- UCCIDERE, TORTURARE, MORIRE -

73 11 1
                                    

Vederlo tornare con Martha fu un colpo basso per lui.

Alas li vide entrare nella sala del buffet con le mani legate e dei sorrisi grandi quanto il suo dolore.

Eppure, una parte di lui era felice al pensiero che Zareb avesse trovato una brava ragazza con cui stare.

Basta, devono lasciarsi!, pensò subito dopo.

«Eccola, la mia coppia preferita!» esclamò, imitando l’enormità dei loro sorrisi.

Alas si avvicinò a loro con un passo alticcio e un braccio sollevato, per brindare alla loro salute.

«Alas, non hai nessun bicchiere in mano.» disse Selene, afferrandogli il polso per abbassargli il braccio e impedirgli di continuare a camminare.

Alas si guardò la mano e spalancò la bocca. Dopo aver strabuzzato gli occhi, urlò: «Questo è un oltraggioso!»

«Tieni, comportati bene. Non dire stronzate.» gli sussurrò la ragazza, concedendogli il suo bicchiere di vino.

«Sei l’amore della mia vita.» rispose lui, dandole un bacio sulla guancia.
«Dovremmo sposarci e avere tanti figli.» sussurrò poi, sorridendole con i denti scoperti e gli occhi socchiusi.

«Alas, smettila.» bisbigliò lei, mentre lo spingeva dal petto per allontanarlo dalla sua guancia.

«Oh, eccovi! Hai fatto tutto quello che ti ho detto, Zerbino?!» disse il ragazzo, quando Zareb e Martha li fronteggiarono.

«Alas!» sussurrò Selene, dandogli una gomitata sul braccio.

Martha lo guardò confuso, poi rivolse uno sguardo arrabbiato al mulatto e gli chiese: «Lo hai fatto?»

«Non ascoltarlo, è ubriaco. Vero, Alas?!» si intromise la biondina, dando una seconda gomitata al nominato.

«Cosa? Pff, nah! Mai stato meglio!»
Alas rise, facendo dondolare il busto.

Zareb sospirò dal naso e sussurrò: «Non posso lasciarti solo per un secondo».
Avvicinò la mano al suo bicchiere per sfilarglielo dalle dita, ma Alas allontanò il calice per impedirglielo.

«Eh no, eh! Questo è Billy, il mio fidanzato per stasera.» esclamò il biondo.
«Non hai idea di quante ne abbiamo combinate stasera!»

«Forza, Alas. Dammelo.» rispose il mulatto, avanzando una mano verso di lui.

A quel gesto, il biondo strinse il calice al petto e borbottò: «Tu hai Martha, io ho il vino. Mi sembra equo!»

«Alas!» lo rimproverò Zareb, cercando di mantenere un tono decoroso per l’occasione.
Tentò di afferrare una seconda volta il bicchiere che il ragazzo teneva ancora in mano, ma Alas girò ancor di più il corpo per non lasciarglielo fare.

«Non si ruba, giù le mani!» blaterò, dandogli uno schiaffetto sul dorso della mano.

«Comunque, non siamo ancora una coppia. Zareb mi deve un appuntamento.» disse Martha, attirando l’attenzione del mulatto.

«Questo non era nell’accordo.»

«Adesso sì!»

I due risero, e Alas palesò il suo disgusto con una smorfia che costrinse Selene a dargli una terza gomitata.

«Anch’io ho un accordo. Con quella bottiglia di vino laggiù in fondo!» esclamò il biondo, indicando un tavolo dietro di loro. Zareb guardò la bottiglia di vino posizionata sulla tovaglia bianca e sospirò.
«Le ho promesso di finirla entro stanotte. Con permesso!»

«Alas!» lo richiamò Zareb, ma il ragazzo si era già allontanato per raggiungere il tavolo.

Il mulatto lo seguì con lo sguardo prima di venire attirato dalla voce di Selene che gli suggeriva di lasciarlo perdere.

IL CANTO DELLE SIRENE (LA MALEDIZIONE DELL'UNIVERSO #2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora