𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟏 || 𝐙.

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"Zara, sto per venire

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"Zara, sto per venire.." Sento la voce matura e roca di un uomo provenire dallo schermo del mio computer.

"Vieni per me, tesoro." Lo assecondo continuando a palpare il mio seno coperto da un reggiseno nero di pizzo.

Ammetto di trovare piuttosto squallido tutto ciò, mi viene da ridere al pensiero di quante persone ogni giorno si masturbano osservando i miei video su StripPorn. E di quante invece sono addirittura disposte a pagare il doppio pur di fare una videochiamata con me. Nella maggior parte dei casi, si tratta di uomini di mezza età eccitati e ricchi, molto ricchi.

Non provo vergogna, è inutile negare che questo sia tra i lavori più comodi e facili che ci siano. Creo un'atmosfera invitante nella mia camera attraverso luci soffuse e candele, mi posiziono sul letto e accendo la webcam del computer. Inizio a toccarmi, a volte sopra il tessuto del mio intimo provocante, a volte completamente nuda.

L'importante è ascoltare le richieste dei clienti che, parlando francamente, mi fanno un po' pena. Devo fare in modo che loro pensino di essere in una posizione dominante, ma in realtà è l'esatto contrario. Sono io ad avere il controllo. Sono io che decido. Ma loro questo non lo devono sapere, fino a che mi pagano io sono disposta a fare ciò che mi implorano di fare.

E io di soldi ne ho indubbiamente bisogno. Nonostante la borsa di studio, l'Accademia di Arte che frequento è davvero costosa, per non parlare del monolocale in cui vivo. Non mi importa se per riuscire a continuare gli studi sono diventata una sorta di pornostar, ciò che voglio essere è l'artista.

Dipingere, disegnare, scarabocchiare. È ciò che faccio di continuo, è ciò che amo e ciò che sono. E il mio soggetto preferito è il corpo umano. Sono convinta del fatto che ogni persona abbia una propria bellezza, che sia ben visibile nel volto, o nascosta in qualche particolare del corpo, o presente nei dettagli delle mani, dei fianchi, della schiena.

Disegnare i nudi mi provoca piacere, mi appassiona, mi scalda.

"Zara, ho bisogno di guardarti in faccia. T-togliti la maschera, ti prego." Geme l'uomo.

Nonostante affermi che mi trovo a mio agio nel fare il mio lavoro, è importante per me tutelare la mia privacy. Non direi mai il mio vero nome, Zoe, ai clienti. Così come non gli mostrerei mai il mio volto nudo. È per questo che ogni volta lo copro. Che sia un passamontagna, una maschera carnevalesca, una sciarpa, basta che il mio viso rimanga nascosto.

"No, tesoro. Su, vieni per me." Affermo io fingendomi eccitata. La supplica di togliermi la maschera è l'unica che rifiuto sempre, ed è anche la più richiesta. Loro si sentono speciali, sanno che è la mia unica regola eppure durante i momenti di frenesia pensano di riuscire a farmela infrangere. Lo trovo patetico.

Inizio ad essere piuttosto annoiata, non vedo l'ora che finisca per farmi un bel drink.

E così faccio. Non appena l'uomo arriva all'apice del piacere, gemendo il mio nome e ringraziandomi, scollego la videochiamata e spengo il computer. Sorrido al pensiero di aver appena guadagnato una cifra tale da poter pagare l'affitto di due settimane. Mi metto una felpa e scendo di corsa al locale sotto casa, l'Ultra.

È qui che vado dopo delle sessioni su StripPorn particolarmente intense, quando il mio unico desiderio è quello di liberare la mente e rilassarmi con un bicchiere fresco tra le mani.

A servirmi il mio Gin Tonic è Liv, la barman del locale. Ormai sono considerata una cliente abituale in questo posto, la sua espansività l'ha portata a presentarci, e occasionalmente facciamo due chiacchiere. In realtà, non sono neanche sicura se Liv sia il suo nome vero, un soprannome o un abbreviazione.

Effettivamente, non so niente di lei. So solo che è una ragazza estremamente aperta e solare, che vedo spesso conversare con i frequentatori del locale affascinando tutti con il suo sorriso ammaliante e facendo occhiolini a destra e manca.

Come me, anche lei deve accontentare i propri clienti, anche lei deve mostrarsi disponibile e sorridente con tutti, anche lei deve fare finta di stare bene in compagnia altrui.

Ma sta davvero facendo finta? In realtà, mi sembra troppo a suo agio in questo ambiente.

La osservo mentre ride con il suo collega dietro il bancone. Approfittando del locale quasi completamente vuoto, si divertono a inventare nuovi cocktail, che poi bevono esclamando "Non è male", oppure "Fa veramente schifo."

Mi chiedo cosa si provi a fare un lavoro che ti soddisfa genuinamente.

Sono completamente assorta nei miei pensieri. Forse sono qui da troppo tempo per aver preso un solo drink, perché improvvisamente vedo Liv camminare verso di me.

Immaginando che voglia chiedermi di lasciare il locale o ricordarmi l'orario di chiusura, la anticipo: "Scusate, adesso me ne vado."

"Ma come te ne vai? Sono venuta a portarti un drink." Afferma porgendomi un bicchiere Old Fashioned contenente un liquido rossastro.

"L'ho fatto io, sono convinta che sia tra i miei più buoni, ma Jonah sostiene che faccia schifo." Sorride indicando il suo collega dietro il bancone, mentre prende posizione nella sedia di fronte alla mia.

"Ovviamente offro io." Continua lei, notando il mio silenzio prolungato.

Dopo una giornata estenuante, la sua gentilezza inaspettata mi scalda il cuore.

Sorrido, afferro il bicchiere e, senza staccare i miei occhi dai suoi, bevo un sorso.

"Temo di dover dare ragione a Jonah." Scherzo fingendo una smorfia.

Lei mi guarda offesa e si gira verso il collega, che ride, e poi nuovamente verso di me, sempre con la stessa espressione umiliata.

"Sto scherzando, in realtà è davvero buono. Complimenti." Le dico la verità con un sorriso cortese.

"Sei appena diventata la mia persona preferita." Mi fa l'occhiolino mentre si alza dalla sedia, per poi dirigersi verso il bancone, dove Jonah le da un pugno amichevole sulla spalla.

Cercando di nascondere il sorriso involontario sulle mie labbra, continuo a osservarla da lontano.

Osservo le sue braccia muscolose e tatuate mentre puliscono il bancone, osservo le sue mani coperte di anelli che si muovono abili mentre versano alcolici, osservo la sua bocca rosea e carnosa mentre parla con Jonah.

Alzandomi dalla sedia, mi giro per guardarla l'ultima volta prima di uscire dal locale e andare a casa mia al piano di sopra.

𝐌𝐀𝐒𝐐𝐔𝐄𝐑𝐀𝐃𝐄Where stories live. Discover now