Come stai?

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Prendo il mio quaderno e mi dirigo verso il giardino per poter trascorrere un'oretta in Santa pace, come tempo fa.

Percorro il corridoio del collegio guardandomi intorno, noto ragazzi sorridere e suore parlare fra di loro.

Esco in giardino, vedo che ci sono ragazzi che giocano a calcio e altri che stanno soltanto seduti sull'erba a scherzare tra di loro.

Scelgo il posto giusto, seduto sull'erba... ma mi rendo conto che a due passi da me, c'è Daisy.

«Ehi Fernando?» Mi saluta chiudendo il computer appoggiato sulle sue gambe.

«Anche tu prendi un po' d'aria?» Chiede.

«Sì...»

«Come stai?» Le chiedo d'un tratto fissando i suoi occhi lucidi.

«Eh tutto bene, a te?»

«Anche a me...»

«Sai mi ha fatto piacere parlare con te sere fa...» Aggiunge sorridendomi.

«Perché non indossi la divisa?» Domando sorpreso.

«Cosa sono quei documenti?» Chiedo e velocemente li afferro da sopra al computer.

Mi siedo a terra e lei mi segue. Guardo attentamente, sono cinque foglio. Nel primo foglio c'è una sua foto e dei dati. Nel secondo foglio ci sono i dati di un'altra donna. Il terzo foglio attira la mia attenzione... Centro obesità.

Mi concentro su quel testo e comincio a leggere attentamente:

Salve Signorina Daisy.
A riscontro avvenuto vorrei procedere con ciò che vostra madre ha scritto di voi. Il vostro peso è superiore al normale.
Controllando tutti i documenti abbiamo riscontrato difficoltà nei globuli bianchi e nelle ossa. Abbiamo potuto vedere che il vostro corpo sta lentamente cedendo. Abbiamo concordato quindi con Sorella Katrin, rispettiva signora del collegio, di essere schietti nei vostri confronti. La tua è una bulimia nervosa, che è sfociata in obesità. Siamo ancora in tempo. Le allego la dieta da seguire.
Speriamo in una vostra collaborazione.
A presto"

Resto imbambolato, mi giro verso di lei.

«Quando l'hai scoperto?»

«Tre giorni fa...»

«Per questo sei scomparsa? Per questo non ti ho più rivisto?»

«Seguirai la dieta vero?» Domando porgendole il quarto foglio.

«Purtroppo è inutile...»

«Perché?»

«Io non così forte. Non riuscirei a reggere queste responsabilità...»

«Daisy... devi riuscirci.»

«Io odio tutto di me. Cominciando dai capelli e finendo ai piedi.»

«Oh cristo! Non dire mai più questo!»

«Fernando... diresti il contrario?»

«Io non so cosa tu abbia dovuto attraversare per ritrovarti in queste condizioni. Però so per certo che ci riesci. Devi ricredere in te e ricordarti che se non ami te stessa... non amerai mai nessuno.»

«Se non accetto la dieta, devo lasciare il collegio.»

«Non lascerai il collegio.»

«Lo dici tu?»

«Sì, lo dico io... forse non sarò mai nessuno. Però io ci sono. Ti sono vicino.»

«Il problema non è psicologico. Il problema sono io e questo fottuto mio fisico di merda!» Sbotta e mi rendo conto che le lacrime cominciano a rigare il suo viso.

Mi giro di scatto e mi avvicino a lei.

«Non dirlo mai più Daisy! Non parlare mai più così del tuo fisico!»

«È soltanto la realtà.»

«Non è la realtà. Smettila diamine... come fai a non capire? Come fai a non capire che devi salvare te stessa da questo tunnel?»

«Avrei dovuto salvarmi tempo fa.»

«Non è mai tardi. Fallo per me!»

«Per te?» Chiede sorridendo.

«Sì...»

«E perché dovrei farlo per te?»

«Io ho accettato di essere tuo amico e ci sto provando. Sei l'unica del gruppo che mi capita di salutare se vedo. Sei l'unica che guardo con occhi da amica. Sei l'unica che mi ispira fiducia. Sei il sole Daisy!»

«Il sole? Non credo!»

«Credici. Te lo sto dicendo io!»

«Siamo soltanto dei bambini...»

«Forse sì, ma siamo dei bambini cresciuti molto velocemente.»

«E come posso salvarmi da me stessa?»

«Smettendola di farti complessi, paranoie. Smettendola di rincorrere tutti e aspettare che qualcuno rincorra te. L'unica cosa che devi rincorrere Daisy, sei tu! Devi rincorrere solo te stessa e la tua felicità.»

«E se la mia felicità dipendesse dal giudizio altrui?»

«Vuol dire che non è quella la felicità.»

«So che non dovrei chiedertelo. Ti va di abbracciarmi?» Domanda d'un tratto abbassando lo sguardo.

La mia mente per una decina di secondi smette di essere coraggiosa. Perdo il controllo delle mie emozioni. Non riesco a decifrare ciò che il bambino interiore stia consigliando e annuisco.

Lei violentemente si lancia sul mio petto, la sento piangere. Mi stringe così forte che posso addirittura sentire il suo battito. Mi rendo conto che le sue mani tremano. È così piccola e docile.

«Sei un amico Fernando!» Esclama provando ad asciugarsi le lacrime.

«Macché, ti ho soltanto dato un consiglio!» Rispondo allontanandomi velocemente.

«Cosa farai?» Domando alzandomi da terra.

«Ci proverò! Seguirò la dieta!»

Prendo esempio da te.Where stories live. Discover now