Capitolo 24

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Non volendo pensare più a Benjamin decido di andare al mare.
Passeggio sulla sabbia beige mentre guardo le case colorate della costa che si specchiato nel mare azzurro, avrei voluto che ci fosse anche Kira con me, ma aveva una sessione di palestra da fare, la mia gym sister È proprio una gym-rat.

Guardo sulla spiaggia due cani che si rilassano su un telo, non vedo il proprietario però.
In un attimo i cani mi notano, capisco che è la fine quando uno mi ringhia contro e un altro corre verso di me, non ho nemmeno il tempo di scappare, e non potrei nemmeno perché di sicuro mi riuscirebbero a prendere, comunque sono così veloci che non ho il tempo di fare niente e in un secondo mi azzazano alla gamba, che lancio un urlo di dolore pure.
Con gli occhi appannati vedo delle mani prendere per il collare i due cani.
Sento delle scuse preoccupate.
Non riesco a tenere gli occhi aperti dal dolore alla gamba, che non mi regge più e cado a terra.
Sbatto la test, l'unico senso che mi percepisco ancora un po' è l'uidito, sento delle voci preoccupate e dopo poco il suono delle sirene dell'ambulanza.
Sento un ago nel braccio e poi il nulla più totale.

Appena riapro gli occhi mi ritrovo in una stanza, una flebo attaccata al braccio, provo a muovere le gambe ma mi fanno un male cane.
"Sei sveglia... Grazie a Dio" mormora una voce di fianco a me; Benjamin.
È seduto su una sedia, ha delle grandi occhiaie viola sotto gli occhi, ha le mani congiunte e sembra stanco morto.
"Perché sei qui? Dov'è mio padre?" chiedo con voce ridotta a un flebile mormorio, la sento secca, voglio dell'acqua.
"Dopo essere rimasta incosciente per tre giorni è questa la prima cosa che dici? Wow" dice astioso.
"Cosa vuoi?" chiedo scocciata.
"Mi devi odiare proprio tanto se non sopporti nemmeno la mia vicinanza - dice alzandosi e avvicinandosi al mio orecchio - guarda, non ti sto nemmeno toccando e già tremi - si allontana da me avvicinandosi alla porta della camera d'ospedale - chiamo tuo padre e mio fratello, è arrivato anche Dennis, era preoccupato per te, e ha detto che rimarrà qui riprendendo gli studi universitari" detto questo esce.

Entra mio padre, seguito da Dennis, e per ultimo entra Justin con un mazzo di rose in mano.
Mi metto a piangere appena le vedo sono bellissime.
Justin mi stringe delicatamente la mano quando arriva il suo turno a salutarmi.
"Per fortuna sei salva" dice mio fratello guardandomi come quando arrivai qui in Gibilterra, come se gli fossi mancata.
Invece mio padre ha gli occhi rossi, mentre mi guarda gioioso che mi stia riprendendo.
Non serve dire che Justin invece mi sta mangiando con gli occhi, tutto l'incarnato che in questo momento è pallido non è più così pallido, penso di essere arrossita molto velocemente avendo lo sguardo di Justin su di me, il ragazzo che amo da sempre mi sta prendendo in considerazione?

Arriva la notte, di preciso le tre di notte e mi hanno tenuta in ospedale per farmi riprendere per bene.
Ma non riesco a chiudere occhio, per questo tento di alzarmi, e aggrappandomi al palo della flebo riesco a raggiungere una sedia a rotelle, e andare verso un distributore automatico, il cibo qua dentro fa pena, il distributore automatico sarà sicuramente migliore.
Tra qualche giorni mi faranno fare riabilitazione, la gamba è saturata ma muoverla fa un sacco male ancora.

Quando ritorno a letto i miei pensieri viaggiano tra ansie, ricordi, malinconie, problemi inestistenti, stupidi e paranoie.
Ma a quanto pare vado oltre queste cose perchè il giorno dopo riesco a svegliarmi, quindi a quanto pare ho dormito.
Il sole irradia la stanza, e mi disturba alquanto, fa già caldo di prima mattina e so che il caldo aumenterà abbondantemente verso il pomeriggio.
Quanto vorrei la pioggia in questo momento, il rumore riesce a calmarmi, al contrario del sole che mi irrita a volte.

Non avendo niente da fare faccio la cosa più bella che si possa fare in questa vita: stare a letto tutta la mattina, ma nonostante questo guardo fuori dalla finestra; guardo il porto che si estende sotto i miei occhi, la vera preoccupazione che ho è potrò tornare a correre?

Quella dannata estateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora