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Deserto del Bolan, a Nord del Monte di Valashar

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Deserto del Bolan, a Nord del Monte di Valashar. Due leghe dal Casolare.

Il guerriero di Eldorian si sofferma per un istante e volge lo sguardo a Est, alla distesa infinita di sabbia che corre verso l'orizzonte.

Lungo la linea delle dune, a chilometri e chilometri di distanza, una sottile striscia di luce dorata tinge di colori tiepidi la parte bassa del cielo e, man mano, sfuma nel bianco, poi nell'azzurro. 

È quasi l'alba. La luna piena, fredda come una moneta d'argento, è ancora visibile oltre il versante del monte, dietro mille strati di atmosfera che ne attutiscono il contrasto. 

Il Monte di Valashar. Detto anche "degli Eterni", poiché eterni sono i Geni che lo abitano, antichi come il mondo, e condannati a un perenne immobilismo... almeno finché, raccontano i miti, un mago potentissimo non arriverà lassù e non deciderà, a suo beneficio e rischio, di risvegliarli, traendoli fuori dalla parete di ghiaccio che li tiene prigionieri, al termine di una scalata tanto ripida, quanto ripide sono quelle sue vette, aspre al pari di punte di spillo, come se né l'azione del vento, né del giacchio, né della pioggia o del sole, e meno ancora il tempo immemorabile che è trascorso dalla nascita di Arcadia, avesse mai avuto il potere di arrotondarle. 

Sono passati cinque giorni da quando i litorali del Karrash sono spariti alle spalle del guerriero, oltre la curva del mare.

Non ha più la sua armatura d'argento: l'ha ceduta a un orafo di Kul'cave, a ovest di Uzza'ka, insieme a un Bracciale della Tempra, in cambio di una quantità di denaro appena sufficiente ad acquistare un'imbarcazione a remi, che poi ha subito rivenduto a un mercante eldoriano, una volta attraccato nel porto di Niva, dopo un solo giorno di navigazione.

E ora, dopo più di cento ore di viaggio a piedi, un leggero vento freddo spira da là dove il Sole sta sorgendo, e fa vorticare la sabbia, bianca e fine come la sbriciolatura del gesso, in turbini sottili, attorno ai suoi stivali. 

Manca poco per raggiungere il Casolare. È stato lontano per così tanto, troppo tempo... Come ha potuto commettere una simile ingenuità? Come ha potuto prestare fede alle parole di un pirata...? 

L'angoscia gli mangia le viscere. Spera solo che non sia troppo tardi.

Il primo spicchio dell'astro diurno si riflette nella sua iride scura. E, non appena i raggi del mattino brillano sulle ossa candide che punteggiano le dune, delle piccole sfere di luce si sollevano lente dal terreno, e vibrano nell'aria. 

Gli elfi li chiamano "fuochi fatui". Per loro, non sono nient'altro che ciò che resta dei viaggiatori che sono morti qui. I loro... spiriti, che non hanno mai ritrovato, o voluto ritrovare, la strada per riunirsi nella Fonte.

Eppure, è un fenomeno che si manifesta solo nel deserto del Bolan. Solo in prossimità... degli Eterni.

Ciascuno di loro emette un suono sottile, simile a quello dei bicchieri di cristallo che vengono sfiorati. Tante, tra le creature che sono state qui, sono convinte di averli sentiti parlare.

Alla ricerca di DenvarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora