niente di me?"
" Perché so benissimo cosa si prova a stare al tuo posto. Non vuoi che nessuno ti aiuti, e lo capisco, ma allo stesso tempo stai stringendo patti con persone di cui mai ti fideresti, solo per proteggere la tua famiglia"
Mi soffermo per qualche secondo a osservare il volto di Miles.
La sua espressione appare comprensiva, le sue labbra rosee sono tese in un sorriso, che risalta sul suo viso dalla pelle olivastra.
I suoi occhi scuri mi scrutano, desiderosi di comprendere il groviglio di pensieri che affollano la mia mente.
Egli sembra una persona buona e del tutto rispettabile. Sembra che stia davvero cercando di aiutarmi, e per una volta che non tutti stiano ostinatamente provando a complottare alle mie spalle.
" Loro sono tutto quello che ho,non posso permettere che gli facciano del male" confesso, con voce rotta.
" Lo so. Fai bene a fare quello che fai, davvero, ma devi prestare attenzione. Nella mia edizione uno dei miei presunti alleati mi stava per uccidere.
Nel momento in cui rimarrete solamente voi, dovrai iniziare a pensare da sola, perché sarà lì che vi troverete a scontrarvi l'uno con l'altro. Non dare troppa confidenza a nessuno. Ogni singolo passo che faranno sarà calcolato, cercheranno di manipolarti per farti diventare buona, ingenua e facile da eliminare. Non permettergli di farlo. Rimani la stessa persona forte che hai dimostrato di essere all'allenamento. Sappiamo entrambi che lo sei, con o senza di loro"
" Grazie Miles, apprezzo il tuo aiuto"
" Tranquilla, tanto so che ora non ti fidi nemmeno di me, ma è normale. Al tuo posto, anche io non mi fiderei. Ma ti assicuro che non lo sto facendo per depistarti. Non ho nemmeno una possibilità di vincere questi giochi, figuriamoci di raggirarti. Sarebbe anche da stolti farlo, considerato quanto sei forte. Magari così, mi farai morire in un modo decoroso, se toccherà a te uccidermi"
" Non ti ucciderò Miles"
" E invece lo farai. Sarebbe il più grande favore che tu possa farmi. Per favore, fai in modo che sia tu ad uccidermi, e a concedermi il privilegio di una morte veloce e indolore"
" È per questo che sei venuto qui in realtà, non è così?"
Lui abbassa lo sguardo, e subito comprendo di aver centrato il bersaglio.
" Non solo per questo. Ma certo, volevo chiedertelo,già da tempo"
" Ti potrò sembrare spietata e senza ritegno, ma anche io ho un cuore e dei saldi principi. Ti prometto però, che non permetterò che nessuno ti torturi. Se dovesse succedere, ti ucciderò personalmente"
" Perfetto, abbiamo un accordo" annuncia, rivolgendomi un lieve cenno del capo.
" Sorprendente, devo dire. La ragazza dei coltelli scende a patti con il nemico, ammetto di essere colpito" dice Haymitch, la cui presenza è del tutto inaspettata.
" Che ci fai qui?" Gli chiedo, estraendo da sotto il cuscino lo stesso pugnale.
" Abbassa quel coltello e vedi di stare calma. Volevo solamente dirti che la famosa riunione ,che tanto attendevi, sarà tra due ore, prima di cena. Presentati al piano del distretto 4"
" D'accordo, grazie"
" Nient'altro? Nessuna domanda, davvero?" Mi chiede, onestamente sorpreso.
Scuoto la testa.
" Sono colpito, pensavo volessi farmi il terzo grado" esclama, sbalordito.
" Purtroppo per te, ho di meglio da fare" ribatto, seccata.
" Oh no tranquilla, non disturbati, se non mi fai mille domande, come sempre, sono soltanto felice. Preferisco fare tante altre cose piuttosto che starti a sentire"
" E sentiamo, quali cose?" Gli chiedo, sarcastica e curiosa di scoprire quali siano le priorità di quest'uomo.
" Ubriacarmi con il whisky più scadente che riesco a trovare in questo palazzo"
" Mi sembra un'aspettativa allettante"
" Lo è. Ora vi lascio soli. Mi raccomando, tra due ore ti voglio al quarto piano, puntuale" mi dice, rivolgendomi un'ultima occhiata prima di sparire oltre l'uscio della stanza.

𝐓𝐈𝐋𝐋 𝐅𝐎𝐑𝐄𝐕𝐄𝐑 𝐅𝐀𝐋𝐋𝐒 𝐀𝐏𝐀𝐑𝐓, Finnick Odair Where stories live. Discover now