Capitolo 15 - Storia di Rachele

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Storia di Rachele


«È grave se dico che preferivo fosse mia cugina?»

«Sì.» rispondemmo all'unisono io e Matteo, che un attimo dopo si avvicinò a Patrizio e gli diede delle pacche sulla schiena.

«Complimenti, trivellatore di pozzanghere, hai fatto la morale a me che corro dietro a una ragazza fidanzata e invece tu sei passato al livello successivo. Congratulazioni e figli maschi nati da adulterio.»

Patrizio era ancora in stato di shock, stava cercando di far quadrare i pezzi.

«Vorrei capire... si tratta di un matrimonio da villaggio turistico? Di quelli che ti fanno fare a Zanzibar sulla spiaggia e che nella realtà non hanno alcun valore legale? Devo andare da Rachele e spiegarle che invece è ancora nubile?»

«Il comune non credo sia un villaggio turistico.» dissi.

«Perfetto! Non è sposata in chiesa, che è la questione più importante.»

Matteo lo guardò sempre più sconvolto.

«Ma se tu sei ateo?!?»

«Da oggi non più. Quest'anno ho deciso di cresimarmi.»

L'amico scosse la testa, poi prese una ciotola con dei salatini e se la mise in grembo una volta sedutosi al divano della piccola cucina. Patrizio gli fece compagnia. Io presi posto al tavolo, per arrivare meglio alle pizzette che erano rimaste.

«Puoi raccontarmi tutta la storia?» pigolò Patrizio, deponendo il suo umorismo, capendo che non lo avrebbe aiutato a rendergli accessibile Rachele.

Annuii addentando una pizzetta e prendendo un sorso di birra, c'era bisogno di benzina per intraprendere quel viaggio.

«Allora. Partiamo dai soggetti. Rachele è sposata con Alfredo, che avete visto per certo: è il cuoco del chiosco.»

«Quindi è lui il pezzo di merda che ha messo tutto quel sale nella nostra insalata. L'ha resa immangiabile!» protestò Patrizio già sul piede di guerra.

«Probabilmente ha notato che hai buttato l'occhio su Rachele quando ti sei seduto ai tavoli e ha messo in pratica la sua solita tattica per allontanare i vari spasimanti. Sei solo un numero di quella lista, Patri'... almeno per Alfredo, per Rachele, a quanto pare, no.»

Patrizio si guardò con Matteo, si trovarono d'accordo su qualcosa.

«L'hai squadrata ben bene, Patri'.» ricordò Matteo. «Se il marito era dietro il bancone lo ha notato sicuramente. Sei stato davvero sfacciato.»

«Se sei stato così diretto, confermo che il sale in più nell'insalata non è stato un caso. Lo ha messo di proposito e, ahimè, accade spesso. Chiunque posa gli occhi su Rachele viene indotto sottilmente a girarle alla larga. Ha reso il tuo pranzo immangiabile per convincerti che il chiosco fa schifo e spingerti altrove. Meglio mandare soldi nel portafogli della concorrenza che avere uomini intorno alla propria moglie. Rachele lo conosce bene questo giochetto, il motivo per cui rende disgustosi i piatti, e cova una rabbia dentro che non potete nemmeno immaginare, visto che l'attività è sua. O almeno, lo era...»

Patrizio scosse la testa, mi invitò a fare una pausa.

«Piano piano. Sono già confuso. Torniamo indietro. Allora, questo tizio è suo marito. Come lo è diventato?»

Presi un'altra sorsata di birra, più l'alcol saliva rapidamente più facile era raccontare i fatti senza il magone.

«Rachele è nata e cresciuta a Ventotene. Suo padre era famoso in tutte le isole pontine per due motivi: bello da togliere il fiato e violento da togliertelo lo stesso a suon di mazzate. Si accaniva contro la madre di Rachele, e alcune volte c'è finita di mezzo anche la figlia per difenderla.»

Questo amore passeràWhere stories live. Discover now