1. «Cazzo gli sbirri!»

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«Cazzo, gli sbirri!»

Non era una ragazza di molte parole, né tanto meno gentile ed educata.
Gisele Stevens era così, la più bella ragazza che abbia mai fatto parte di un gruppo di spacciatori, con i suoi capelli castani e i suoi occhi azzurri che erano dello stesso colore dell'oceano.

Era in grado di uccidere una persona con il suo sguardo e sopratutto con le sue parole, quando i suoi "compagni" con le pistole non ci riuscivano.
Seppur faceva parte di un gruppo di spacciatori, gli "Sparks" ci sapevano fare anche con le pistole, e spesso la bella ragazza si è ritrovata in una banca con lo scopo di svaligiarla o in un vicolo cieco con l'intento di uccidere.

Questa volta, però, la fortuna non era stata dalla sua parte, e il caso ha voluto che, nella piccola via dove il clan vendeva la droga, i poliziotti ci avessero "buttato l'occhio", portando alla fine dei loro sporchi giochetti.

Lei e Michael erano lí, pronti a scappare appena gli sbirri si sarebbero avvicinati, ma poi si resero di conto di quanto fossero già molto vicini e così lei decise di rimanere immobile.

«Gisele! Ma che cazzo fai?! Scappa, muoviti!»

«Michael, non ha senso sono troppo vicini! Vai tu, ci andró io sotto questa volta.»

«Ne sei sicura? Hai ancora qualche secondo per scappare!»

«Si,vai!».

E così fu, il suo amico fuggì, lasciandola sola con due poliziotti pronti a sparare se solo avesse fatto un passo falso.

«Mani in alto!»

«Questa è una rapina?» l'umorismo era ciò che la distingueva nel suo gruppo.

«Molto divertente signorina, ma non siamo qui per giocare. Avanti, mi dia i polsi»

«Perchè mai dovrei? Si preoccupa che mi tagli? Guardi che non sono mica una ragazzina depressa!»

«Adesso basta! Non siamo qui per farci prendere per il culo da te! Hai capito!? Adesso ti fai mettere le manette e vieni al commissariato con noi!».

La ragazza si zittì e con un'espressione annoiata si diresse verso i due poliziotti che ormai avevano perso la gentilezza e la calma, la causa?

Le battute poco divertenti -a detta dei poliziotti- di Gisele.

Il tragitto nella macchina della polizia si rilevò divertente per Gisele. Seppur spacciava da quando aveva 17 anni, non era mai stata beccata e di conseguenza non era mai entrata in una macchina del genere. Tutto ciò che faceva era osservare ciò che era presente dentro ad essa e ascoltare le mini-conversazioni che i poliziotti avevano tramite i woki toki.

«Sono l'agente Torres, abbiamo una spacciatrice con noi. La stiamo portando in commissariato. Passo.»

«Ricevuto, passo e chiudo.»

Ciò che più incuriosiva la bella ragazza era l'agente, l'agente Torres, quello che parlava e che aveva una voce tremendamente suadente. Pensò addirittura a come sarebbero andate le cose se lei non fosse stata una spacciatrice e lui uno sbirro.

Magari si sarebbero incontrati in una caffetteria di Los Angeles o magari lei lo avrebbe tamponato con la macchina.

«Chissà» pensò la Stevens.

«Come scusa?» chiese Torres.

«Parla con me agente?»

«Si, perché hai detto "chissá"?» sgranò gli occhi, non pensava di aver parlato davvero.

«Cazzo, l'ho detto ad alta voce?»

«Modera il linguaggio e si.»

«Scusatemi, stavo pensando a cose personali.».

You're my freedom.Where stories live. Discover now