Capitolo 26

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Il bianco era l'unico colore che vedevo, anche se era parecchio confuso, uno strano odore mi invase le narici, facendomi pensare che facesse proprio schifo. Mi passai una mano sulla faccia, scoprendo che non potevo muovere più di tanto il braccio perchè era attaccato da qualche parte che ancora non vedevo.

C'era qualcosa di positivo in quella situazione? Non sapevo dove fossi, c'era un odore terribile e non potevo neanche muovermi.

«Dottore, dottore! Si è svegliata!» trillò una voce che mi fracassò i timpani.

Che cazzo aveva da urlare questa?

«Signorina Marotta, ben svegliata» una voce maschile si fece strada nelle mie orecchie «come si sente?»

«Come un topo mangiato da un gatto e subito risputato» risposi a fatica, ricordandomi una delle battutacce di Stash.

«Mi avevano informato del suo senso dell'umorismo, signorina» l'uomo fece una risatina «vado ad avvertire che si è svegliata, okay?»

«Avvertire chi? Perchè?» sbattei più volte le palpebre, alzandomi con cautela a sedere, riconoscendo il dottor Rea.

«Vede signorina, due giorni fa un ragazzo l'ha portata qui in ospedale, dicendo che era svenuta di fronte a lui» mi spiegò il mio dottore di fiducia «è molto debole, ha avuto un calo di forze, provocato da stress e forse dal fatto che era sotto pressione per qualcosa. Dovrà stare a riposo per qualche settimana, niente attività impegnative, niente alcool -se non in minima e in piccolissima dose, non esageri-, e tranquillità assoluta ,come ho detto ai suoi genitori»

«Ah, wow» sbuffai «posso almeno fumare, vero?»

«Non si è svegliata per due giorni e c'è un corteo di persone ad aspettarla, e lei pensa se può fumare?» il dottore si lasciò andare ad una divertente ed ilare risata «c'è una ragazza castana che non smette di fare avanti e indietro e un ragazzo dagli occhi verdi che non la finisce di muovere la gamba, e forse sarà il trentesimo caffè che prende, e lei davvero pensa se può fumare? Lei è il colmo, signorina Marotta»

Scosse la testa, divertito, mentre uscì dalla porta, seguito dall'infermiera che andava non so dove.

Che aveva da ridere quello? Fumare è un bisogno umano.

Che poi, a dirla tutta, neanche mi aveva risposto, mpf.

Avrei dovuto fare la vita da asociale per non si sa quanto? Datemi la forza.

Ragazza castana e ragazzo dagli occhi verdi, eh? Si erano preoccupati.

Significa che ci tenevano davvero a me, e quel pensiero mi fece sorridere.

Solo che, se Cristian non avesse smesso di prendere caffè, sarebbe diventato nevrotico al millesimo stadio, più di come lo fosse già.

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Sono stata addormentata per due giorni e c'era una fila di persone che voleva vedermi: diamine, neanche fossi la Regina Elisabetta! I miei sono passati a farmi un saluto e per vedere come stavo, poi buona parte della famiglia -quella che non era troppo lontana-, e la processione degli amici.

«Sei una stupida! Ci hai fatti preoccupare tutti!» Klaudia mi bloccò in un abbraccio.

«Klau, mi stai soffocando. Klaudia, non respiro» cercai di scollarmela di dosso.

«Ed io che ero a casa a farmi i cazzi miei.. ero tranquilla, poi Mattia mi ha chiamato e-» iniziò a raccontare.

«No no no, aspetta. Mattia che cosa?» spalancai gli occhi.

Ora ricordavo.. stavo parlando -okay,discutendo- con Mattia e poi.. oh,va bene.

Quindi è lui che mi ha portato qui? E' lui che il dottore aveva detto?

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