Capitolo 20

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Raimondo arrivò in ufficio molto più tardi del solito. Di sicuro gli impiegati si stavano chiedendo dove fosse.

Umberto gli aprì lo sportello della macchina e lui salì svelto i gradini ed entrò nell'atrio del palazzo.

Doveva assolutamente telefonare a Rudy Zerbi, pensò, e convincerlo a lasciare le cose come stavano.

Lì c'era un ottimo staff, di fiducia, e lui non voleva che tutto crollasse solo perché quello sarebbe stato il suo ultimo giorno nella filiale inglese.

Invece di prendere l'ascensore, decise di fare le scale e di andare un po' in giro per gli uffici per fare gli auguri di Buon Natale al suo fedele staff. Partì dall'ultimo piano, per poi scendere ai piani inferiori.

Arrivato al primo piano, sentiva il cuore martellargli nel petto. Forse aveva esagerato, ormai non era più abituato. La sera prima era stata faticosa, ma davvero divertente, per quel poco che riusciva a ricordare.

La sua prima sosta fu l'ufficio Assistenza Clienti, che era deserto.

C'era solo la metà degli impiegati e solo la metà di loro erano seduti dritti alle scrivanie.

La maggior parte era accasciata contro i computer, in uno stato di inerzia.

C'era un silenzio irreale, invece avrebbero dovuto squillare i telefoni. O qualcuno aveva staccato tutte le prese, oppure la sera prima si erano svolte altre feste di Natale anche fra i clienti.

Molti impiegati indossavano gli occhiali da sole al chiuso.

Così anche il reparto Prodotti della Raffineria. Non c'era nessuno al reparto Carburanti Alternativi.

Era terribilmente deluso. Bastava qualche bicchiere di alcool per mettere al tappeto i giovani d'oggi.

Quel giorno non si sarebbe concluso nessun affare. Poco, ma sicuro.

Del resto, non gli avrebbe fatto male tornare a casa presto per una volta.

Sarebbe stato bello per una volta arrivare per primo a casa e aspettare che Francesca tornasse.

Aveva bisogno di parlare con Nunzio del passaggio di consegne. Almeno sapeva che Nunzio era uno tosto rispetto a tutti gli altri. Sarebbe venuto in ufficio in qualunque condizione.

Aveva la Bright Light nelle vene, proprio come lui.

Arrivato nel suo ufficio, trovò come sempre la sua assistente Veronica alla scrivania.

"Buongiorno" grugnì Raimondo.

"Buongiorno, signor Todaro"

Come ogni giorno, Veronica gli porse un foglio con sopra scritto quello che c'era da fare nella giornata.

Quella donna era un aiuto preziosissimo. Peccato non potesse portarla con sé a Washington.

"La festa è andata molto bene" le disse Raimondo "Ottimo lavoro, Veronica. Metti tutto sul budget di Nunzio"

"Sì, signor Todaro. Temo però che ci sia stato un piccolo incidente dopo che lei è andato via"

"Nunzio è stato beccato in flagrante con qualche segretaria?" Rise fragorosamente. Non sarebbe stata la prima volta.

"Temo che il padiglione abbia preso fuoco e sia andato distrutto. Ci sono stati dei danni alla villa"

"È stata colpa nostra?"

"Non si sa ancora. Stamattina sul posto sono andati degli investigatori e i periti della società di assicurazione"

"Tienimi al corrente"

Festa di NataleWhere stories live. Discover now