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-I loooove rock and roll... -

Cantava a squarcia gola sulla pista da ballo, con il bicchiere di punch stretto tra le dita. Metà se l'era buttato addosso sull'aderente vestitino rosa, ma tanto non era il primo.

Non era il punch, tuttavia, il maggiore responsabile del suo stato di stordimento. 

Anche la vodka aveva fatto la sua parte.

Prima di ubriacarsi come una disperata, si era vestita in modo da essere, come sempre, la ragazza più bella della festa. L'abito in vinile la fasciava come una bambolina sexy, e i tacchi vertiginosi stile Bratz contribuivano a darle quell'aria da stripper; ma i lunghi guanti bianchi, che la coprivano fino al gomito, le restituivano quell'eleganza da brava ragazza un po' coquette, così come il nastro di raso che le avvolgeva la coda di cavallo, e la collana di perle di Vivienne Westwood.

Aveva richiamato su di sé un bel po' di quelle famose "attenzioni maschili". Non le dispiaceva. Amava essere la "mirrorball" della situazione ed essere guardata da tutti. Quando i ragazzi si avvicinavano, li assecondava per un po', ballava con loro, e poi passava agli altri. Tanto non doveva niente a nessuno.

Danny Connors l'aveva osservata a lungo da lontano, ridendo con i suoi amici. Mise da parte il suo bicchiere di birra e si avviò anche lui a suon di musica in sua direzione.

Lovelle sentì le sue mani cingerle i fianchi da dietro. Sorrise con una certa soddisfazione. Danny era il quarterback, il ragazzo più ambito della scuola, e cercava lei.

Era una vittoria personale.

Assolutamente personale.

Di sicuro non un modo di vendicarsi di chi sottovalutava il suo valore...

-Tutte le attenzioni maschili che voglio... - esclamò, a voce alta, incapace di controllare i propri pensieri per via di tutto l'alcol che aveva in corpo. Tanto la musica era alta da stordire, e anche gli altri erano persi come lei. Non l'aveva sentita nessuno.

Danny le premeva il cavallo dei pantaloni contro il sedere, e lei lo assecondava continuando a ballare, muovendosi di più. Trovava la cosa piacevole, divertente; poi si stancò e fece per allontanarsi, ma a quel punto Danny aumentò la presa sui suoi fianchi, riportandola contro di sé.

Lovelle non se l'era aspettato ma, ancora ubriaca, non diede molto peso alla cosa e continuò a ballare come aveva fatto fino a quel momento. Seppur con maggiore incertezza.

Danny aveva iniziato ad allungare le mani. Con una saliva, cingendole quella zona del torace poco sotto al seno, l'altra invece si muoveva verso il basso, lungo le cosce, per poi giungere nell'interno cosce.

Lovelle non era troppo certa che la cosa le piacesse. Non si oppose, perché le girava un po' la testa, non capiva bene quello che stava succedendo, ma per qualche motivo iniziava ad avvertire uno sgradevole senso di tristezza.

Fu certa che la cosa non le piaceva quando Danny le strinse l'interno coscia con vigore, facendole male.

-Voglio bere. – biascicò, scansandolo e avviandosi lontana da lui.

-Vieni con me, ti prendo qualcosa io. – disse lui, afferrandole il braccio e richiamandola a sé.

-Volevo dire... - ripeté la ragazza, strattonando via il braccio dalla sua mano. Si fece un po' male nell'atto, Danny aveva una bella presa. – Che devo andare in bagno. –

Era una scusa per non farsi seguire. Inciampò un paio di volte sul terreno erboso del giardino della casa di Angela, alla ricerca di un cespuglio dietro cui nascondersi da Danny. Se fosse stata più sobria, avrebbe pensato a un posto migliore, ma in quel momento quella le sembrava la soluzione più adeguata.

You Just Keep Me Hangin OnDove le storie prendono vita. Scoprilo ora