𝐶𝑎𝑝𝑖𝑡𝑜𝑙𝑜 𝟷𝟸

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Quando Erik tornò il mattino seguente Moonlight era ancora senza forze, fortunatamente s'era procurato una serie di pietanze piene di zuccheri da farle ingurgitare per riprendersi al meglio e aveva persino comprato una fialetta dal contenuto verdognolo tendente al giallo che diceva l'avebbre aiutata di sicuro. L'aveva chiamata "adrenalina" ma non ero sicuro del contenuto di quella siringa, ero convinto che quest'ultima fosse una sorta di endorfina presente nel corpo umano o qualcosa del genere, non credevo si potesse iniettare nelle vene come se fosse una droga qualsiasi.

Quella piccola quantità di liquido tuttavia fece particolarmente effetto alla lupa, dopo avergliene data neanche metà già riusciva a rimanere sulle proprie zampe e ad andare in bagno senza aiuto alcuno. Doveva essere un qualche tipo di dopamina o sostanza che i bodybuilder normalmente prendono per aumentare la propria massa corporea, altrimenti il suo miglioramento quasi immediato non aveva spiegazione.

Una volta ripresasi quasi del tutto Moonlight ebbe una pesante discussione con Erik, voleva tornare subito al lavoro ma il gufo glielo vietò dicendole che avrebbe rischiato di svenire sul palco o peggio, di vomitare addosso ad un cliente ed avere così una cattiva recensione.

La lupa si lasciò facilmente convincere dall'amico, ma non voleva comunque restarsene con le mani in mano tutto il giorno dicendo che a furia di star sdraiata sul letto sarebbe impazzita dalla noia. Erik la convinse così ad accompagnarmi in centro città e ad aiutarmi a trovare lavoro, cambiarmi d'abito e spiegarmi un paio di cose riguardo il funzionamento della società infernale dal momento che ancora ne sapevo molto poco di tutto quel mondo.

Moonlight era particolarmente scocciata all'idea di farmi da guida e tutrice, ma per lo meno aveva l'occasione di uscire di casa e di prendere una boccata d'aria fresca, cosa che secondo il gufo le avrebbe fatto molto bene.

A differenza del suo solito outfit si vestì molto più composta, indossando un paio di lunghi jeans a zampa d'elefante e una canottierina un po' troppo stretta, ma non in modo esagerato con sopra una camicia a scacchi di colore blu. Io invece avevo ancora addosso il mio completo bordeaux che, lo ammetto, iniziava ad emanare un odore piuttosto sgradevole insieme alla puzza della mia pelliccia poco limpida e igienizzata.

Come prima cosa Moonlight mi portò in un negozio d'abiti considerato "moderno" e mi fece passare sotto l'occhio attento di uno stylist che conosceva da molto tempo, anche lui particolarmente effeminato e con le stesse movenze e preferenze in ambito sessuale di Erik, forse un po' più esplicito rispetto al gufo dal momento che più volte le sue lunghe zampe cercarono di arrivare al cavallo dei miei jeans e di slacciarne la cintura. Quel maniacale comportamento era davvero così tipico all'inferno o mi ero solo imbattuto in un paio di maniaci omosessuali eccessivamente attratti dalla mia pelliccia?

In ogni caso, Moonlight e quella specie di insetto stecco dalle zampe viscide scelsero di conciarmi come "uno dei luogo" così da potermi confondere più facilmente con la folla ed essere meno riconoscibile. Al posto del mio amatissimo completo mi fecero indossare un paio di jeans di colore beige particolarmente stretti ed attillati con due grandi strappi all'altezza delle ginocchia, un'enorme t-shirt nera con sopra motivi piuttosto ambigui come teschi e croci capovolte e una felpa del medesimo colore, con scritte bianche in un carattere strano che faticavo a leggere

«Voilà, se magnifique» esclamò l'insetto stecco quando uscii dal camerino con un sonoro accento francese «Finalmente sei presentabile moncherì, quel bordeaux ti spegneva proprio la pelliccia. Fortuna che ti sei fatto le giuste conoscenze o avresti avuto l'aspetto di un cretino per tutta l'eternità»

«Grazie Etienne, sei il migliore» disse la lupa tirando fuori un rotolo di banconote giallognole dal reggiseno e allungandole al commesso

«È sempre un piacere aiutare i miei clienti abitudinali, moncherì. Salutami Erik quando lo vedi e digli che in negozio ci mancano le sue piumate chiappette cerulee: è da quasi due mesi che non cambia il guardaroba, inizio quasi a preoccuparmi»

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