3. 𝐎𝐠𝐠𝐢 𝐞' 𝐥𝐚 𝐭𝐮𝐚 𝐬𝐞𝐫𝐚𝐭𝐚, 𝐀𝐧𝐚𝐬𝐭𝐚𝐬𝐢𝐚. (1/2)

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Ovviamente non mi aspettavo che Daniele e Alessio mi avrebbero seguito

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Ovviamente non mi aspettavo che Daniele e Alessio mi avrebbero seguito.

Ho sperato in tutti i modi che la loro curiosità non prevalesse su di me, ma a quanto pare Daniele ha capito che stavo mentendo.

Quando dopo aver chiesto ad Alessio di seguirmi si fiondano alla macchina per raggiungermi, le luci dei pali illuminano l'asfalto e dalle vetrine dei negozi provengono i colori giallognoli di quello che è la sera.

Ovviamente da una parte mi aspettavo che Daniele reagisse in questo modo, ma speravo che sarebbe potuto cambiare in cinque anni che non ci vedevamo.

D'altronde è sempre stato così.

Soprattutto durante la mia adolescenza, le mie prime cotte e tra queste: Massimiliano, uno degli amici di Elia.

Era bellissimo, almeno secondo i miei gusti del passato.

Era un ragazzo trasferitosi a Boella per l'estate, i suoi genitori erano originari di Olbia ed era normale venire a trovare la nonna.

Massimiliano si era trovato anche un piccolo lavoro quell'estate, lo accompagnavo spesso e stavo lì con lui senza disturbare. Faceva il bagnino e a volte il barista sulla spiaggia che purtroppo, frequentava anche Daniele insieme ai suoi amici.

Era più grande di me, io avevo sedici anni e lui diciannove.

Ci frequentavamo tutti i giorni.

Lo avevo conosciuto appunto grazie ad Elia, che però mi aveva avvertito in qualche modo di starne alla larga, e, naturalmente io non gli avevo dato ascolto.

Aveva la macchina ed eravamo diventati amici, mi portava a prendere un gelato, andavamo al mare e una volta ci eravamo addirittura baciati.

Ero veramente un'illusa se pensavo di piacergli e in più, Daniele non tardava mai a scoprire qualsiasi cosa mi riguardasse a tempo debito, o lo cercava da solo capendo dal suo intuito che qualcosa non andava o, glielo andavano a dire.

Secondo Daniele era fin troppo grande per una ragazzina di sedici anni.

«Tre anni? Davvero, Dani?», chiedevo e lui mi cercava di sviare in ogni maniera, come cercava di non fare avvicinare mai Massimiliano neanche a casa mia anche se poi finì in un altro modo.

Volevo vedere a tutti i costi il ragazzo di cui mi ero presa la cotta, e, senza farmi scoprire ero più volte riuscita a sgattaiolare fuori da casa e soprattutto ad arrivare al campo dove sapevo che il mio spasimante giocava a basket con il mio migliore amico.

Non avrei più voluto perdere tempo, lo dovevo ad ogni costo raggiungere.

Mi ricordo ancora la scena: mi vide subito, io ero fortemente presa da talmente tante emozioni che volevo solo baciarlo e liberarmene, ma lui mi bloccò.

Elia Frideu aveva uno sguardo di rimprovero dipinto sul volto, come se mi avesse avvertito senza nemmeno parlare, immobile dietro alle spalle del ragazzo.

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