Parte 46

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Sono seduta sul divano della casetta, continuando a fissare il vuoto da non so quanto tempo.
Chiara entra nella stanza con un sorriso, ma appena mi guarda, capisce che c'è qualcosa che non va. "Ehi, tutto bene?" mi chiede, sedendosi accanto a me.

"Sí, certo..." rispondo in fretta. Non voglio parlarne, non ancora.

"Isa, sei un libro aperto, lo sai, vero?" ribatte lei, dolcemente, piegando la testa di lato.

Mi mordicchio il labbro inferiore, cercando di non incrociare il suo sguardo. Non so perché, ma mi sento improvvisamente sopraffatta. "È solo... niente di che" inizio, ma Chiara mi blocca.

"Isa" insiste, prendendomi una mano. "Cosa c'è? È Luca? È qualcosa che hai saputo?"

Scuoto la testa, ma la pressione delle sue domande mi fa crollare. "Non è niente di nuovo, davvero" ammetto, la voce più bassa. "Solo che... non so dove andare per le vacanze"

Chiara mi guarda con occhi grandi, sinceri. "Cosa intendi?"

Respiro profondamente. Non mi piace essere così trasparente, ma ho bisogno di dirlo a qualcuno. "Prima di venire qui, vivevo con una ragazza, fuori Bologna. Ma adesso ha trovato un'altra coinquilina, e io... io non ho più un posto."

Chiara rimane in silenzio per un attimo, il tempo di assorbire le mie parole. "Isa, ma perché non ne hai parlato prima? È una cosa grossa!"

Scrollo le spalle, cercando di far finta che non sia così. "Non volevo disturbare nessuno. Voglio dire, non è che possiamo restare qui per sempre..."

Lei mi guarda come se avessi detto la cosa più assurda del mondo. "Isa, sei pazza? Questo è il tipo di cose per cui devi chiedere aiuto. E sono sicura che Maria troverà una soluzione."

Faccio un sorriso forzato. "Non lo so. Mi sembra di chiedere troppo."

"Non lo è" ribatte Chiara, decisa. "Prometti che ne parli con Maria. Perfavore"

Annuisco piano. "Ok, ci proverò."

Chiara sorride amaramente, stringendomi la mano. "Brava. E ricordati, non sei mai sola."

Rimango lì per qualche minuto dopo che se ne va, fissando il telefono. Alla fine, con un respiro profondo, compongo il numero della produzione.

"Scusate posso parlare con Maria? Grazie" chiedo al piccolo telefono blu.
Mi risponde Paola, devo attendere giusto qualche minuto e poi lei sarà in contatto con me.

"Ciao piccina, è successo qualcosa?" la voce di Maria risuona nella piccola stanza "Ciao Maria, no volevo solo chiederti una cosa, in realtà non so nemmeno se posso chiederla o se sei la persona giusta" "dimmi tutto non ti preoccupare, una soluzione la troviamo" deglutisco ed è come se avessi un nodo alla gola. "Tu sai quale era la mia situazione a casa" inizio,  la voce quasi mi trema, ma fortunatamente Maria non mi interrompe "Sai di mio padre giusto?" "Si mi ricordo tutto" menomale, non sarei riuscita a spiegare tutto un'altra volta. "Io vivevo in un appartamento fuori Bologna prima di venire qua con una ragazza, una settimana fa mi ha rimpiazzato con un'altra coinquilina" "Oh... Ciccia mi dispiace" c'é quasi un po' di pena nella sua voce "grazie, volevo chiederti, se fosse possibile sennò mi arrangio non é un problema, se potessi rimanere qui, anche a spese mie" c'é un silenzio imbarazzante, assordante "io Isa non ti posso dire subito di si perché è una situazione che non mi era mai capitata, però credo che non sia un problema, ma prima di darti risposte devo sentire" deglutisco ancora "grazie mille, scusatemi, non volevo recare disturbo" "non dire cavolate Isa, non ti lasceremmo così per strada".

Dopo aver parlato con Maria, rimango seduta nella piccola stanza per qualche minuto, cercando di raccogliere i pensieri. Il cuore mi batte ancora forte. Non so se sia per l'imbarazzo di averle chiesto aiuto o per il sollievo di sentire che qualcuno si prenderà cura della situazione.

Duetto di cuori -Luk3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora