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-Posso chiederti una cosa? -

Noah distolse per un attimo la sua attenzione da Oliver, a cui stava facendo le coccole sul materasso, e volse lo sguardo verso di lei. Il cagnolino pensò di rispondere abbandonando la stanza.

La pioggia aveva ricominciato a riversarsi sui tetti e sulla strada con violenza e Lovelle era seduta per terra sotto la finestra chiusa. In un certo senso trovava rilassante quell'atmosfera. La luce calda delle lampade di Noah la illuminava mentre leggeva qualche pagina del libro che gli aveva prestato. Quello scritto da suo padre.

-Cosa? - chiese Noah, andando a sedersi vicino a lei.

La ragazza mise da parte il libro. Osservò Noah posizionarsi al suo fianco, con la testa poggiata alla parete, prima di trovare il coraggio di porgli quella domanda scomoda.

-La playlist che hai messo oggi in macchina... - iniziò a dire titubante. - quella con Lou Reed, intendo. L'ascolti spesso? -

Noah abbozzò un sorrisetto nervoso, abbassando lo sguardo.

Era davvero una domanda scomoda, ma non mentì.

-Ogni tanto... ma di solito no. Ho pensato che potesse piacerti. -

-Perché... - ridacchiò lei, a disagio, - i titoli mi hanno ricordato molto... -

-È quella. - annuì Noah, deciso a strappare il cerotto.

proprio quella? - chiese lei, gli occhi increduli sgranati. - È proprio il cd di papà? -

-No, la mia macchina non ha il lettore per i cd. Ma ne ho creata una identica perché... -

Lovelle lo guardava in cerca di una risposta. Che lui però non riusciva a trovare.

-In realtà... - disse il ragazzo, con lo sguardo perso, che vagava tra i vari angoli ombrosi della stanza. - Non lo so perché... -

Lovelle aprì e richiuse la bocca un paio di volte, senza sapere cosa ribattere.

-Speravo fosse il cd... - disse poi, semplicemente. A quelle parole, Noah si alzò in piedi e andò a trafficare tra i reconditi meandri degli scaffali della sua stanza. Lovelle non gli diede retta. - Non ho mai capito perché l'avesse dato a te: si chiama "Lovelle". È una playlist che ha fatto per me. Credo che fossi davvero tu il preferito... -

Noah scosse il dito con veemenza, riemergendo da uno dei più nascosti cassetti della sua camera stringendo in mano un vecchio portadischi.

-Non mi preferiva a te. - puntualizzò porgendoglielo. Lo sguardo della ragazza vagava sconvolto tra quello di lui e l'oggetto polveroso che le aveva appena posto tra le mani. - Tu eri la luce dei suoi occhi. - continuò Noah. - Ed eri anche una grande scroccona di passaggi da mia madre. Aveva più senso che lo tenessimo noi nella nostra auto... anzi: eri così una principessina spocchiosa che anche nella nostra auto volevi sentire la tua musica. -

Lovelle lo guardò storto per finta. In realtà era un ricordo che la faceva sorridere.

-Sperava che tornassimo amici. - disse la ragazza, senza guardarlo. - Per questo non lo ha mai reclamato. Né io ho pensato di farlo. -

Noah non sapeva cosa ribattere. Riusciva solo a guardare l'oggetto tra le mani di Lovelle.

-Prendilo tu. -

Lovelle lo guardò.

-Davvero? -

-È tuo. - spiegò Noah, come se fosse ovvio. - È più giusto così. -

You Just Keep Me Hangin OnWhere stories live. Discover now