XII; 𝐔𝐧𝐩𝐥𝐞𝐚𝐬𝐚𝐧𝐭 𝐦𝐞𝐞𝐭𝐢𝐧𝐠

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Per i Carpazi partirono il giorno stesso, nel pomeriggio, presero la prima carrozza che da casa di Rosie li avrebbero portarti direttamente ai piedi del monte.
Per fortuna che Anthony si era coperto bene; il monte era pieno di neve e solo la cima era illuminata da uno spiraglio di sole.
Alastor, nella carrozza, girava e girava un foglio che gli aveva dato Rosie e il minore si sporse per ammirare il contenuto, vi era un disegno. Un fiore. Dalle sfumature celesti, il peduncolo lungo e di un verde scuro, i petali anch'essi grandi, piatti e tondi, da farlo assomigliare a un tulipano che tanto tulipano non era...siccome il colore era blu, quello del fiore.
No non era un tulipano, i petali erano tondi sì ma il fiore non era chiuso, anzi aperto e si vedeva il centro. Rosie lo aveva disegnato così bene che sembrava reale e poteva perfino annusarne l'odore.

Alzò il viso verso Alastor, lui piegò il foglio:《si chiama il lino celeste. Ed è un fiore di montagna. Si trova solo ed esclusivamente li sopra, siccome cresce a uma altitudine moderata. E ha bisogno di sole e tanta aria. La montagna è l'ideale.》
Quando la carrozza frenó e sentí il cocchiere urlare e tirare le redini al cavallo, il quale si fermó sul posto trainando appena la carrozza che scivolò sui sassolini.
I due, dopo essersi lasciati un'occhiata, presero i loro zaini; Rosie  li aveva forniti di tutto, viveri e acqua. Nel caso avessero avuto bisogno.

Aveva detto loro che avrebbero impiegato poco a trovare il fiore siccome si trovava nelle vicinanze dei piedi del monte, anche se avrebbero dovuto fare una grande sfacchinata.
Anthony già immaginava che sarebbe rientrato nella locanda distrutto al punto tale che avrebbe chiesto ad Alastor di spgliarlo e infilarlo nella vasca.

Comunque i due si addentrarono verso il monte, avevano superato il primo step  pieno di alberi e verde sterpaglie che si aggrovigliavano  intorno ai loro piedi e la neve era ancora bassa, toccava solo il suolo. Quando, invece, passarono la boscaglia e si inoltrarono  in un grosso prato che di verde non aveva nulla ma presentava solo una grande distesa di neve che arrivava poco sopra le caviglie e a dire che Anthony non aveva nemmeno le scarpe adatte, sentiva il freddo gelido insistere dappertutto fino alle punte di tutte le dita del piede.
Le mani erano diventate un paio di blocchi di ghiaccio e a ogni respiro che faceva una nuvola di freddo, grande tanto quanto la sua sua testa, gli usciva dalle labbra.
A peggiorare il tutto fu il tempo, infatti in un batter d'occhio si ribaltò  subito: sembrava notte, nonostante fosse consapevole che quel giorno erano partiti nel primo pomeriggio, e le grosse nuvole occuparono subito tutto il cielo.

《Alastor...》
Sussurrò il biondino, non si sentiva al sicuro mentre si avvicinò all'altro.
Il castano invece stava aprendo e osservando un foglio ingiallito su cui c'erano una serie di scritte e di linee.
Era una mappa e li dove si trovava la "x" avrebbero trovato ciò che stavano cercando.

《Siamo quasi vicini.》
Chiuse la mappa e avanzò  in avanti, sicuro di sé con il petto all'infuori e il bastone che picchiettava sulla neve.

《Io non penso sia sicuro proseguire.》
Sussurrò Anthony; una specie di ringhio grattale  gli arrivò alle orecchie, proveniva proprio dalle sue spalle, nella radura piena d'alberi che si erano lasciati dietro.

《Tranquillo, Anthony. Sarà qualche animale. È normale,  siamo in montagna. 》
L'aveva sentito anche Alastor,  ma nonostante ciò non stava manifestando preoccupazione...anzi, sorrideva, aveva quel suo solito sorriso che faceva irritare ma anche spaventare Anthony.

Insomma non era bello vederlo nella penombra della stanza, seduto sul bordo del letto mentre ti sorrideva. A te che stava sdraiato in procinto di addormentarti.
Era una brutta visione  che fortunatamente -sfortunatamente- gli era capitata solo una volta ossia quando era andato a dormire nel suo monastero il primo giorno.

Quando Alastor si fermó,  anche lui fece così; guardó l'uomo ispezionare uno spazio di terra coperta da neve e si piegò sulle ginocchia, spostando il manto bianco con le dita:《eccolo. 》 scoprì subito un fiore.
Questo era simile a quello del disegno solo che in quel momento era più vivido, più vivo e più reale.

Un ringhio spezzó l'aria.
Così forte da far sussultare il ragazzo, Alastor si alzò e subito si mise davanti a lui. Ciò che vide Anthony fu una figura nera, veloce, slittare tra gli alberi davanti ai loro occhi e poi farsi spazio fino a scoprirsi del tutto.
《Andate via dal mio territorio.》
Sibiló; era un uomo.
Aveva capelli scuri tirati all'indietro, pelle più chiara di quella di Anthony, un pizzetto scuro tanto quanto i suoi capelli, sopracciglio folte e indossava degli abiti troppo leggeri per quelle temperature: dei pantaloni a scacchi, camicia bianca arrotolata sopra i gomiti e delle bretelle che sostenevano i pantaloni. Nessun cappotto o nessuna giacca.
Era praticamente nudo ma la sua particolarità erano i suoi occhi: rossi.
Illuminati come due fari, spiccavano nella notte.

𝐅𝐢𝐧𝐚𝐥 𝐦𝐚𝐬𝐪𝐮𝐞𝐫𝐚𝐝𝐞 (Hazbin hotel )Where stories live. Discover now