CAPITOLO 59 - LONELINESS

113 14 24
                                    

La calma è il segno distintivo di coloro che sono potenti.

🌊

I giorni trascorrevano uno dopo l'altro e il Natale si stava velocemente avvicinando.

- Lo dovevamo trascorrere assieme, maledizione! - Disse Katsuki, trascinandosi in qualche modo in bagno per sciacquarsi il viso.

Quanto aveva bevuto? E tutto perché due giorni prima aveva incontrato per sbaglio Izuku in compagnia di una ragazza.

Era in una caffetteria assieme a Kirishima per uscire un po'. Era assillato dalle parole che Izuku gli aveva detto andando via da casa sua: Già, questo è quello che tu vuoi vedere, Bakugo. Izuku Midoryia mi chiamo Izuku Midoryia. Deku è morto ieri mattina.

Perché erano affilate come rasoi? Aveva guardato e riguardato un'infinità di volte quegli scatti che ritraevano il verdino assieme a dei ragazzi e non era riuscito a trovare nulla che facesse capire che fossero state ritoccate.

Ma allora perché quegli smeraldi sembravano così maledettamente sinceri?

Ora lo sguardo che amava più di ogni cosa era scomparso, lasciando posto a occhi freddi e glaciali che gli mettevano i brividi.

Seduto su una sedia vicino alla vetrata stava sorseggiando il suo caffè che ora prendeva amaro. Non più zucchero o caramello perché gli ricordavano Izuku. Mentre Kirishima non smetteva un secondo di parlare, lui si limitava a dire solo si e no o mugugnare qualcosa.

La porta del caffè si aprì e il classico campanellino annunciò l'entrata di nuovi clienti. Katsuki aveva lo sguardo rivolto verso la sua tazzina. Non gli interessava chi entrava o usciva da lì, ma quella risata, quella risata era inconfondibile.

I suoi rubini si alzarono in automatico e lo sguardo vagò alla ricerca di quella persona. Ed eccolo li in piedi al bancone in attesa di essere servito. Era in compagnia di una ragazza bassa con capelli castani e stavano parlando allegramente.

Izuku aveva aperto il lungo cappotto nero mettendo in mostra il suo outfit. Indossava dei jeans chiari e un maglione beige con sotto una camicia della quale spuntava fuori solo il colletto.

Era dannatamente bello, nonostante fosse dimagrito parecchio. I capelli erano più lunghi, i lineamenti del viso più duri e i suoi occhi...beh, quelli erano due pozze verdi oramai spente.

Katsuki si perse a guardarlo a lungo. Con ogni probabilità aveva iniziato a fare palestra. Lo si vedeva dalle gambe toniche e dalle braccia che, nonostante fossero coperte da strati di tessuto, risultavano più muscolose.

Notando che si era imbambolato, Kirishima si voltò a vedere cosa stesse guardando e spalancò gli occhi.

- Izuku...- Disse un po' troppo forte.

La ragazza che era assieme al verdino si girò nella loro direzione e diede una gomitata al suo amico.

Izuku rimase fermo con la tazzina a mezz'aria nel vedere seduto lì davanti a lui, Katsuki assieme a Kirishima.

I loro occhi si incatenarono e per un secondo, solo per un secondo, a Katsuki sembrò di rivedere quel luccichio che lo aveva ammaliato molto tempo prima, ma fu immediatamente sostituito da occhi freddi e inespressivi. La mascella si era contratta, segno che non aveva piacere di rivederlo.

Izuku pagò le loro consumazioni e disse qualcosa alla sua accompagnatrice, ma Katsuki non riuscì a sentire. Vide solo che la ragazza scuoteva la testa con vigore e il labiale diceva no, e poi qualcos'altro.

Era nervoso e Kirishima non era certo d'aiuto, continuando a ripetere il nome del verdino, come se davanti a loro si fosse materializzato un fantasma.

Izuku richiuse il cappotto e con un tocco molto delicato sistemò la sciarpa alla ragazza per poi farle cenno con la testa di andar via. Solo lei si voltò un ultima volta a guardarli, per poi sospirare e seguire con passo lento Izuku che invece varcò la porta senza mai guardarlo.

PER COLPA DI UN'ONDADove le storie prendono vita. Scoprilo ora