Capitolo 12

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Alexa corse a perdifiato, seguita a ruota dagli altri. Attorno all'arena si era radunata una piccola folla, che osservava silenziosa quello che stava accadendo, senza muoversi o parlare.
"Cos'è successo?" gridò Alexa, spintonando i semidei tentando di farsi strada.
"Si è scatenata una rissa e sono in quattro contro Rheim!" gridò di rimando Piper, aiutando l'amica.
Riuscirono finalmente a vedere. La ghiaia del terreno era ricoperta da spruzzi di sangue. Tre semidei giacevano a terra, le armi di legno da allenamento spaccate, due di loro avevano il naso rotto, mentre l'altro un occhio nero ed il labbro spaccato. Rheim era in piedi al centro, mentre con una mano serrava la gola del più grande dei quattro, sollevandolo da terra. L'energumeno aveva il naso ed il labbro che sanguinavano copiosi, mentre con le mani tentava di allentare la presa del sicario, artigliandogli i polsi, che restava immobile, come una roccia. Il figlio di Ade aveva solamente un taglio poco profondo che gli attraversava la guancia, ma per il resto sembrava stare bene.
La cosa peggiore però erano i suoi occhi. La sclera e la pupilla era completamente nere, dandogli un aspetto quasi demoniaco.
"Rheim..." lo chiamò Alexa cercando di mantenere una voce calma.
"Per favore mollalo..."
Il sicario si voltò verso di lei. La ragazza non indietreggiò, tenendo lo sguardo fisso sul ragazzo.
"Mollalo." ripeté.
Rheim si riscosse, mentre gli occhi tornavano quelli di sempre. Lasciò andare l'energumeno, che cadde a terra tossendo e respirando. Il figlio di Ade gli lanciò un ultimo sguardo disgustato, prima di andarsene, spintonando la folla, che era rimasta immobile fino a quel momento.

"CHE DIAVOLO TI È VENUTO IN MENTE?" sbottò Annabeth, chiudendo dietro di se la porta.
"Hanno iniziato loro, io volevo solamente allenarmi!" rispose.
"Rheim, il punto è che siamo sull'orlo di una guerra. Non possiamo permetterci problemi, hai visto come ti guardava la folla riunita attorno a te?" mormorò Hazel, cercando di tranquillizzare gli animi.
"Ho visto perfettamente come mi guardavano! Esattamente come chiunque in questo dannato Campo!"
Rimasero tutti in silenzio.
"Bah...ho capito. La prossima volta mi limiterò a spaccargli il naso." grugnì poco convinto per poi voltarsi verso Alexa con uno sguardo preoccupato.
"Che ha detto Solace?" chiese gentilmente.
La figlia di Ecate scosse la testa. "Ancora nulla, dice che a momenti avrà i risultati delle analisi" mormorò.
Rheim annuì.
"Allora. L'ultimo bersaglio è Talia Grace. Come la uccidiamo?" domandò, giocherellando con il braccialetto d'oro.
"Ehm...Talia è mia sorella. Non la uccideremo."
"E come faremo allora?"
"I Semi di Melograno degli Inferi. Ne mangerà uno è poi lo vomiterà. L'anima di Orione si ricongiungerà con il suo padrone." spiegò Annabeth.
Rheim lanciò un'occhiata perplessa a Nico, che annuì convinto.
"Va bene... partiamo con un viaggio nell'ombra allora" mormorò.
"Meglio di no. Talia è la Generale delle cacciatrici, lei potrebbe anche accettare che piombiamo davanti a loro di colpo, ma le sue compagne ci ucciderebbero prima ancora di permetterci di spiegarli il motivo per cui siamo li. Andremo con un veicolo del Campo. Io direi di fare così: io, Rheim e Piper andremo dalle Cacciatrici, voialtri preparerete le difese del Campo, avvisando i Romani della guerra imminente" disse Jason con tono autoritario.
I semidei annuirono, mentre Nico passava un seme degli Inferi a Rheim.
"Fate alla svelta a farglielo vomitare, o potrebbe morire e rimanere bloccata negli Inferi per sempre." sussurrò nell'orecchio del fratello.
"Ottimo... Quando partiamo?" domandò Piper.
"Domani, se per voi va bene. Sono stanco, vado a riposare. Non aspettatemi a cena." Li salutò Rheim uscendo dal Senato e dirigendosi verso la Cabina di Ade. La verità era che era seriamente stanco, anche se non ne capiva il motivo. Era uscito dall'infermeria che stava perfettamente e adesso, dopo neanche un'ora, si sentiva a pezzi. Passò davanti all'ospedale del Campo, dove intravide dalla porta aperta i quattro Romani dell'arena. Erano tutti quanti sdraiati sui lettini, i nasi e le labbra spaccate era state medicate, anche se due di loro avevano ancora un occhio nero e gonfio. Will stava sistemando l'ultimo, quando si accorse di Rheim che fissava da lontano. Si concedò dal ragazzo che stava curando e corse verso il figlio di Ade.
"Rheim.... aspetta" gridò.
"Cosa c'è?"
Il figlio di Apollo gli arrivò accanto, respirando a larghe boccate.
"Senti, volevo parlarti di... Alexa." mormorò riprendendo fiato.
Rheim si fece immediatamente serio.
"Cos'ha allora?" domandò.
"Lei....lei è incinta."
Il figlio di Ade si sentì il mondo crollare addosso, mentre sgranava gli occhi, ripetendo mentalmente le tre parole dette dal biondo.
"In....Incinta..." sussurrò, scuotendo lentamente il capo.
"Si..." annuì Will, indeciso se scappare o rimanere.
Rimasero un secondo in silenzio, mentre Rheim sentiva le gambe cedergli. Alexa incinta.
"Sei sicuro di quello che dici?" chiese non distogliendo lo sguardo da terra.
"Si... i test ed i sintomi non lasciano dubbi."
"....grazie per l'informazione. Non dire niente a nessuno. Ci vediamo." disse con voce atona. Si voltò e si diresse verso la Cabina di Ade La capanna, nera come l'ossidiana, si stagliava in pieno contrasto con l'intero Campo Giove, pieno di colori e allegro. Rheim aprì la porta, con l'intento di sdraiarsi sul letto, trovandolo invece già occupato. Alexa era sdraiata, fissando il soffitto, i capelli biondi disordinati.
"Come diamine hai..."
La ragazza si tirò a sedere, sorridendo.
"Mentre tu chiacchieravi con Will io ti ho superato, senza che te ne accorgessi. Ha i risultati degli esami?"
Il sicario si grattò il capo, cercando le parole giuste.
"Si... Alexa, sei incinta"
Angolo Autore:
Ehi ehi ehi Gente Divertente, eccomi tornato. La domanda di oggi sarà un filino più personale:
-qual'è la vostra serie televisiva preferita?
Per adesso le mie sono: Arrow, Rush e Gomorra (diamine se adoro quel telefilm).

The Hades' Son: Hit ManDove le storie prendono vita. Scoprilo ora