BLACK (Harry Styles) -Italian Translation

Capitolo 2

È tardi e le mie braccia sono infiammate e doloranti. Non penso che un professore universitario abbia il consenso per trattare uno studente in quel modo. Francamente, lui è strano per i miei gusti. E un po' troppo giovane per essere anche considerato un professore. Non capisco a cosa la scuola stesse pensando. E che cosa succede con lui e perché non usa neanche il suo nome completo?

Guardo di nuovo il programma scolastico.

Professore H.

Scritto in modo chiaro al centro con lo stile Ariel, nero e in grassetto. Non c'è neanche il suo cognome. Come se lui volesse che noi considerassimo Professore come suo vero nome. Roteo gli occhi al fatto che ha avuto il coraggio di legare entrambi i miei polsi con la sua dannata cravatta.

Apro lo schermo del mio portatile, immediatamente clicco sull'icona Internet. Il sito della scuola appare e io comincio ad inserire il suo nome. Sfiorando il mouse arrivo alla sezione di Legge. Cerco il suo corso, quando compare una figura- e certamente è l'unico e il solo Professore H. indossa un completo grigio dalla testa ai piedi.

Diverse classi immediatamente compaiono sotto la sezione classi, riconosco la classe a cui sono stata assegnata e anche qualcun'altra. "Non è possibile che lui insegni tutte queste classi" Dico a me stessa, è piuttosto intelligente.

Ricerco di nuovo ma questa volta Google mi sorprende non avendo nessun risultato; escludendo il suo profilo scolastico seguito da un sito senza nome che include la lettera H. Non do peso a quest'ultimo. Non sembra avere ciò di cui ho bisogno.

Sospiro delusa. Il fatto che qualcuno così giovane come lui non ha interesse per i mezzi di comunicazione è strano, lui è abbastanza giovane e non capisco il motivo per cui la sua faccia non sia su ogni social network. Non ha neanche un profilo Facebook. Ci deve essere qualcosa su di lui- a parte il comportamento volgare che usa. Senza dimenticare i commenti maleducati e il fatto che si faccia chiamare Professor H. Che cosa diavolo significa in ogni modo?

È imbarazzato dal suo nome? La mia frustrazione cresce con ogni domanda senza risposta che mi faccio. Ci deve essere qualche informazione su di lui, qualcosa che lui ha fatto. Ricercando di nuovo, scrivo Hank. Aspetto ma non usce niente nella mia ricerca. Qualcosa di più intelligente arriva nella mia mente.

Hames. Lo scrivo ma non ho fortuna neanche questa volta. Gli stessi risultati nulli escono con il nome di Henry e così via con qualsiasi nome posso pensare con la lettera H.

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La mattina mi sveglio infastidita, la mia faccia è poggiata sul portatile e una sveglia è posizionata al lato della mia testa. Non posso credere di aver passato quasi tutta la notte a ricercare qualcuno che non conosce neanche la prima lettera del mio cognome.

Giusto in tempo. La classe di H comincia in un'ora e io non mi sono ancora lavata i denti. Corro verso la porta del bagno, fisso lo specchio macchiato di trucco. I miei capelli sono  attorcigliati ed in disordine, sono raggruppati in uno chignon sulla mia testa. Li lascio in quel modo. Non c'è il bisogno di rendere presentabili i miei capelli se poi vengo trattata come un oggetto di scena.

Prendo posto nella terza sedia della seconda fila aspettando la sua entrata. Molti studenti sono già seduti. Alcuni parlano in privato tra di loro mentre altre voci fanno eco rumorosamente. E a mio favore so già di chi e su che cosa stanno chiacchierando. Roteo gli occhi, il fastidio si fa chiaro nella mia espressione mentre scivolo nella sedia, nascondendo il mio corpo dagli altri. Questo non è il modo in cui voglio trascorrere i giovedì mattina. Sono passati dieci minuti da quando ho piantato il mio corpo su questa sedia di legno e lui non è ancora qui, che sorpresa. Le conversazioni si svolgono tutte intorno a me, ci devono essere più o meno trenta studenti e io mi sento ancora da sola. Loro mi circondano ma io sento che le loro facce erano più lontane di quello che sembrano.