Ogni giorno penso a quanto sono grato di praticare lo sport che amo. L'adrenalina, lo sfogo, l'emozione di respirare i cori della tifoseria. È tutto intorno a me, lo sento fin dentro le ossa. Perché nonostante sia uno di poche parole, quando si tratta di giocare e vincere, la squadra diventa una macchina perfettamente oleata, composta da ingranaggi che si incastrano in maniera impeccabile. Non importa che sia silenzioso, non importa che Alex faccia il simpaticone insieme ai gemelli o che Loris li riprenda. Seguiamo gli schemi che abbiamo studiato e funzioniamo. Anche in caso di imprevisti. Giochiamo pulito, non come i nostri avversari.
Il fischio dell'arbitro ci fa arrestare, il coach, infuriato, segna una sostituzione e Jonah Jameson entra al posto di Paul, che si è appena infortunato a causa di uno stronzo che gli è volato addosso. Sembra arrancare fino a bordo campo e questo non fa altro che fomentare la mia rabbia. È iniziato tutto a quasi la fine del primo tempo. Sembravano giocare in modo corretto, seguivano le regole, poi hanno iniziato a stuzzicare e va bene pure quello, sappiamo che fa parte del gioco e accettiamo la cosa. Dopotutto, è capitato anche a noi di provocare. Peccato che al fischio d'inizio del secondo tempo abbiamo portato la cosa a un livello superiore. Ci vengono addosso senza pensarci due volti, compiono falli su falli solo per cercare di ottenere prima la palla e cazzo, ho perso il conto di quante mischie abbiamo attuato. Forse sono tardi perché non hanno capito che più falli attueranno, più questo porterà l'ovale in nostro possesso, dandoci maggiori probabilità di vincita.
Il punteggio segna 16 a 20 per noi, in vantaggio di poco.
Corro verso centro campo e adocchio Sun, diretto oltre la linea dei ventidue metri. Si guarda intorno e quando mi individua mi passa l'ovale. Lo afferro con forza a sfreccio sul prato perfettamente falciato. Due energumeni caricano nella mia direzione, gli corro in contro ma all'ultimo secondo riesco a virare e li supero mentre li vedo perdere l'equilibrio e cadere a terra. Passo l'ovale a Ben, già in posizione, ma viene presto intercettato dal numero 6 che prende possesso dell'ovale.
Sam sfreccia in direzione dello stronzo ma viene placcato, un altro Eel, il numero 4, accorre in soccorso del compagno e colpisce Sam dritto all'addome. Il mio compagno finisce sul prato con un'imprecazione e l'arbitro fischia l'ennesimo calcio di punizione.
Cazzo.
Li distruggo.
Sam viene sostituito da Greyson Thunder che prende posizione con una scintilla letale negli occhi. Gli rivolgo uno sguardo e basta quello per fallo annuire. Adesso li fottiamo.
«Calci tu, J» mi informa Sun.
Gli faccio cenno e corro dritto sulla linea laterale dopo aver recuperato l'ovale dal terreno. I due bastardi mi guardano con strafottenza, convinti che otterranno subito l'ovale e soddisfatti di aver messo in panchina un altro ottimo giocatore. Illusi. Mantenere la calma diventa sempre più difficile, sento di essere arrivato al limite, tuttavia non posso permettermi di fallire e darla vinta a quei cazzoni.
Prendo un profondo respiro e corro, poi calcio l'ovale con tutta la forza che ho e l'osservo sfrecciare in direzione dei pali. Avanti, avanti... l'ovale oltrepassa il centro dei palli segnando ulteriori tre punti al nostro punteggio.
«Dai, cazzo!» esclama Alex piombandomi addosso.
Sbuffo una risata e gli batto il cinque, faccio lo stesso con il resto dei miei compagni e torno in posizione.
«Sei morto, Bronco» ringhia il numero 4 mentre lo supero.
«Gioca pulito piuttosto che sparare cazzate, idiota» sibilo, desideroso di metterlo al tappeto.
Il numero 4, un certo Pettyfer, aggrotta la fronte e mi si avvicina. «Come mi hai chiamato?»
Mi fermo, voltandomi nella sua direzione. «Idiota. Hai qualche problema?»
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𝐓𝐇𝐄 𝐓𝐑𝐘 𝐙𝐎𝐍𝐄
ChickLitCalista Spencer si trasferisce momentariamente a Brisbane quando capisce che forse le serve una distrazione dalla vita che conduce a Chicago. Dunque, quale occasione migliore di questa per andare a trovare il suo papà in Australia? Jordan Baxter, v...