CAPITOLO 18

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Buio 

- Dove sei? – Sussurrò, rialzandosi con determinazione.

Niente si mosse e nessuno le rispose. Era sola, accanto a due corpi che sembravano invisibili. Loren chiuse gli occhi, fece un sospiro profondo e li riaprì. Anche per lei, come per i due ragazzi, il panorama era completamente cambiato. In un quartiere buio, illuminato da qualche lampione isolato, in una tarda notte estiva, si trovò ai piedi di un alto e maestoso campanile, in cui le pietre si stagliavano contro il cielo. 

La detective non si guardò attorno, ma alzò subito lo sguardo verso l'alto, dove una figura in sottoveste bianca, in lacrime, si sporgeva dal bordo della torre. Una leggera brezza scompigliò i capelli biondi della donna, che osservava con desiderio l'asfalto, il freddo cemento che circondava gran parte della strada di quella città. Si arrampicò e, ai limiti del bordo della torre, spalancò le braccia, pronta a lanciarsi. Loren ebbe un sussulto nel rivedere quella scena, immobilizzandosi quando il volto dolce di quella ragazza la guardò con una disperazione palpabile. La giovane si gettò nel vuoto e la detective non poté far altro che assistere. 

Quando il corpo toccò il suolo, si levarono delle urla intorno. Quella strada non era vuota come ricordava, ma affollata da persone che, dopo aver riempito l'aria di grida, si voltarono a osservarla. I loro sguardi, inizialmente colmi di shock, si trasformarono in disprezzo, mentre il sangue del cadavere si diffondeva, macchiando la via. Un nodo si strinse nello stomaco e nella gola di Loren, che, sotto gli sguardi inquisitori, si sentì piccola e colpevole per quanto accaduto. Proprio in quel momento, un'ombra si alzò dietro di lei. Proprio in quel momento, l'ombra si innalzò dietro di lei.

- Se questo incidente venisse a galla, non saresti più considerata grande... –

Il respiro di Loren divenne così affannoso che temette di non riuscire a respirare più. Barcollò all'indietro, sul punto di svenire. Un fumo nero la circondò, inghiottendo tutto ciò che la circondava, mentre il grido di quella voce le rimbombava nelle orecchie. Continuò a vacillare, incapace di trovare una via d'uscita, sentendosi intrappolata in quell'errore. La figura oscura sorrise compiaciuta, pensando a quanto fosse stata facile da catturare rispetto agli altri due. 

Ma proprio in quel momento, Loren estrasse il crocifisso dalla camicetta e lo strinse forte tra le mani, intuendo che quella creatura aveva abbassato la guardia. Si voltò, nascondendo il crocifisso, e vide la figura nera, priva di corpo e anima, un ammasso che portava la siluette di un uomo, di colore scuro, privo di qualsiasi caratteristica umana, ma che si comportava come se fosse tale. L'investigatrice gli sorrise, avvicinandosi, e l'ombra, rendendosi conto della sua presenza, capì di essere stata ingannata.

- Se pensi che questo sia stato divertente... guarda quest'altro! –

Gli puntò il crocifisso sul volto indistinto e la figura emise un grido, assumendo finalmente un aspetto del tutto umano. Loren ebbe solo un istante per scrutarlo, prima che svanisse in una nuvola di fumo che si levò verso la nebbia. In quel frangente, però, non si lasciò sfuggire la spilla che adornava il suo panciotto: una rosa, come quella recuperata insieme al cadavere del signor Ellis. Tornò quindi nel cuore della foresta e, con una forza straordinaria, si affrettò verso Benjamin, che tremava. Lo strattonò, ma lui rimase immobile. Lo chiamò, ma non ricevette risposta. Così, mettendosi di fronte a lui, lo schiaffeggiò con tanta forza che anche lei cadde a terra.

- Che cosa è successo? – chiese l'ispettore, risvegliandosi sulla neve.

Si toccò le guance bagnate e osservò la detective, che giaceva sul terreno, esausta e incapace di sollevarsi sulle braccia.

- Svegliate il signor Leroy, non preoccupatevi per me – lo fermò, quando il sovrintendente tentò di avvicinarsi a lei.

Benjamin, andando dall'amico, rimase colpito dall'espressione che aveva sul volto. Lo chiamò e lo scosse, ma gli occhi di Henry erano fissi su un punto indefinito e le sue labbra, appena dischiuse, sussurravano una sola parola: assassino. L'ispettore si sentiva disorientato, poiché l'amico non rispondeva e lui non sapeva cosa fare. Dietro, la detective gli urlò di svegliarlo con un colpo deciso, e fu così che Henry si risvegliò a seguito di uno schiaffo. Ancora confuso, si guardò attorno con gli occhi lucidi, incrociando lo stesso sguardo di Benjamin. 

L'enigma della Bestia - Il caso della Bella scomparsaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora