La filosofia è maledetta

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La filosofia è l'insieme di principi, di idee o convinzioni sui quali le persone fondano la propria concezione di essere. Sin dall'alba dei tempi, l'uomo, da essere imperfetto, ha sempre riflettuto sul senso della vita, compiendo scelte di ogni tipo, agendo per il bene suo o per quello degli altri. Dire che il pensare e l'agire, o qualunque azione gli uomini facciano, sia egoistico, è più che corretto, specialmente in una società fondata sul non pensare e sul scappare dai limiti che il mondo ti pone. Persino io, rientro in questa fascia, perché in un modo o nell'altro, l'azione del scrivere riguarda me in prima parte. Come mai dico questo? Semplice, al giorno d'oggi, si smette troppo in fretta di essere bambini, e si comincia a guardare la realtà con gli occhi che creiamo vivendo. Ci poniamo delle barriere in qualsiasi cosa, preoccupandoci sempre delle conseguenze, senza vivere a colori. Più gli anni passano, più assumiamo coscienza di quello che ci accade attorno. Perché? Perché non possiamo essere liberi di non pensare e di non ricordare? Non abbiamo il libero arbitrio? E allora come mai sono proprio le scelte che compiamo nel libero arbitrio stesso, ad essere quelle più dolorose? È questo il motivo principale, accompagnato da molti altri che esporrò nell'avvenire del mio scrivere. Considero noi umani, esseri inferiori senza alcuna distinzione, dove il più debole della società, regna controllando l'altro, cioè il più forte, nato e costretto ad ubbidire. Chi è il più debole di spirito e di mente, è quello più amato dalla plebe, quello a cui danno ascolto, perché è più semplice dare ascolto a chi può facilmente mentire, che farsi una propria idea. Per natura, l'uomo nasce ingenuo, per poi divenire un violento, in base alla crescita che ha, che può essere caratterizzata da ricordi positivi o addirittura da traumi, ognuno diverso da loro, per ambiente, persone e molto altro. Siamo come un gregge di pecore alla ricerca del buon pastore, dove c'è il rischio che proprio la persona che ci guida, non sia sempre quella giusta, e ci porti in uno stato di debolezza assoluta. Ma se l'ingenuità venisse usata a fin di bene? Se l'uomo nascesse solo con la peculiarità di essere infantile, senza capacità di evolvere i propri orizzonti, non si vivrebbe meglio? E quali sarebbero le risposte oppositrici? Sarei felice nel ricevere opinioni sia di opposizione, che di approvazione, per una semplice ragione: sono un bambino curioso, e come tale, voglio scrutare l'animo del mio fratello e udire quello che ha da dirmi. Nascere curiosi, si collega alla nostra mente, al nostro ragionare e fantasticare. Sennò da dove derivano tutti i nomi che diamo a qualunque cosa? La matematica, nasce dal concetto di finito e infinito, è qualcosa che può essere espresso su carta, con parole e dimostrazioni, solo grazie alla nostra capacità di riflettere, ed è questa la nostra più grande condanna. Come abbiamo ucciso Dio, unico e solo Salvatore, siamo costretti a vivere in un eterno conflitto, dove a conquistare, persino in un possibile futuro dove si combatterà con le semplici pietre, sarà sempre colui che spiritualmente è il più maligno. Come si può allora, vivere? Qual è il senso della vita? Per cosa esistiamo? I nostri scopi, così diversi, così simili, a cosa ci portano alla fine del nostro viaggio? Tutte queste domande.. Hanno davvero bisogno di una risposta? Perché vivere in maniera bambinesca è sbagliata, se comunque si soffre in maniera cosciente? Più si andrà avanti, più gli uomini ripeteranno gli stessi errori, sia perché la loro vita è generata da scelte, ma allo stesso tempo è già decisa. Il nostro vivere, è un cerchio con un inizio e una fine, tutto accade per caso, ma allo stesso tempo, niente accade per caso. Il destino del nostro essere, è già scritto e deciso, ma allo stesso tempo, può subire riscritture, che possono a volte essere addirittura significative, o non può proprio accadere ciò. Ribadire su questi concetti è possibile, ma non è neanche sbagliato arrivare a questo tipo di conclusione. Gli animali, nella loro infantilitá di pensiero e grazie alle loro capacità di ricordare cosa fare e il come, e soprattutto, decidendo di muoversi in gruppo, vivono decisamente in maniera più selvaggia di noi, certo, ma almeno, hanno l'intelligenza di rimanere tali, senza evolversi in qualcosa che sta perdendo proprio il concetto stesso di vita. Ma allora perché ostinarci a vivere nella miseria quando basta rimanere quelli che si è sin dalla nascita, per poter essere finalmente liberi? Saprò solo pormi domande per alcuni lettori, ma in realtà, sono semplicemente arrivato ad un punto, dove trovare una risposta, è da fanatici. Sono stato da sempre una persona che odia le menzogne, e preferisce le verità, pure se fanno male, ma nell'ultimo periodo, mi sento come se fosse meglio vivere così, senza avere una risposta a tutto. Se qualcosa accade, accade perché deve accadere, non importa il cosa succederà dopo, importa solo quello che avviene in modo attuale, perché solo così, ognuno di noi, potrà costruirsi un futuro sia per lui, che per l'umanità. Voglio vivere secondo le mie scelte, non quelle che gli altri mi danno. Se ho scelto questo percorso di miglioramento, nessuno impone al mio stile di vita di cambiare, perché sono il "Re della mia esistenza", e come tale, sono padrone di me stesso. Il cuore delle mie vittime, brucia la mia anima, nel campo di battaglia il mio cuore batte ardemente. Qualcuno si arrenderá, io mi arrenderò, rompendo la mia spada e vivendo per conto mio. Le urla dei peccatori divenuti prede, rieccheggiano nella notte, paralizzando l'uomo comune. Cosa si guadagna nel continuare a vivere in questo paradosso, in cui si brucia tra le fiamme dell'Inferno? Il sole prega la luna, in un compendio di fede e passione, qualcuno cadrà e getterá la sua arma, pronto per ricominciare. La riva del nostro fiume è una tappa, una vittoria che porterà verso terre inesplorate, verso l'ignoto e oltre l'occhio umano. È normale decidere di rimanere nel nostro buco interiore, ma dobbiamo sbrigarci a raggiungere la nostra prima zona. Noi non siamo schiavi, nessuno è superiore o inferiore, dobbiamo attraversare la vita stessa per comprendere, che se sì è nati in questo dannato mondo, siamo nati liberi. Chi presume il contrario, è schiavo di se stesso, e va aiutato per farlo uscire dalla sua foschia mentale. Io non sono nessuno, tu non sei nessuno, noi non siamo nessuno, siamo solo esseri viventi, dei veri e propri mostri, che provano a giocare nei panni di Dio. Proprio per questo dobbiamo raggiungere il nostro "Nirvana", ognuno con le proprie scelte, creando così, il nostro vero io, il nostro "Re interiore". Col passare dei morti, questo concetto sta scomparendo, per via di una società malata, basata sulla sull'elogiare falsi eroi e calpestando le teste dei sconfitti, massacrando ciò che è rimasto di quello che noi chiamiamo "bontà" dell'umanità. Siamo purtroppo costretti a crearci un'identità, perché il mondo attuale, è situato in una fase capitalista, che impedisce a tutto il genere umano, di rimanere quello che sono. Coloro che rimangono tali, fino alla fine dei loro giorni, sono e saranno per sempre i più coraggiosi, di una storia, che oramai, sta andando avanti da troppi secoli. Lode a noi Re.

Il solstizio della ragioneWhere stories live. Discover now