capitolo 1

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Era una normalissima giornata di settembre, e stava andando tutto normalmente, se non per il fatto che mi stessi trasferendo da mio padre e la sua nuova famiglia a Miami.

"ti troverai bene" la voce stridula dell'assistente sociale mi arrivò nitida nelle orecchie provocandomi un lieve fastidio.

Scesi dall'aereo che mi aveva portato via da casa mia, dalle mie radici, dai miei amici e dal mio ragazzo, Jasper.

"Mae!" sentii una voce chiamarmi, così mi voltai, e maledissi subito quel gesto. La figura imponente di mio padre mi sovrastò facilmente, data la mia scarsa altezza. Indossava un completo in lino color blu notte, una cravatta del medesimo colore, sulla quale mi soffermai leggermente di più, dando vita al pensiero di stringerla talmente forte intorno al suo collo da non lasciargli più via di scampo, se non la morte certa. "che bello vederti" cercò di stringermi a sé, ma con uno scatto felino mi scansai, "non farlo" a meno che tu non voglia essere ucciso a sangue freddo, mi trattenni dal pronunciare l'ultima frase, che figura avrei fatto davanti all'assistente sociale?.

Salutammo la mia accompagnatrice e, senza rivolgere nemmeno uno sguardo a mio padre, mi infilai nei sedili posteriori della Lamborghini sulla quale era arrivato poco prima. Dopo aver messo le mie due valigie nel bagagliaio, mio padre si sedette sul sedile del guidatore, mi guardò nello specchietto e azionò il motore.

"Mae" la sua voce riecheggiò per tutto l'abitacolo, dandomi l'impressione di dover annunciare qualcosa di stranamente importante "so che per te è difficile ricominciare, ma vedrai che ti farai dei nuovi amici" lo fulminai con lo sguardo, e vidi il suo pomo d'adamo slittare rapidamente dal basso verso l'alto "risparmia il fiato Edward, non hai mai fatto il padre, ti sconsiglio di cominciare a farlo proprio adesso" tagliai corto.

Voltai il capo verso il finestrino, dove i miei occhi incrociarono una figura snella e slanciata che portava degli occhiali da sole. Aveva i capelli biondi, splendenti come il sole, notai subito la somiglianza inconfutabile con mia mamma e piano piano, i ricordi cominciarono a riaffiorare.

"mamma, guarda un fiocco di neve" mi avvicinai a mia mamma che sorreggeva una tazza di tè caldo tra le mani "amore mio, ci sono tantissimi fiocchi di neve qui, guarda là" mia madre mi indicò il tetto del nostro garage, dalla quale ricadevano delle stalagmiti enormi "wow, sono giganti... me ne prendi una, per favore" mia mamma posò la tazza sul tavolino in metallo "va bene, però solo una" mi avvicinai a lei e la strinsi forte "grazie mamma, ti voglio bene" "anche io amore"

una lacrima fece capolino sul mio viso, però mi affrettai ad asciugarla prima che Edward se ne accorgesse.

Giungemmo davanti ad un enorme cancello in metallo, edward lo aprì con un telecomando e subito dopo si infilò in una specie di parcheggio gigante con un sacco di piccoli vicoletti e macchine da urlo. Scesi dall'abitacolo e cominciai a fare un giretto attorno a tutte quelle auto costose, il mio sguardo però si piantò su una macchina dai cerchioni oro, abbinati a svariate decorazioni che svettavano intorno alle portiere dellavettura, il tutto contrastato da uno sfondo nero, che dava alla macchina un senso di possenza e maestosità che gia possedeva "ti piace?" sentii la presenza di Edward alle mie spalle, così gli risposi con un semplice "bella", poi girai dietro ad un angolo, per sfuggire alle sue altre mille domande.

Una volta svoltato però, ciò che vidi fu persino più scioccante dell'audi R8 che avevo ammirato fino a poco prima. Una possente moto da strada BMW, rossa e nera, gomme così grandi da poter essere paragonate al mio stesso peso "wow" quel commento mi uscì così naturale, che quasi non me ne accorsi "ti piace?" mi giunse alle orecchie una voce roca e suadente "Edward basta con le moine, tutto ciò non cambierà nulla, non pensare che io abbia dimenticato ciò che hai fatt-" mi voltai per guardarlo, ma ciò che mi si presentò davanti fu tutt'altro che Edward. Un torace massiccio mi sovrastava, spostai lo sguardo di lato, ma ciò che incontrai furono due bicipiti gonfi e prosperosi. Alzai il mento e i miei occhi si incastrarono in due smeraldi brillanti come non avevo mai visto "tu sei Mae, vero?" feci un lungo respiro silenzioso e, ricorrendo a tutte le mie forze, stabilì una distanza fra i nostri corpi, che a breve si sarebbero scontrati "si" risposi decisa, cercando di mascherare tutto il timore che quella figura mastodontica mi incuteva "Mae...Mae...Mae" il ragazzo fece una faccia enigmatica "è per caso l'abbreviativo di qualcos?" la sua domanda mi spiazzò, possibile che sappia?... impossibile. Mi tolsi subito quel pensiero dalla testa "no, solo Mea" ripetei celando il nervosismo che mi impedì di respirare per qualche secondo.

"Oh! Mae ti stavo cercando, sei sparita" mio padre guardò me preoccupato, ma poi i suoi occhi sfrecciarono rapidi sulla sagoma di fianco a me "sono felice tu abbia conosciuto Jet, lui è il figlio maggiore di Susan, il minore ,Carlos, è in casa" guardai edward quasi disgustata, ma i miei pensieri vennero spazzati via dall'acuta suoneria del telefono che gli vibrò nella tasca dei pantaloni perfettamente stirati "scusatemi un attimo, rispondo e arrivo", seguì con lo sguardo la figura di mio padre mentre girava l'angolo dalla quale,probabilmente, era sbucato "spostati" mi girai rapidamente verso la figura immensa di Jet, che ora era seduta sul sedile della moto "come?" chiesi sottovoce "penso che tu non voglia morire il primo giorno, quindi...levati di mezzo" corrugai la fronte, come si permetteva a parlarmi in quel modo? mica ero il suo cane "potresti semplicemente chiedere con gentilezza, mai sentita questa parola?" lui alzò gli occhi al soffitto, cosa che mi fece alterare ancora di più "senti ragazzina, non ne fare una polemica di stato, togliti di mezzo e facciamola finita" avrei tanto voluto prendere a pugni quel suo faccino perfettamente lineare fino a fargli chiedere pietà, ma mi contenni "lo faccio solo perchè mi stai particolarmente annoiando" sbuffai allontanandomi di qualche metro, lui fece un ghigno divertito, poi poggiò il casco sulla testa e si dileguò

AUTRICE

allora ragazzi, ricapitolando in breve: La povera mea si è ritrovata con suo padre e non credo vadano molto d'accordo, lei ha conosciuto il figlio della moglie di suo padre, quindi il suo fratellastro,nun bono della madonna, poi ha anche la moto quindi top.

spero ceh la storia vi stia piacendo.                                                                                                                              Ci vediamo il 9/05/24 per il secondo capitoletto                                                                                              ciaooooooo  

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