Capitolo 24

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Quello doveva essere un giorno importante, da ricordare, da raccontare alle amiche ,eppure non ne ero del tutto convinta.

Quel giorno che tanto in passato avevo aspettato e agognato, adesso non mi sembrava niente di che.

O meglio, il 50% di me credeva che fosse una cosa meravigliosa, e l'altro 50% era convinto del fatto che fosse assolutamente sbagliato.

Perchè dovevo essere perennemente in continua lotta con me stessa? Ci sarebbe mai stato un periodo di pace?

Forse c'era già stato.

Ormai mi guardavo allo specchio da sette minuti buoni, statica, nel mio abitino bianco panna che metteva in risalto le mie curve, non sapendo ancora con quale parte di me stessa schierarmi. Perchè, una delle due aveva ragione, no? Ma quale?

«Paola, due cose» esordì Klaudia, una volta entrata in camera mia «uno, sei favolosa, e due, Federico è arrivato e ti sta aspettando giù»

Mi voltai verso la mia amica e annuii; ridiedi un'altra alla mia figura allo specchio e feci un respiro profondo, chiudendo gli occhi.

«Tranquilla, andrà bene» mi rassicurò lei, con un sorriso raggiante, al quale risposi con un flebile «sì» poco comprensibile.

Scesi le scale ed indossai il cappotto, salutai Klaudia ed uscii di casa, sentendomi quasi sicura di me.

Federico mi aveva invitata a cena fuori, il nostro primo appuntamento.

Cioè, il nostro primo appuntamento di adesso, dato che lo avevamo già avuto, e posso ammettere di ricordarmelo come se fosse ieri -andammo a mangiare in un ristorantino, dove poi incontrammo cinque ragazzi della sua comitiva e fui costretta ad aggeggiare al mio telefono per tutto il resto della serata-, ed io ero comunque agitatissima. A pensarci bene, non ero mai nervosa, eppure stavolta mi sudavano le mani.

Per cosa poi? Forse avevo paura che potesse succedere come tempo fa, ma credevo davvero che fosse cambiato, perciò dov'era il problema?

La mia mente non poteva evitare di fare paragoni: se avessi avuto un primo appuntamento con lui, come sarebbe stato?

Ma poi, perchè in ogni cosa che facevo, il suo pensiero si faceva spazio dentro di me? Era assurdo quanto quel ragazzo condizionasse ancora la mia vita, nonostante..

«Buonasera delizia» Federico mi sorrise, aprendomi lo sportello.

Fortuna che riusciva a distrarmi. Entrai in macchina ed aspettai che si sedesse al posto del conducente. Partì subito dopo, sorridendo per tutto il tragitto; io tamburellavo nervosamente il piede per l'agitazione.

''Dannazione,calmati! È solo un cazzo di primo appuntamento.''

Arrivati al ristorante -quattro stelle, per la cronaca-, lasciammo i cappotti al guardaroba e andammo verso il tavolo con prenotazione 'Abete'. Mi tenne la mano da quando ha parcheggiato fino a che non ci siamo seduti.

Che tenero.

«Con questo vestito sei bellissima» si sistemò sulla sedia «non che vestita normalmente tu sia brutta, perchè tu stai bene con tutto, anche con la tuta e senza trucco, anche perchè sei bella in qualsiasi modo, perciò io non volevo..»

«Hey» lo fermai, anche lui era nervoso -che carino- «tranquillo, ho afferrato. Grazie. Anche tu sei molto bello» sorrisi.

Federico arrossì un po' -che spettacolo, lui non lo faceva mai, avrei voluto immortalare quel momento- e abbassò lo sguardo, mugugnando qualcosa - ''non è vero,non me lo sta dicendo sul serio'' o qualcosa del genere, dopo qualche minuti arrivò il cameriere -rigorosamente maschio, per la mia fortuna- a prendere le ordinazioni - avrebbe pagato tutto Federico, ma i soldi gli uscivano dal culo?

Solo una sfidaWhere stories live. Discover now