Capitolo UNO - Scriptorium

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Il mondo cambiava lentamente mentre l'oscurità volteggiava intorno ai miei occhi. Si insinuava tra le ciocche della mia treccia e si avvolgeva contro le mie guance - ballando, accarezzando, soffocando. Il caldo bagliore dell'occasionale torcia attaccata al muro ballava sicura contro il mio naso e lungo le mie dita che si aggrappavano saldamente al familiare calore del legno della mia bacchetta. Lo spazio attorno a me era completamente privo di vita ad esclusione delle figure di Sebastian e Infaustus, le cui ombre si aggrappavano al mio fianco mentre scendevamo le scale per raggiungere quello che speravamo fosse lo Scriptorium.

I nostri scarponi premevano gentilmente contro i freddi gradini di pietra, sbattei contro un frammento di roccia. Rotolò giù per un po' fino a fermarsi improvvisamente con un ultimo balzo.

"Che passaggio infausto."

Soffocai una risata e realizzai quanto fossi contenta che il sarcasmo di Sebastian fosse lì con noi in quel momento - a scacciare l'ansia e l'impazienza che ci immobilizzavano.

"Mi astengo dal fare commenti." Chiaramente Infaustus non si sentiva allo stesso modo.

"Dai, era una battuta divertente!"

Il mio piede toccò l'ultimo gradino e strizzai gli occhi, sforzandomi di vedere cosa c'era all'interno della stanza oscura. Infaustus camminò accanto a me e alzò la sua bacchetta col tenue bagliore rosso che lo guidava nella stanza.

Sebastian camminò velocemente avanti a noi, avvicinandosi al muro per ispezionarlo.

"Sembra una porta chiusa a chiave. Guardiamoci intorno, ci deve essere qualcosa."

Un po' più a sinistra, un pezzo di carta sbiadito e stropicciato attirò la mia attenzione verso uno scaffale costruito dentro al muro. Trascinai le mia dita lungo i suoi bordi, calcolando se prenderlo e rischiare di azionare qualche sorta di trappola. Si trattava di una creazione di Salazar Serpeverde dopotutto. Un istante dopo, lo alzai gentilmente dal suo letto e portai la bacchetta più vicina al viso.

"Lumos." La leggera luce bianca illuminò il foglio accartocciato tra le mie mani.

Scansionando velocemente la lettera, le mie labbra stavano recitando silenziosamente ogni parola.

Devo dimostrare di avere ragione - non dobbiamo usare le Arti Oscure come ordinato dalla mia famiglia... Quando raggiungerò lo Scriptorium avrò le prove per dimostrare che la conoscenza di Salazar Serpeverde era più estesa di quanto crediamo... Ho ottenuto l'accesso all'ingresso del corridoio... è un labirinto... con innumerevoli sfide da affrontare... Noctua Gaunt

Non era affatto una lettera, quanto più una pagina di diario.

"Infaustus." Pronunciò vicino a me. "L'annotazione di un diario. Firmata da Noctua Gaunt."

La sua mano si aprì esitante nella mia direzione e porsi il foglio sul suo palmo. Guardai mentre portava il dito lungo la pagina, accarezzando ogni lettera come se potesse vederle e impararle a memoria.

"Gaunt?" Sebastian si girò verso di noi. Le sue sopracciglia si corrugarono. "Infaustus una tua parente è stata qui?"

"Era mia zia."

La mia mente vagava, e i miei piedi seguivano l'esempio, inciampando contro alcune pietre sgretolate sul pavimento. Le mura si allungavano ancora per un paio di passi e notai la porta che Sebastian aveva menzionato al nostro ingresso.

Tenendo la punta della mia bacchetta più vicina, ispezionai il freddo metallo argentato - una confusione di linee attorcigliate e curve e dossi decoravano la porta. Le seguii con i miei occhi e non mi sorpresi del fatto che tutte portavano alla testa del serpente quanto più del fatto che la porta non aveva maniglia.

Me and the Devil: Sebastian Sallow (IT)Where stories live. Discover now