Capitolo 8

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«Vieni qui

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«Vieni qui.» le sussurrò con tono basso Aron.

Lei in tutta risposta si mise carponi sul letto raggiungendolo gattonando con un sorrisetto malizioso ad adornarle le labbra.

Feci passare la cintura tra i passanti, sfilandola via mentre inclinando il viso guardavo la scena di Aron che le afferrava le cosce lasciando che si distendesse a pancia in su sul materasso.

Gli occhi di Katharina si ribaltarono verso l'alto e la bocca le si schiusero le labbra emettendo un lungo, silenzioso, gemito mentre il moro affondava con il viso tra le sue gambe, tenendo le mani ben salde contro la sua pelle.

Guardai la camicia sbottonata lungo il mio petto tramite lo specchio nell'angolo, ma ben presto la mia vista si focalizzò nuovamente sull'immagine riflessa subito dietro di me, dove lei aveva appena allungato una mano passando le dita tra i suoi capelli come se potessero mantenerla con i piedi saldi a terra.

In fondo sapeva che ogni volta era così.
«Mi fate toccare sempre il cielo» si ostinava a ripeterci ogni qualvolta si presentava quella stessa occasione in cui eravamo in due a riempirla.

Quei pensieri continuarono a riempirmi la mente mentre lasciavo che la camicia mi scivolasse via lungo la pelle delle braccia, fino ad arrivarmi ai polsi tramite i quali la lasciai cadere al suolo, trattamento che pochi secondi prima aveva ricevuto anche la mia cintura.

«Nik» sussurrò continuando ad ansimare mentre lui scuoteva la testa contro la sua intimità riempiendola di colpi di lingua.
Mi girai verso il letto ancora con i pantaloni eleganti addosso ma un'evidente erezione tra le gambe.

Lei sapeva benissimo cosa fare, e fu nel momento esatto in cui raggiunsi il bordo del letto, arrivando vicino al suo viso, che lei lasciò andare i capelli di Aron per raggiungere con entrambe le mani i bordi dei miei pantaloni. Li afferrò sbottonandoli senza esitazione, mantenendo le labbra piene schiuse, leccandole di tanto in tanto.

Passai lo sguardo sul suo volto, ma non c'erano lentiggini.
Smettila. Piace a tuo fratello, non può piacere a te.

In quel millesimo di secondo in cui la mia mente si era persa nel pensare a Emily, lei aveva tirato via sia i miei pantaloni che i miei boxer, lasciandoli scendere lungo le cosce sulle quali si bloccarono.

Afferrò la mia erezione con una mano tenendo lo sguardo su di me mentre lasciava che il suo palmo la accogliesse iniziando a farci scorrere la mano, per l'intera lunghezza.

Nel momento in cui le sue labbra si avvicinarono alla mia pelle per lasciare un bacio umido e lento lungo la pelle della mia erezione, il mio sguardo slittò verso l'alto, in quello di Aron che a sua volta lo aveva alzato verso di me, ancora intento a riservare quel trattamento a Katharina.

Quel gesto per noi era un chiaro segno di passare ad altro.
Portai una mano sul suo mento, continuando a tenere la mascella serrata nel compiere quei gesti.
Ma a lei non importava, sapeva che non ero di molte parole, e forse in parte le stava bene così.

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⏰ Son güncelleme: Apr 10 ⏰

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