CAPITOLO 15.2

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Labirinto 

La neve iniziò a cadere dolcemente, coprendo il sentiero già pieno. I tre si persero tra gli alberi, trovandosi bloccati da un tronco caduto. Lo superarono saltando, ma si ritrovarono spesso a tornare indietro a causa di incroci e strade interrotte. Phillip nitriva irritato ogni volta che l'investigatrice lo costringeva a prendere una via che voleva evitare. E dopo l'ennesimo sentiero imboccato, Loren perse la percezione dello spazio dopo aver preso diversi percorsi, mentre i ragazzi la seguivano attentamente, avendo già dimenticato le strade precedenti. Alla fine, la luce del sole rivelò la conclusione della via, che li portò in una valle innevata attraversata da un fiume. Cavalcarono verso una collina piena di alberi, senza guardarsi indietro, affrontando il vento gelido e le nuvole grigie che coprivano il sole. Poi arrivarono a un bivio che li costrinse ad attraversare la cima di una cascata.

Il panorama che si presentava davanti a loro era straordinario, ma al contempo estremamente insidioso. Le chiome degli alberi circostanti, gravate da un manto di neve, si piegavano sotto il peso della coltre bianca. Il fiume sottostante, in parte ghiacciato, non avrebbe offerto alcuna salvezza in caso di una caduta. Il rumore profondo e rimbombante della cascata, unito al fruscio del vento tra le fronde e al crepitio del ghiaccio, avrebbe coperto ogni cosa. Loren osservò attentamente il terreno scivoloso, ricoperto da uno strato di neve fresca, consapevole che ogni passo poteva rivelarsi fatale.

- Non mi piace! – sibilò Henry, quando vide la distanza che lo separava da quel fiume.

- State attenti! – affermò Loren, dando un leggero colpo sui fianchi di Phillip.

I cavalli furono guidati con attenzione, cercando di fargli poggiare gli zoccoli sulla neve piuttosto che sul ghiaccio nascosto. Quando arrivarono alla fine del percorso, Henry espirò un sospiro di sollievo e proseguì lungo un sentiero stretto che si snodava tra gli alberi. Raggiunto un bivio, si fermarono di nuovo per osservare il comportamento di Phillip. Mentre il cavallo guardava a destra, tutto sembrava tranquillo, ma quando Loren lo fece girare a sinistra, il destriero mostrò chiaramente la sua ostilità. Nonostante gli incoraggiamenti della ragazza, il cavallo si rifiutò di muoversi. Con nitriti forti e movimenti decisi, fece cadere l'investigatrice, nonostante fosse ben salda alle redini. Infine, si lanciò nella direzione opposta, tornando indietro da dove erano venuti.

- Detective! – gridò Benjamin, saltando giù da cavallo – State bene? -

Loren si alzò, stringendo la mano dell'ispettore, ma scivolò di nuovo sulla neve, emettendo un leggero gemito di dolore. Benjamin, quindi, la sollevò di peso, lanciando uno sguardo a Henry che si era affrettato insieme al suo cavallo. La mise sull'animale dove, immediatamente, il cacciatore la afferrò, stringendola attorno alla vita.

- State bene? – domandò Henry.

- Sì – rispose lei, cercando di gemere il meno possibile.

- Non sembra – commentò Benjamin.

- Mi basterà solo un po' di riposo. – ribatte la ragazza a sua volta – Continuiamo! – aggiunse, indicando la strada di sinistra.

- E Phillip? – chiesero i due ragazzi insieme.

- Non importa –

Benjamin sospirò e afferrò le redini del cavallo dell'amico. Ma una volta preso il sentiero, il destriero di Henry impazzì, facendo cadere entrambi dalla sella e fuggendo nella stessa direzione di Phillip. La detective si ritrovò con meno possibilità di continuare rispetto a prima, mentre Leroy si rialzò subito. L'ispettore, avendo ceduto il posto alla ragazza, ebbe tutto il tempo di allontanarsi, finendo per cadere in ginocchio vicino alla ragazza che si teneva la caviglia tremante.

- Vi fa molto male? – domandò Benjamin.

- Un po' più di tanto.

- Dobbiamo tornare indietro! – affermò immediatamente il sovrintendente, alla risposta dell'investigatrice.

- Assolutamente no! Abbiamo impiegato due giorni per arrivare qui solo con i cavalli. Non voglio sprecare questo prezioso tempo!

- Avete ragione – disse Henry, avvicinandosi – Ma non possiamo restare, ci sono i lupi e rimaniamo...

- ...i lupi, in Inghilterra, non esistono più da quando Enrico VII ha reso la loro caccia legale – lo interruppe la ragazza.

- Come? – chiese scioccato Benjamin, accanto a lei.

- In questa foresta non c'è nulla – Continuò lei, cercando di alzarsi in piedi

- Ma allora...

- ...Avete mai visto un lupo, signor. Leroy? – domandò nuovamente Loren, sostenendo tutto il suo peso su una gamba.

- No, in effetti.

- Allora continuiamo –

Dopo pochi passi, come era prevedibile, sembrò tornare per terra, ma fortunatamente l'ispettore fu pronto a evitare che cadesse di nuovo. Benjamin le afferrò la vita, facendola rabbrividire. I loro sguardi si incrociarono e un brivido le percorse nuovamente la schiena. Gli occhi scuri di lui si mischiarono con i suoi verdi. Le sue labbra a forma di cuore erano strette in una smorfia di disapprovazione e per la prima volta, Loren si sentì inferiore a lui.

- Avete una testardaggine fuori dal comune, lo sapete? – 

L'enigma della Bestia - Il caso della Bella scomparsaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora