capitolo 17 -Dabi-

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Pensavo che Sumire scherzasse riguardo all'entrata nel covo dei Wild Blood dall'ingresso principale.
E invece lo fece davvero.
Da lontano, nascosto nel tetto del piccolo grattacielo lì nelle vicinanze, la vidi avvicinarsi alle due sentinelle della gang.
Nonostante fossi lontano, potevo immaginare come quei due la stessero guardando, scrutando in maniera lasciva il suo corpo perfetto e la profonda scollatura a cuore del costume che metteva in mostra il suo seno prosperoso. A quel pensiero  mi sentii bruciare dalla gelosia.
La vidi parlare con loro, mantenendo un atteggiamento distaccato. I due si scambiarono un'occhiata, annuirono e fecero segno di poter passare.
Sumire entrò nell'edificio, lasciando dietro di sé due grosse bolle d'acqua che inglobarono le sentinelle.
I due malcapitati si dimenarono e scalciarono per liberarsi, cercarono pure di sfruttare i loro poteri, ma fu tutto invano. Le bolle si dissolsero solo con la loro morte.
Mi coprii la bocca con una mano mentre un senso di gelo mi pervase. Non era tanto per la loro morte che ero rimasto impressionato, per me uccidere era normale, ma restai sbigottito con la facilità che lo aveva fatto Sumire.
Nonostante la sua indole prepotente e irrispettosa, Sumire era anche una ragazza dolcissima e sempre pronta ad aiutare chi aveva bisogno.
Che diamine le avevano fatto per trasformarla così?
Temevo che ci sarebbe voluto un po', che l'attesa sarebbe stata snervante, e invece fu l'opposto.
Non seppi quanto tempo passò, ma nel giro di pochi minuti l'edificio dei Wild Blood subì l'attacco interno di Sumire. I vetri andarono in frantumi, distrutti dalla forza dell'acqua, mentre questa buttò fuori gli uomini di Vladymiro, il capo dei Wild Blood. Questi non poterono far niente per evitare il loro triste destino, trattenuti dall'acqua e incapaci di muoversi. Si schiantarono brutalmente a terra, morendo sul colpo.
"Quando sarà finita, lo vedrai" aveva detto prima di entrare. Presi quell'attacco distruttivo come il segnale di potermi avvicinare.
Mi buttai giù dal cornicione, sfruttando le fiamme per controllare la discesa, ed entrai nel covo.
Mi guardai intorno, incapace di trattenere la sorpresa. Sumire non esagerava quando diceva che doveva dar libero sfogo al suo potere, capendo quanto sarei stato di peso se fossi stato lì. Era tutto distrutto, e giacevano alcuni corpi senza vita dei criminali. Avanzai lentamente, osservando la devastazione lasciata da Sumire, pensando a quanto potesse essere distruttiva l'acqua.
L'acqua, quell'elemento così essenziale e benevolo che donava la vita, ma così distruttivo da distruggere tutto ciò che aveva intorno. Mi sembrò la descrizione perfetta per Sumire.
Arrivai nell'ampio salone, trovando la mia sirenetta in compagnia di Vladymiro.
Quest'ultimo urlava e strepitava, dimenandosi come un matto mentre la gabbia acquatica di Sumire lo teneva imprigionato, impedendogli di usare il suo quirk. I corti capelli argentati erano fradici mentre i suoi occhi scarlatti sembravano emettere dei lampi di rabbia.
-Maledetta puttana!- urlò con ferocia -abbi il coraggio di liberarmi e affrontarmi come si deve!-
Sumire alzò lo sguardo al cielo mentre avanzai verso di loro -non si parla così a una donna, Vladymiro-
L'uomo si voltò verso di me, sgranando lo sguardo dalla sorpresa -tu che cazzo ci fai qui?!?-
-Non te lo aveva detto il capo?- dissi con finta dolcezza, facendo un cenno col capo a Sumire -lei è con noi-
L'espressione di Vladymiro si aprì in una smorfia grottesca, incapace di trattenere lo stupore. Dopodiché mormorò -hai... hai accettato... la loro offerta?-
-Diciamo che hanno usato argomenti convincenti- rispose Sumi con una scrollata di spalle, lanciandomi un'occhiata al volo. Nonostante la penombra, le sue guance diventarono rosse.
Ma guarda che bella furbetta, altro che il discorso sulla famiglia!
-Dai, è ora di andare- esclamò Sumire mentre con un gesto maneggio' la trappola acquatica, mettendo in piedi Vladymiro -Shiggy vuole vederti-
-Maledetta cagna!- la inveì Vladymiro -spera che non mi liberi, altrimenti...-
-Bla bla bla... sempre i soliti discorsi- sbuffò Sumire, portandolo fuori dall'edificio distrutto.
Una volta fuori, la vidi prendere il cellulare e mandare un messaggio. Per un momento pensai che stava avvisando Kurogiri, ma quando notai il sorriso che le illuminava il viso, sentii come un campanello d'allarme.
-Stai scrivendo a Kurogiri?- le chiesi a bruciapelo.
-Non sono affari tuoi- mormorò secca mentre ripose il telefono.
La presi per un braccio, obbligandola a guardarmi -invece sono affari miei, soprattutto se c'entrano altri ragazzi!-
Lo sguardo di Sumire si fece tagliente -ero affare tuo anche quando ti scopavi la ragazza di Hawks?-
Mi bloccai, non sapevo bene come rispondere. Era ovvio che quella storia le bruciasse ancora, lo sapevo benissimo. Mi limitai a rispondere -io e Subaru ci conosciamo da prima che conoscesse Hawks!-
Mi accorsi che era la risposta più sbagliata da darle. Vidi i suoi grandi occhi d'ametista sgranarsi increduli.
-Da... da quanto la conosci?- chiese in un soffio.
Ero in trappola, e c'ero finito da solo. Potevo mentirle, salvarmi in calcio d'angolo, ma non volevo.
Non volevo mentire all'unica persona alla quale tenevo.
-Da otto anni- le confessai, abbassando lo sguardo -ed è stata la mia prima ragazza-
-Otto anni...- ripeté con voce incolore   -no, non è possibile. Otto anni fa l'avevo vista con un altro ragazzo, ed era...- le si bloccò la voce quando realizzò. La vidi irrigidirsi mentre alzò lo sguardo su di me. Il suo respiro si fece accellerato.
-Eri tu- mormorò con voce tremante dalla rabbia -eri tu il ragazzo con lei all'esame per la licenza...-
-Guai in vista- ridacchiò Vladymiro, per niente intenzionato a perdersi una parola.
-Sumi, ascolta...- feci per dirle, ma lei si allontanò mentre mi scoccò un'occhiata disgustata.
-Ora mi spiego il tuo sguardo...- fece con rabbia crescente -quel giorno, quando vi abbiamo interrotto, avevo il tuo sguardo addosso. L'avevo trovato molto fuori luogo visto che eri con la tua ragazza...- il respiro si fece irregolare -io ero a pochi metri da te, e te ne sei stato in silenzio. Potevi dirmelo, farmelo capire, e invece...- fece una pausa -magari te la sei scopata subito dopo che me ne ero andata-
-No, non è andata così- esclamai subito, omettendole il lavoro di bocca che mi aveva elargito Subaru poco dopo che era andata via -Sumi, ascoltami...-
Sumire fece per urlarmi addosso quando una raffica di piume rosse ci piombo' addosso, piantandosi sulla strada fra me e Sumire.
Vidi lo sguardo di Sumire gelarsi, per alzarsi poi in alto. Feci altrettanto.
Sopra di noi c'era Hawks.
-Finalmente ti ho trovata-

Blu come le tue fiamme e rosse come le sue piumeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora