5. Mike senza la sua Julie

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Eravamo in quella che la padrona del posto chiamava la "sala comune", un salotto accogliente con un camino spento al quale era appoggiata l'unica TV della pensione - se non contiamo quella nella stanza della preside, probabilmente una delle prime televisioni apparse sulla terra. Sulle pareti vi erano librerie ricolme di libri in italiano, latino e greco, tutte opere dei millenni precedenti. Avevo provato a sfogliarli, per noia, ma non ci capivo niente.

Le luci erano accese e il condizionatore anche. Fuori il cielo era opaco e continuava a piovere, c'era poca luce e il non poter uscire deprimeva tutti. C'era un silenzio tombale in quella stanza, ognuno si faceva gli affari suoi.

Per esempio io e Luke eravamo seduti per terra a guardare i video strambi di YouTube sul mio telefono.

Lui era appoggiato con le spalle al divano rosso posto al centro della stanza, e io tra le sue braccia. Una cuffia lui e una cuffia io.

«Aspetta, ti faccio vedere una cosa, ma giura di non ridere» mormorò al mio orecchio in tanto che afferrava il mio telefono. Annuii.

«Ho detto giura!» disse severo.

Ridacchiai «Ok, ok...giuro solennemente di non ridere!» dissi con la mano sul cuore.

«Meglio» sorrise iniziando a tastare qualcosa nelle ricerche.

5 Seconds Of Summer...è il nome del gruppo con Mike e gli altri, se non mi sbagio.

Aprì un canale con quel nome, con una ventina di video e un centinaio di inscritti.

«Io e i ragazzi facciamo video su YouTube da quando avevamo all'incirca quindici anni, ora ne apro uno, ma tu non devi ridere, lo hai promesso» spiegò sussurrando nel mio orecchio in cui non cera l'auricolare.

«Sì, posso sceglierlo io?» domandai eccitata come una bambina in un negozio di caramelle.

Annuì ridendo.

Aprii un icona dove c'era solo Luke la quale didascalia diceva "Just the way you are - Bruno Mars ;)". L'occhiolino alla fine mi ispirava.

Il video si caricò e partì. La qualità e la luce non erano di certo le migliori. Luke era al centro dell'inquadratura ed era molto più piccolo, avrà avuto all'incirca quattrodici-quindici anni. Era piuttosto bruttino e con i capelli conciati in un un modo strambo.

Iniziò a suonare la chitarra e a cantare, ma il suono troppo alto dello strumento copriva la voce. Iniziò a cantare più forte, quasi urlare, il ritornello. Sì, era bravo, ma non come adesso.

Iniziai a ridere involontariamente notando le smorfie che faceva quando cantava. Lui mi strattonò ridacchiando, facendomi capire di smetterla. Per un momento mi fermai, ma poi ricominciai a ridere peggio di prima.

«Smettila» rise «Avevo all'incirca quindici anni!».

«Scusa» non riuscivo a fermarmi «Ma ci mettevi così tanto sentimento e passione» lo presi in giro.

Mi fece la linguaccia poi mi fissò serio «Non ho ancora lo stesso difetto mentre canto, vero?» chiese preoccupato.

Stoppai il video e mi voltai afferrandolo per le guance «No, ora sei bellissimo e fantastico quando canti, e sei anche molto più bravo».

Un'altra settimana con HemmingsWhere stories live. Discover now