19. fake it till you...?

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Villa Balestra, 2:35 a.m.

"Simone! Simone ti prego, dammi un'altra possibilità!"

Manuel sbuffa mentre il diretto interessato si sta buttando sulle spalle una felpa alla cieca, rassegnato all'idea di diversi occupare di quella situazione, di nuovo.

"Nce credo Simò," borbotta rigirandosi infastidito nel piumone.

"Scusa, adesso lo mando via," farfuglia lui, un piccolo cespuglio di ricci spettinati che si sfrega il dorso della mano sugli occhi semichiusi.

"Non è colpa tua. Però non me piace sta storia-"

"Manuel, per favore," sbotta spazientito "non ricominciamo."

E così Simone lo liquida e scende le scale con la luce spenta, sperando che la sua famiglia non sia costretta a passare l'ennesima notte insonne a causa sua.

O meglio, a causa di Nicolò, l'ex che da qualche mese a questa parte lo tormenta ovunque, a qualsiasi ora del giorno e della notte.

La prima volta che se l'è ritrovato all'uscita degli allenamenti di rugby ha provato compassione per una persona che semplicemente non è stata in grado di andare avanti.

Dopotutto lui è quello che ha sfasciato la macchina di Manuel per una sorta di gelosia che non aveva, forse, nemmeno il diritto di esistere.

Ha tentato di percorrere la strada dell'indifferenza, di vivere le sue giornate senza attribuire troppa importanza a una presenza ormai ineluttabile e indesiderata, e lui non l'ha mai ammesso, ma quando Nicolò si è presentato ubriaco sotto le sue finestre, ha iniziato ad avere paura sul serio.

E il guaio è quello si è rivelato solo il primo episodio di una lunga, spiacevole serie.

Ora, nonostante sia consapevole di quant'è sbagliato, lui crede di averci fatto l'abitudine e non sa nemmeno cosa fare per sbloccare la situazione, per fargli capire una volta per tutte che così non può continuare.

Ha apprezzato anche che suo padre gli abbia fatto un discorso serio, certamente, ma senza la pesantezza di chi sta cercando di impartire una lezione di vita.

L'ha solo seduto sul divano dopo l'ennesima volta in cui ha sorpreso Simone a sussultare al minimo rumore, e l'ha pregato di lasciarsi aiutare qualora non si fosse sentito al sicuro, ribadendo un'infinità di volte che lui non avesse nessuna colpa.

Anche se fatica a vedere Nicolò come una vera e propria minaccia, ultimamente sta iniziando a pensare che non tornerà più a fare una vita normale e del tutto libera, e questo lo spaventa più di quanto gli piaccia ammettere.

"Hai bevuto?" chiede stringendosi nelle spalle con la voce arrochita dal sonno, già affaticato da quella conversazione che gli pare di aver ripetuto un centinaio di volte.

"Simone, Simo, io lo so che tu mi vuoi ancora-"

"Ti prego, torna a casa," sospira in una supplica stanca.

Si avvolge ancora di più nella felpa, immediatamente a disagio quando nota il modo in cui l'altro lo fissa dalla testa ai piedi nemmeno fosse un pezzo di carne.

Come se la sola vista di Simone bastasse a fargli perdere ulteriormente la lucidità, come se fosse una sua proprietà che però ora non gli viene concessa.

E Simone odia con tutto il cuore sentire quegli occhi bruciare sulla pelle; lo fa sentire sporco, nulla più di un oggetto con un'etichetta addosso.

Nicolò fa per avvicinarsi, e lui riesce ad essere più svelto nello scansarsi per evitare di avere quelle mani addosso che ora, nonostante non gli si avvicinino da tempo, sembra di avere perennemente strette attorno alla trachea in una morsa che gli ruba l'ossigeno.

simuel - tutti gli universi più uno🍊Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora