Segreti

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Dopo cinque giorni.

«Acker? Acker ma che succede?...» urlo mentre ormai è già a terra sull'erba del cortile, mi avvicino correndo... mi inginocchio, ha un bermuda nero e tanti graffi vicino ai ginocchi e all'orecchio e dalle labbra gli fuoriesce del sangue.

«Ferdinando ti esce sangue dalla bocca...» Aggiunge la nonna entrando velocemente in camera mia.

«Ma tua madre?» Continua a chiedere. Mi prende il viso tra le mani e mi accarezza.

«Oh piccolino, ma che succede? Vieni qui, laviamo la faccia...»

Cerco di svegliarlo dandogli dei colpetti ma nulla. Le gambe cominciano a tremare, le mani non riesco a trovare pace. Continuo a colpirlo con dei schiaffi cercando di risvegliarlo.

Ha perso i sensi idiota non vedi? 

Corri a chiamare qualcuno!

Mi alzo da terra mentre tremo come mai fatto in vita mia. Ma cosa gli sarà successo? Perché dovevo trovarlo proprio io in quelle condizioni?

Percorro velocemente con le mani zuppe di sangue il corridoio del collegio, nessuno è tra i paragi e ho molta paura.

«Agata, Agata, sorella vi prego venite con me!» Urlo

«Cosa è successo, piccolo mio?» Chiede lasciando cadere la cipolla che ha tra le mani

«Vi prego seguitemi. Si tratta di Raul Acker, il ragazzo che dorme in camera con me!» Velocemente lascia tutto lì in cucina e mi segue, arriviamo nel cortile... corro velocissimo.

«O dio mio!» Resta sbalordita la suora, da lontano arrivano Daisy e le altre suore.

Ciò che vedo davanti ai miei occhi mi sbalordisce.

Le suore che provano a risvegliarlo, dalla croce Rossa escono due dottori con dei macchinari in mano... glielo poggiano sul naso, ho la gola serrata... ho paura di aver sbagliato qualcosa.

«Bravo, hai detto a tua nonna ciò che ti ho fatto...» Il compagno di mia madre applaude.

«Io non ho fatto nulla» Rispondo con voce sottile.

«Nulla? Sei solo un bambino di merda!»

«Sorella Catherine, lo trasportiamo in ospedale!» Avvisa un dottore, la suora entra anche lei in quel camion e scompaiono nel vento, senza forze cado a terra, mi abbasso dove prima c'era Acker e respiro.

«Ma quando è successo?» Si siede accanto a me suor Agata.

«Io non lo so... sono andato in camera ma Acker non c'era!» Continuo.

«Mica avete litigato?»

«Litigare? Noi ci rivolgiamo la parola due, tre volte al giorno...»

«È in pericolo?» Respiro portandomi i capelli su un lato.

«Sai Ferdi, ho perso mio padre all'età di nove anni, fu scandaloso... non avevo un bel rapporto con lui però mi mancava talmente tanto che mi misi in un angolo da sola e pensavo, pensavo ma non piangevo... non piangevo perché le lacrime non volevano scendere perche era inutile! Ma col tempo ho capito che certe volte bisogna far lavorare il tempo, perché solo lui sa cosa può accadere!» spiega e mi abbraccia. É abbastanza anziana ha delle piccole rughe sulla fronte e i capelli bianchi.

«É diverso, io qui non ho mai parlato con nessuno. Con lui facevo un'eccezione!»

«Ferd devi essere te stesso!» Conclude accarezzandomi i capelli.

Resto lì a terra ancora per tanto tempo. C'è un vento fortissimo e da lontano sento udire una canzone ... proveniva da una finestra con la luce accesa.

Prendo esempio da te.Where stories live. Discover now