Un compromesso - 34

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°MATT

Torno in salone e mi lascio sprofondare sul divano. Sospiro e poso la testa alla spalliera guardando il soffitto. Maledizione Johnson! Sei una testa di cazzo! Sono combattuto. Sono fortemente combattuto di irrompere in quella stanza e gridarle contro. Vorrei urlare e spaccare tutto. Diamine era fottutamente tranquilla e lineare la mia vita prima che questa donna misteriosa, testarda, esasperante e complicata, entrasse nella mia vita. E' così esasperante eppure ha una dolcezza infinita, ha quelle morbide labbra che solo a pensarle su quelle di un altro uomo mi fa imbestialire. Diamine! Che cazzo mi succede? Sono confuso. Questa donna mi confonde, mi spiazza, mi sta facendo letteralmente impazzire. E' così semplice e pura che sembra non creare nessun problema, ma non è assolutamente così. E'una sirena.... incanta, tramortisce e ti annebbia la mente in un niente... ed io non capisco cosa mi prende. Mi porto le mani davanti agli occhi e scuoto la testa. Vorrei potermene fregare, vorrei poter dire che non mi importa, che non mi crea nessun problema il fatto che adesso sia sola in quella stanza a maledirsi per avermi conosciuto, ma non è così. Non so come sia, non so che parole usare, non so quale sia quella giusta. Joy è lì e non la voglio ignorare... non posso e non ci riesco. Lei è diversa dalle altre donne, è diversa da il genere di donna che frequento e che ho sempre frequentato. Joy Marshall è una donna con un passato misterioso. Mi ha raccontato qualcosa di sé, ma son sicuro che c'è dell'altro. E' una donna che sa essere decisa, che sa rendere le mie giornate maledettamente diverse dalla solita quotidianità a cui ero abituato. Quella Joy, da quando è entrata nella mia vita ha sconvolto tutto... ha sconvolto tutta la mia esistenza. Quella Joy è capace di spaventarmi a morte perché è in grado di farmi sentire diverso da quello che sono, ed io fino a prima che lei arrivasse ero sicuro di essere l'uomo che volevo essere... l'uomo che sa perfettamente ciò che vuole. Adesso non lo so più. Adesso non so più cosa voglio, non so più chi diavolo sono e non so più cosa diavolo mi prende. Sospiro e lentamente mi alzo dal divano dirigendomi verso il frigo per prendere una bottiglia di vino. Non mi preoccupo di prendere un bicchiere, mi dirigo senza troppi pensieri lungo il corridoio e mi lascio cadere accanto alla porta di Joy. Il corridoio è illuminato solo da un fascio di luce proveniente da un lampione che riflette sulla finestra del salone. La casa è immersa nell'oscurità e nel silenzio, ma se trattengo il respiro riesco persino a sentire in sottofondo quello regolare di Joy oltre la porta della sua stanza. Apro la bottiglia di vino e prendo il primo sorso lasciandomi andare con la testa contro il muro.

