SUI MURI

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Tu sarai per sempre casa e una casa rimani

sono per strada da circa un'ora e mezza, tra dieci minuti dovrei essere lì.
farmi sei chilometri a piedi non è stata una scelta saggia, per niente.
le gambe mi stanno per cedere, almeno tutto il tragitto ha avuto un non so che di poetico.
le strade di roma al buio, i 10 malintenzionati da cui sono scappata e il peggio deve ancora arrivare.
il peggio sarebbe la zona in cui vive theo, che la notte si trasforma in una vera e propria prova di sopravvivenza.
il vero problema è che sono uscita in pigiama.
che sarebbe una canottiera bianca con dei bottoni  e dei pantaloni verdi con le fragole, outfit perfetto per farsi perdonare, ma soprattutto per non sembrare una matta.
ho avuto almeno la decenza di mettermi le scarpe e di non girare con le mie ciabatte rosa.
"chi cazzo me l'ha fatto fare" penso.
sono quasi arrivata, sono più vicina a casa sua che ha casa mia, perché arrendermi?

mancano circa due minuti a casa di matteo, mi tremano le gambe, stò morendo di freddo e fatico a respirare.
faccio gli ultimi sforzi e prendo il telefono per chiamarlo e chiedergli di aprirmi il portone... subito.

"pronto? matteo apri, per favore"
"ma cosa cazzo? come ci sei arrivata qui?"
"apri e non fare domande, mi sto congelando, apri!" grido.
"va bene" dice prima di attaccare.

sento il rumore del portone che si apre, tiro un sospiro di sollievo, finché non mi ricordo del piano di scale da salire.
"cazzo" dico prima di scoppiare in lacrime.
sono lacrime di disperazione, non riesco più a muovermi, sono paralizzata.
aspetta... L'ASCENSORE! come ho fatto a non pensarci.
premo il tasto e le porte si aprono, salgo e continuo a piangere come una disperata.

"cos'è successo" dice theo venendomi incontro.
"m-mi dispiace tanto"
"di cosa? vuoi spiegarmi per favore?"
"di aver detto che non voglio stare con te... io con te ci voglio stare" dico prima di abbracciarlo.
"quello non è un problema, più che altro, come ci sei venuta qui!?"
"a piedi" rispondo.
"vestita così? tu sei matta, ti starai congelando" dice prima di spingermi dentro casa.
si chiude la porta alle spalle e mi trascina in camera.
"mettiti sotto le coperte" mi dice.
"tu mettiti vicino a me"
annuisce.

"tu sei completamente andata di testa" dice mettendosi sotto le coperte, vicino a me.
"mi dispiaceva lasciarti così... scusami"
"non fa niente" dice prima di darmi un bacio sulla fronte.
appoggio la testa sul suo petto, finalmente riesco ad addormentarmi.

spazio me
non mi convince + sta storia

DIPLOMA//THEØWhere stories live. Discover now