Scherzi

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È Damien ne sono sicura.
Stessi capelli neri, stesso sorriso furbo, ma... i suoi occhi.
Non sono dorati e rossi come ora.
Sono... semplicemente azzurri.
Accanto a lui c'è un bambino poco più piccolo, probabilmente suo fratello, ha i capelli biondi, ricci e gli occhi turchesi.
Il bambino sorride felice mentre Damien... finge di essere tranquillo.
Il suo sorriso è teso, nervoso come se qualcuno gli stesse ordinando di sorridere per non rovinare la foto.
Dietro di loro il bosco e probabilmente quella che era la loro casa, tutta in legno.
Damien fa uno strano verso e si stringe di più a me così per paura che si svegli esco dalle immagini e spengo il cellulare appoggiando sul tavolino accanto a noi.
Lui strofina la guancia sul mio seno e espira rumorosamente.
《 Sabri... ti amo... ti amo... non... non... ti sto... dicendo... una bugia. Non... non... sono... un... bugiardo. Io non sono... non sono come la... la mamma 》
Lo guardo confusa.
Sta parlando nel sonno?
E... devo prende sul serio quello che dice?
Che mi ama e... cosa c'entra sua madre?
Mi stringe ancora di più al mio corpo quasi a soffocarmi.
《 Eih... Damien stai bene? 》
Lo scuoto per un bel po prima di riuscire a svegliarlo.
《 Sa... Sabrina... qualcosa non va? 》
《 No, tu piuttosto stai bene? Mi stavi stritolando, ho pensato... che avessi avuto un incubo non so 》
Lui fa un'espressione confusa, ma dura poco.
《 Scusa... ti ho fatto male? 》
《 Certo che no 》
Gli do un piccolo bacio sul naso, ma lui non sembra abbastanza sazio visto che poggia subito le sue labbra sulle mie in un bacio passionale.
Mi porta le braccia intorno al suo collo mentre le sue mani mi accarezzano lentamente il busto, con la punta delle dita mi sfiora i seni e quando vede che non lo respingo la sua mano mi accarezza lentamente il capezzolo facendomi rabbrividire.
Lui fraintendendo prende la coperta appoggiata accanto a noi e me la stringe attorno al corpo, poi mi fa risdraiare sul divano con lui sopra.
Beh io sto bene, molto più che bene anche così.
Essere stretta tra le sue braccia muscolose mentre la sua bocca massaggia la mia è... un paradiso.
Tutto quello che ci circonda non esiste, ora capisco quelle coppiette che si scambiano effusioni anche in mezzo alla strada, il mondo ti sembra così stupido ed insignificante se sei tra le braccia della persona che ti fa sentire al sicuro, che ti fa sentire importante.
Mentre mi bacia il collo si alza leggermente da me e subito il suo sguardo cade sul suo cellulare sopra al tavolino.
Oh.
Oh.
Speriamo bene.
《 Perché il mio cellulare è là? 》
Mi chiede lui con tono sospettoso e forse irritato.
《 L'ho visto per caso, credevo ti desse fastidio nella tasca così l'ho appoggiato sul tavolo 》
Lui mi guarda per vari secondi senza dire una parola.
Non so, ma ho come la sensazione che non avrei dovuto guardare quella foto.
《 E hai visto qualcosa? 》
《 No. Cioè l'ho un attimo accesso per vedere l'ora 》
Sì, se ti inventi una storiella sembra più credibile.
Lui sospira e appoggia la fronte sulla mia.
《 Scusa, sembra che ti sto accusando di un reato di branco 》
Gli accarezzo dolcemente una guancia.
《 Tranquillo, ti capisco, neanche a me piace che la gente guardi le mie cose senza permesso 》
Le mie stesse parole sono una coltellata per il mio cuore, perché mi sento così male?
È questo il sentimento negativo che ti fa sentire in colpa?
Sono una bugiarda.
Lui ridacchia e mi da un bacio sulla punta del naso.
《 È per una cosa stupida... perché non mi piacciono molto i miei occhi, lasciamo perdere è una cosa da bambini 》
Non... cosa?
《 Stai scherzando spero... Damien hai degli occhi bellissimi... 》
Certo, così particolari, così opposti, un caldo oro contro un freddo rosso, la luce e l'oscurità... però da piccolo li aveva azzurri... cristallini.
Mette delle lenti a contatto per nasconderli?
O forse da bambino le metteva... no impossibile, se non avevano soldi non potevano comprarli.
Possibile che siano cambiati così radicalmente?
