NON TEMERE

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La mattina seguente mi alzo con un obiettivo: iscrivermi a volontariato nel reparto di pediatria dell'ospedale. Voglio fare del bene da oggi in poi, voglio essere circondata da bambini felici e sereni e non voglio ricevere nulla in cambio, solo sorrisi e disegni. Il rancore e la voglia di sfogare contro i miei genitori ovviamente non mi è passata ma ci penserò stasera.
Arrivo all'ospedale e corro verso il reparto pediatria. I bambini sono intenti a giocare e le loro grida di gioia mi fanno sorridere il cuore. Chiedo informazioni su dove trovare il primario e mi indicano un piccolo ufficio ricco di disegni dei bambini appesi ovunque. 
"Salve" mi saluta un voce roca dall'altro lato della scrivania. Il primario è un uomo molto vecchio ma ancora in ottima forma, prossimo sicuramente alla pensione. 
"Salve, mi chiamo Luna Cooper e sarei interessata a partecipare all'iniziativa di volontariato in questo reparto"
Il suo viso si illumina. 
"Certo Luna sono molto felice che una ragazza giovane come lei voglia aiutarci"
"Adoro i bambini e sarei lieta di farlo"
"Sono molto felice di sentirglielo dire" dice dolcemente.
Finiamo di parlare e di sistemare alcune, noiose, pratiche e successivamente mi fa un tour del reparto elencando le varie regole ed orari. 
"Quindi Luna inizi tutti i giorni alle 10 ed hai un giorno a tua scelta libero, ora che è estate e non si va a scuola abbiamo bisogno di un aiuto in più, e stacchi alle 18" dice sorridendo. "I bambini pranzano alle 13 solitamente e per il resto potete divertirvi come meglio desiderate l'importante è preservare la loro salute, precaria in certi casi"
"Certo la ringrazio ancora".
 Ci stringiamo la mano e poi mi dirigo verso mia sorella. 



Arrivo nella stanza di Stella ed entro.
"Buongiorno splendore come ti senti?"
"Meglio grazie, sai dove sono mamma e papà?" mi chiede. Alzo un sopracciglio.
"Scusami? non lo so, ma non ti sono ancora venuti a trovare?"
Abbassa gli occhi e questo mi basta per comprendere. Che schifo che mi fanno a volte...
"Verranno stasera o comunque molto  presto, non preoccuparti" 
"Si.." ; Non è convinta e neanche io lo sono.
"Sono venuti altri agenti oggi?"
"Non ancora" 
"Verranno anche oggi quindi?"
"Presumo di si" 
"Andrà tutto bene, non temere" 
"Già"
Evito di riaprire il discorso di ieri nonostante il mio desiderio di capirne di più è irrefrenabile. Ieri sera Mark mi ha rassicurata dicendomi che andrà tutto bene e che appena Stella se la sentirà di raccontare tutto ciò a tutti lui indagherà a fondo coinvolgendo anche alcuni dei suoi contatti. 
Sono grata del suo aiuto ma mi sento lo stesso così sola. 
Saluto mia sorella ed esco da quella stanza triste e buia.  Mi scoppia la testa e lo stomaco inizia a brontolare. Fisso l'orologio: sono le 13 in punto. 
Esco dall'ospedale e mi reco ad un supermercato vicino dove compro un insalata confezionata con all'interno anche dei pomodori, del mais e dei cetrioli. Mi dirigo verso le casse e pago il mio  " pranzo" succulento. Mi giro e vedo una coppia intenta a baciarsi e a comprare profilattici. Non so perché ma inizio a sorridere, beati loro che sono innamorati ed uniti.
Esco dal supermercato e mentre cammino mi imbatto in Mark, questo ragazzo è ovunque. Nonostante io riconosca che fa tutto questo solo e soltanto per me non riesco a ricambiare tutto il suo interesse a volte. 
 "Ciao Luna"
"Ciao, che ci fai qui?"
"Sapevo che ti avrei trovata qui e quindi ho pensato di passare"
"Grazie del pensiero" gli concedo un sorriso tirato. 
"Vieni sediamoci". inizia a camminare verso una panchina non molto distante ed io inizio ad aprire e a mangiare la mia insalata.
"Novità?"
"Nessuna, si sta riprendendo piano piano e per quanto riguarda quello di ieri non mi ha raccontato altro" 
"Oh capisco, lo farà, ora è ancora sotto choc diamole tempo" 
So che ha ragione per questo annuisco con lo sguardo fisso sulla mia insalata. 
Mi risveglio dai miei pensieri solo quando il telefono mi vibra in tasca: è Viola.
"Ciao" 
"Tesoro" dice con una voce da funerale " ho saputo, mi ha chiamato tua madre mi dispiace per tua sorella ma sono felice che ora stia meglio, non temere, tutto si sistema" 
Non temere...
"Grazie per la chiamata Vio, lo apprezzo"
"Per il resto come va ?"
"Scusami non sono in vena di parlare ora.. spero tu possa capirmi, sono anche  occupata"
"Oh certo, in questi giorni ci vediamo vero?"
Lancio un occhiata a Mark e lui mi sorride. 
"Certamente, devi raccontarmi tante cose" mi sforzo ad avere un tono ilare.
"Anche tu, sorridi che sei bella Lu'"
"Grazie Viola ancora, ci si sente" e butto giù. Non voglio parlare. 
"Viola?" mi chiede Mark.
"Esatto"
"Che dice?"
"Nulla, non ho voglia di parlare in questi giorni ci vediamo e parliamo al massimo"
"Certo, Luna mi raccomando non logorarti così, la verità verrà a galla ed andrà tutto bene"
"Sì, grazie". Devo risultare proprio antipatica ma non voglio stare qui a sentire i loro "Non temere" "Oh quanto mi dispiace" "Devi stare calma" ecc.
Odio ricevere la compassione. 
"Mi sono iscritta al volontariato del reparto di pediatria, amo i bimbi e mi mettono gioia, forse aiuta" dico.
"Oh ma che bella notizia ti aiuterà, ne sono certo "sorride e noto quanto sia bello anche se non provo nulla; nessuna farfalla nello stomaco, solo una profonda amicizia. 
"Stasera vuoi uscire?" mi chiede ed io resto spiazzata. Non mi va ma non posso neanche fare solo casa-ospedale. 
"Ti faccio sapere" sussurro.
"Meglio di un no". Apprezzo il suo volermi mettere di buon'umore ma non è così facile.
Sorrido. 
"Io tornerei dentro" dico, voglio andarmene. 
"Ah ehm certo, vado ho delle commissioni da fare" dice imbarazzato.
La tensione è palpabile. 
"Grazie a stasera..forse"
"A stasera" dico e mi volto. Butto la confezione dell'insalata e torno in ospedale dai bambini. 
Avranno appena finito di mangiare presumo. 
Mi avvicino e vedo che effettivamente sono tutti nei loro lettini pronti per il solito riposino. Meglio tornare in un altro momento.
Mi volto ed esco, tornando, ahimè, verso casa.


POCO DOPO:
Alla fine ho accettato di uscire con Mark; lui sta facendo molto per me ed è il minimi che io possa fare, alla fine è solo una cena. Mi metto un vestito lungo a strisce bianche e nere e delle scarpe da ginnastica bianche. Spero non voglia portarmi in nessun ristorante lussuoso anche perché non sono dell'umore: preferirei una pizza al volo. 
Mi sono fatta le onde e mi sono truccata anche se in modo molto leggero. Stasera non è serata. Appena tornata a casa qualche ora fa non ho trovato i miei genitori, sembra quasi che stiano scappando da me ma prima o poi avrò l'occasione per parlare con loro. 
Prendo la borsa ed il telefono ed esco di casa per aspettare Mark.
Speriamo che questa serata finisca il prima possibile. 

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