La ragazzina

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Non avere fratelli è orribile.
Essendo l'unico figlio, ho ereditato io la casa dove vivevo con i miei genitori.
L'ho sempre detto: questa villa è troppo grande per tre persone, lo è sempre stata.
Quando ero più piccolo, la casa mi sembrava stranamente meno spaziosa, perché ovunque mi muovevo trovavo mia madre, mio padre o l'elfo domestico.
Io sono sempre stato un ragazzino tranquillo, in casa. Mia madre e mio padre mi avrebbero minacciato di morte, se mai avessi rotto qualcosa, con la scusa che è tutto antichissimo e costosissimo.
All'inizio ero condizionato da quello che dicevano, poi mi sono abituato: per quanto li riguarda, anch'io sono costosissimo. Sono sempre stato trattato come un oggetto da collezione. Mia madre è stata protettiva nei miei confronti in ogni occasione, e per mio padre, probabilmente, ero solo la conferma che almeno qualcuno avrebbe ereditato qualsiasi ricchezza della mia famiglia. Dovevo solo sposarmi con una purosangue. E così ho fatto.
Neanche la conoscevo. Quando io frequentavo il terzo anno, lei iniziava il primo. A scuola non l'avevo mai vista, forse solo con la coda dell'occhio una o due volte, ma non ci avevo mai parlato.
I miei mel'hanno presentata un anno dopo la caduta del Signore Oscuro.
Era solo una ragazzina, bassa e fragilissima, e aveva l'aria di essere molto timida.
Io ero già alto e forte (modestamente), avevo 18 anni, mentre lei ne aveva soltanto 16.
Ci hanno letteralmente ordinato di fare amicizia, con la scusa che i nostri genitori si conoscevano, che erano ottimi amici, e che la loro era una famiglia rispettabile eccetera eccetera.
Ci hanno lasciati soli a guardarci per due ore, senza scambiarci una parola.
Astoria, si chiama.
Lei era cotta di me, si vedeva da metri di distanza. Ogni volta che mi muovevo minimamente lei arrossiva e si tormentava le manine sottilissime, che davano l'impressione di poter essere trasparenti contro la luce del sole.
Quando se n'è andata le ho rivolto un semplice "ciao", e lei ha accennato un sorriso.
-Avete parlato? Le hai fatto vedere la casa?- aveva chiesto mia madre.
-No- ho risposto semplicemente -E non ho intenzione di conoscere una persona così-.
Allora mio padre, che stava ascoltando la nostra conversazione, si avvicinò a me e cominciò a dire cose del tipo "Non troverai mai una ragazza se fai così" o "È ovvio che nessuna ti guarda, con questo carattere" oppure "vedi bene di cambiare, e sii meno testardo".
Quindi non avevo proprio più scelta.
Ci siamo sposati completamente contro ogni mia volontà, anche se lei pareva sinceramente felice.
Come ho detto prima, la casa dove vivevo da piccolo adesso è mia. I miei genitori sono ancora vivi, però si sono trasferiti, perché secondo loro "non aveva senso vivere col figlio sposato, e non aveva senso rimanere solo in due in quella villa enorme".
Ebbene.
È per questo che adesso Astoria si trova seduta accanto a me ed a nostro figlio Scorpius.

Dal punto di vista di un SerpeverdeWhere stories live. Discover now