Lui avvicina le sue labbra al mio orecchio molto lentamente e poi sussurra:
Tu non li senti gridare
Una specie di scossa mi attraversa la schiena, uno strano freddo mi fa rabbrividire... il suo tono così... distaccato.
Mi ha spaventato.
Non li sento gridare?
Chi?
Gli occhi?
Non... non ha senso... e... forse intende che hanno visto qualcosa di brutto o...
《 Eih... tesoro stavo scherzando. Non fare quella faccia terrorizzata... stavo scherzando 》
Mi accarezza lentamente la guancia guardandomi con preoccupazione...
Perché ora l'unica cosa a cui riesco a pensare è il fatto che è bellissimo e che è tutto mio?
《 No... cavolo Damien... non puoi passare dal ragazzo "coccole" a quello "inquetante" così velocemente... sono troppo concentrata sulle coccole, mi traumatizzi 》 dico io sorridente sperando di farlo ridere.
Ed infatti ridacchia.
《 Ottimo perché credo che grazie a te tra non molto riuscirò a prendere una laurea nel mestiere delle coccole e sarei felice di usare le mie conoscenze su di te 》
Rido anche io e ci diamo un bacio veloce.
Ci guardiamo sorridenti, come due stupidi adolescenti e facciamo toccare i nostri nasi strofinandoli uno sopra l'altro.
Oddio, a cosa serve la mia vita se ho questo?
Credo che tra qualche giorno se Damien sarà troppo lontano da me potrei infartare e tornare in vita solo dopo che lui sarà tornato accanto a me.
《 Non credi sia ora di svegliare Sol? 》
Comincio a dire io imbarazzata dal silenzio creatosi nella stanza e... dal fatto che lui mi stia fissando il seno.
《 No... sono molto occupato ora 》
Lo guardo storto.
《 Occupato in cosa esattamente? 》
Lui appoggia il viso su un mio seno mentre si avvicina l'altro alla bocca.
Sento le guance esplodermi.
《 Damien! Maledetto pervertito, togliti! 》
Provo a liberarmi dal suo peso, ma è impossibile, il suo muro di mattoni comunemente chiamato "petto" non si muove di un centimetro dalla mia pancia.
Lui intanto mi bacia un lato del seno ad occhi chiusi.
Si gode il momento il bastardo.
《 Damien se non ti togli subito e se non smetti di stuprarmi i seni ti azzanno! 》
Sento le sue labbra curvarsi in un sorriso sulla mia pelle, ma rimane fermo dov'è.
Lo schiaffeggio, ma è tutto inutile.
Poi l'illuminazione.
Gli prendo il naso tra due dita chiudendoglielo e costringendolo ad aprire la bocca per respirare.
Capisce che non ho intenzione di mollare il mio "ostaggio" così si siede sulla mia pancia dandomi del prezioso spazio per coprirmi il seno con la coperta che lui stesso mi ha avvolto intorno al corpo.
Si tocca il naso fingendo una smorfia di dolore.
《 Volevi uccidermi lupa? 》
Io ridacchio leggermente.
《 Volevo liberare il mio seno, lupo, quindi ringrazia il mio autocontrollo se hai ancora il cranio tutto intero 》
Fa un piccolo sorriso e poi prende in cellulare.
Lo accende solo un attimo poi se lo mette in tasca.
Mi guarda triste.
《 Si è fatto tardi per me, devo andare dal branco per le solite questioni da alfa, ci vediamo domani a scuola? 》
Una fitta di delusione mi attorciglia lo stomaco.
Di già?
Annuisco triste e lui mi prende il viso tra le mani baciandomi con trasporto.
《 Soffrirò anche io la tua mancanza piccola, ci vedremo domani su 》
Ci sediamo sul divano uno accanto all'altro e io... all'improvviso lo abbraccio.
Non lo voglio lontano da me, mi sento così sola senza di lui.
《 Domani 》dice lui
《 Domani 》 ripeto io.
Ci diamo un altro piccolo bacio e tristemente lo lascio andare.
Quando la porta di casa si chiude sospiro triste.
Ed ora che faccio?
Non posso svegliare veramente Sol, è piccolo ed ha bisogno di dormire.
Cerco sul pavimento la mia maglietta e... vedo la sua.
La sua semplice maglia nera a maniche lunghe abbandonata sul pavimento.
Sorrido come un ebete e la indosso.
Inutile dire che mi sta enorme, ma almeno lo sento qui.
Sento il suo odore circondarmi come quando mi stringe a lui.
Facendomi sentire protetta.

Non so obbedireWhere stories live. Discover now