XXI

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Quella sera lo portai in un ristorante tra le colline, per mostrargli la bellezza di quel posto.

"è qui che io e Todoroki abbiamo deciso di fondare un'azienda insieme. In questo preciso tavolo" gli dissi mentre il cameriere ci accompagnava al tavolo.

Lui mi guardava assorto mentre gli raccontavo alcune cose successe in quegli anni, era giusto aggiornarlo.
Lo stesso fece lui, mi raccontò un po' quello che aveva fatto e di com'erano gli Stati Uniti.

"Davvero sei arrivato tardi a lezione perché sei rimasto bloccato in ascensore? ahah"

"Ho perso metà mattinata, non ridere" protestò lui mettendo il broncio, diventando ancora più carino.

"é già tanto che io non abbia riso quando mi hai raccontato di come ti sei rotto un polso" mi giustificai.

Finito il dolce allungai la mano verso la sua, posata sul tavolo e racchiusi la sua manina nella mia.

Alzò lo sguardo su di me e mi sorrise guardandomi con tutta la dolcezza del mondo.

"Cazzo se sei bello" mi lasciai sfuggire quasi sussurrando.

Lui arrossì e abbassò lo sguardo lasciando spazio a un silenzio di contemplazione.



"Noi cosa siamo?" mi chiese mentre guidavo per tornare a casa, quella che sarebbe diventata la nostra casa.
Forse fu proprio questo a distrarmi dal rispondere alla sua domanda, facendomi lasciare un silenzio straziante dopo essa.
Mi immaginai Deku a casa con me, mi ero sempre sentito solo in quella casa troppo grande per una persona sola ma non avevo mai voluto la compagnia di nessun'altro.
Da adolescente mi ero sempre immaginato la mia vita con Deku e non avevo intenzione di diventare l'Alpha di un qualunque Omega, io volevo Lui e Lui avrei avuto.

Nella mia testa si susseguivano già le immagini di Deku alla domenica che si sveglia e va in cucina a preparare la colazione, mentre io sono in palestra; divagai in fretta immaginando come sarebbe bello in tutte le posizioni su qualsiasi mobile o letto della casa, come sarebbe bello scoparlo mentre è tutto arrossato e voglioso durante il calore, come sarebbe bello riempirgli il culo di sborra e metterlo incinta della mia cucciolata.

Ringhiai profondamente e mi destai dai miei pensieri quando percepii i feromoni carichi di angoscia che soffocavano l'aria della macchina.
Subito i miei occhi corsero sulla figura di Deku che, girata verso il finestrino, mi dava le spalle.

Li dovetti spostare in fretta però, se non volevo finire fuori strada, così delicatamente gli appoggiai una mano sulla coscia, come per cercare di calmarlo.

"Che succede Deku?" gli chiesi senza ricevere risposta.

Decisi di accostare in modo da poter dedicare tutta la mia attenzione a lui e messe le quattro frecce gli presi la mano e la strinsi nelle mie.

Ripetei la domanda e stavolta ricevetti una risposta.

"Era meglio se dicevi che non lo sai, invece di tacere". disse liberandosi dalla mia presa.

Passai le mani sul volante, in cerca delle parole giuste.

"Non lo so cosa siamo, ok? Io non so ancora se posso tornare a fidarmi al 100% di te, non solo per il fatto che sei sparito senza dirmi nulla e nessuno mi garantisce che non lo rifarai" spostai il piede dalla frizione al freno, dal freno alla frizione "noi ci siamo persi due anni fa, io non so più un cazzo di te. Potrai anche raccontarmi che sei rimasto bloccato in ascensore, ma ho perso un pezzo della tua vita." mi fermai ad ascoltare il suono ritmico delle quattro frecce dell'Urus, poi ricominciai "Con questo voglio solo dire che magari la persona che sei ora è diversa da quella di cui mi sono innamorato anni fa." 

Solo dopo aver concluso il discorso lo guardai.

"Ricominciamo da capo, come se ci stessimo conoscendo per la prima volta. Ok?" Mi propose lui.

Annuii e tornai in carreggiata.



Quella sera Deku aveva dormito in una delle stanze degli ospiti e al mattino avevamo fatto colazione in silenzio, dopo essere arrivati in cucina quasi contemporaneamente.

Mentre versava del latte in una tazza spezzò quel silenzio così pesante.

"Mi ha scritto mia madre" disse soltanto.

"Che dice?" risposi senza alzare gli occhi dalla padella dove sfrigolava il bacon.

"Verrà qui, col suo compagno"

Quello stronzo aveva il coraggio a ripresentarsi pure qui.

"Quando?" chiesi trattenendo tutta la rabbia verso quell'essere.

"Domani partono"

"Quanto rimangono?" spostai il bacon sul piatto e riappoggiai la padella sul piano cottura.

Lui finì di masticare il biscotto e poi rispose: "Non lo so, qualche giorno"

"Tu come stai?" presi il piatto e mi incamminai verso l'isola dove già sedeva lui. Spostai uno sgabello e mi accomodai davanti a Deku.

Teneva gli occhi bassi e sembrava assente, era chiaro che la faccenda lo turbasse. Gli scivolò il biscotto dalle dita e annegò nel latte.

"Non ti lascerò da solo con quello" dissi infilzando bacon e uova con la forchetta.

Lui non disse nulla.

"Vogliono venire a cena da te, il compagno di mia mamma vuole conoscerti" appoggiò la testa sul palmo della mano.

"Perché io?"

"Gli ho detto che sei il mio Alpha"

Avevo già divorato la mia colazione così mi alzai e feci girare Izuku verso di me.

"Ou guardami" gli dissi.

Dopo svariati secondi alzò lo sguardo, aveva gli occhi gonfi e lucidi, contornati dalle occhiaie: non avrà sicuramente dormito stanotte.
Mi faceva male vederlo così.
Chissà quanto doveva turbarlo quella situazione così delicata, la paura che quell'uomo potesse ripetere ciò che gli aveva fatto subire, magari riuscendo ad andare fino in fondo stavolta, riuscendo a violarlo completamente, a mettere le mani su quel corpo che di suo non aveva niente.

Lo abbracciai e lo strinsi forte a me, sussurrandogli frasi per calmarlo.

"Cosa hai intenzione di fare?" mi chiese guardandomi con gli occhi spenti.

"Non ho assolutamente intenzione di farti vivere nella paura, voglio tenerti al sicuro. Te l'ho dimostrato anche accogliendoti a casa mia, non voglio che tu sia da solo. Mai. Per prima cosa bisognerebbe parlare con tua madre."

"Lei non capisce, non si è mai accorta di nulla e quando gli raccontavo le cose che subivo lei diceva che stavo solo cercando di farla lasciare. Diceva che ero invidioso perché lei aveva un compagno e io no.."

Sciolsi l'abbraccio baciandolo sulla fronte.

"Risolveremo tutto, sta tranquillo. E dopo tutto ciò ci dedicheremo a noi due" parlai, cercando di strappargli un sorriso.

"Mi era piaciuta la corte che mi avevi fatto al liceo" disse sorridendo.

"Ero e sarò sempre un fenomeno" gli spettinai i capelli.

"Ora vai a vestirti che andiamo"

"Perché? Dove andiamo?"

"Non sei mica in ferie! Andiamo a lavoro, idiota"



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I will always come back - Bakudeku OmegaverseWhere stories live. Discover now