Capitolo 2

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Erano passati giorni dallo sgradevole incontro in quel vicolo, ma Artemisia non riusciva a togliersi di dosso la sensazione di impotenza che la stretta di quell'uomo le aveva causato. Si massaggiò il braccio ancora dolente, mentre scrutava fuori dalla finestra.

Chissà chi era il giovane che l'aveva difesa, non ne aveva riconosciuto la voce ed era quasi sicura che non fosse della zona perché conosceva tutti in città. Eppure...

«Posso entrare?»

Artemisia si riscosse dai suoi pensieri. «Certo, papà.»

«È arrivato questo per te.» Le porse un biglietto con uno stemma familiare. «Temo che non siano buone notizie.»

La carta pregiata color lilla era stata spruzzata di un leggero profumo alla lavanda e sigillata con la cera. Aprendo il sigillo, una piccola maschera di pizzo nero cadde in grembo ad Artemisia. Ma quello che la sorprese di più era il contenuto della lettera.

Siete tutti invitati al ballo in maschera che si terrà presso Debston House questo venerdì.

Sarò lieta di ospitarvi e comunicarvi una splendida notizia!

«Un ballo in maschera.» Artemisia si rigirava quel groviglio di pizzo tra le mani «Questa è una cosa bizzarra persino per lei.»

Suo padre però non rise.

«Papà?»

«È tornato suo figlio.»

Artemisia ci mise un po' a capire quello che era appena successo.

Ma, in effetti, il riassunto era presto fatto. La sua vita era appena diventata miserabile.

«Mi dispiace. So che questo ti renderà la vita più difficile.»

Suo padre la guardava con aria affranta. Il ritorno del figlio di Lady Moore significava per lei una cosa sola: addio eredità. Bastava un parente di sesso maschile, da qualche parte nel mondo, e tutto ciò che apparteneva a suo padre non sarebbe mai passato a lei in eredità.

«Sapevamo che sarebbe potuto succedere.»

Artemisia annuì con una stretta alla gola. «Sì, sì lo sapevamo.» Guardò di nuovo l'invito al ballo, che all'improvviso le sembrava una condanna. «Anche se ormai non pensavo che sarebbe più tornato.»

Janet non era una ragazza brillante, ma sicuramente era di buon cuore e voleva bene ad Artemisia, tanto che si era offerta di accompagnarla alla ricerca di un abito per la festa.

Artemisia non era affatto contenta della situazione, il ritorno improvviso di quel figlio disperso la costringeva a fare tutto quello che avrebbe sempre voluto evitare: cercarsi un marito. Ma non si sarebbe arresa così facilmente, prima aveva intenzione di parlare a quell'uomo, di far valere le sue richieste e ottenere ciò che le spettava di diritto.

Ma nel frattempo, doveva fare buon viso a cattivo gioco, e farsi bella per il grande evento.

«Meno male che ci sei tu, Janet. Non saprei davvero dove sbattere la testa altrimenti.»

Le stoffe le scorrevano sotto al naso una dietro l'altra, mentre la sarta le parlava di bordi, pizzi, e rifiniture varie.

«Lo so, lo so. Ma non potevo di certo lasciarti scegliere da sola, chissà con cosa ti saresti presentata al ballo!» Rise, mentre indicava alla sarta la stoffa scelta. «Credo che questo verde foresta sia perfetto, anche se temo dovrai abbandonare la maschera che ti ha mandato Lady Moore e fartene fare una su misura.»

Artemisia la guardò perplessa.

«Sì, l'ha mandata anche a me. Semplice, nera, niente di che. Anche io ne farò fare una apposta per me, che si abbini al vestito.»

Il rintocco della mezzanotteOn viuen les histories. Descobreix ara