°JOY

Un lampo improvviso mi fa svegliare. Per un attimo la mia stanza è invasa da un fascio di luce. Porto lo sguardo al comodino e noto che sono le quattro di notte. Mi sistemo una ciocca di capelli e mi guardo intorno, poi lentamente scendo dal letto e mi avvicino alla finestra. Fuori c'è un vento incredibile, e gli alberi e i cespugli si muovono creando leggeri fruscii e un gioco di ombre nella mia stanza. Mi avvicino all'armadio e prendo un giacchettino e lo infilo sopra la canotta. Settembre ha fatto il suo ingresso da qualche giorno ormai, e per come sono fatta io ho già bisogno di avere a portata di mano un giacchino in ogni occasione. Mi dirigo verso la porta per andarmi a prendere un bicchiere di acqua, e appena varco la soglia del corridoio trovo Matt accanto alla mia stanza, seduto con la testa china e una bottiglia di vino vuota tra le mani. Santo cielo. Mi inginocchio accanto a lui e gli prendo la bottiglia dalle mani, la ripongo sul pavimento e poi torno a concentrarmi su di lui. Li prendo il volto tra le mani e lo adagio piano alla parete. "Matt? Matt parlami.." apre piano gli occhi guardandosi in giro. Gli sposto un ciuffo di capelli dalla fronte "Mmm..." - "Matt, sono Joy. Sei sul pavimento del corridoio." - "J..Jo..Joy.." - "Sì, sono Joy. Perché l'hai fatto Matt? Perché hai bevuto così tanto?" - "Io... sono... diverso, sono... tu hai... io... non lo so. Non mi ricordo" Un tuono improvviso preceduto da l'inizio di una forte pioggia mi fa sobbalzare. "Matt? Cosa devo fare? Io non so cosa fare, cioè non mi sono mai trovata in una situazione del genere. Cosa posso fare per farti sentire meglio?Dell'acqua?" - "Sto be..bene Joy.." Bene? Santo cielo non riesce nemmeno a pronunciare una frase completa. "No Matt, non stai bene, sei ubriaco." Scuote la testa "Anche tu n..non..stai b..bene. M..mi dispiace J..Joy" sospiro. "Non è il momento di parlare di questo adesso, Johnson. Domani mi darai una spiegazione. Adesso vieni, ti porto nella tua stanza." Mi protendo su di lui e con tutta la forza che ho cerco di alzarlo. "Avanti Matt, aiutami. Sei pesante." Sorride posando una mano al muro per cercare di aiutarmi. Dopo due tentativi finalmente riesce a mettersi in piedi. Si posa al muro ed io lo mantengo dal petto. Incontro i suoi occhi. "Matt ce la fai a camminare? Non posso prenderti in braccio." Alza piano una mano verso di me e mi accarezza il viso. "Sai che sei davvero b..bella? La donna più b..bella ch..che abbia mai conosc..conosciu..conosciuto" Per una attimo resto a fissarlo. Se avesse detto quelle parole da sobrio, molto probabilmente il cuore mi si sarebbe fermato un attimo per poi riprendere a battere all'impazzata. Ma adesso non posso concentrarmi su questo, non posso confortarmi con quello che dice in questo momento. Non posso lasciarmi andare alla sensazione di sentirmi anche in una piccola parte, bella per lui. "Avanti agente, adesso basta parlare. Non sai quel che dici." Con il mio aiuto mette un braccio intorno al mio collo e pian piano facciamo qualche passo. Ad un tratto si blocca e porta il suo sguardo su di me. "Non..non lasciarmi s..solo Joy. R..resta con me." Deglutisco un momento a testa bassa. "La..lasciami dormir..dormire con te. Prometto che occuperò un piccolo s..spazio della tua stanza. Posso dormire anche sulla poltrona." Alzo lo sguardo su di lui e i suoi occhi sono tristi, malinconici. E' chiaramente confuso per via del vino. Non me la sento di lasciarlo così, non me la sento di abbandonarlo ora che ha bisogno del mio aiuto. Non posso farlo, anche se si è comportato da stronzo, anche se lo odio con tutta me stessa, non posso farlo. Lui mi ha sempre aiutata e difesa contro tutti. "D'accordo. Ma non ti lascerò dormire sulla poltrona. Potrai stare nel mio letto a patto che tu ti comporta bene." Annuisce silenziosamente e lentamente entriamo nella mia stanza. Lo libero dalla camicia e lo faccio stendere a letto. Faccio il giro e prendo posto accanto a lui. Il mio letto di una piazza non è grandissimo e anche volendo stare lontano dalla sua calda pelle le nostre braccia si sfiorano comunque. Si volta verso di me ed io mi volto a guardarlo. "Adesso dormi, ne hai bisogno." Chiude gli occhi un momento e poi li riapre incontrando i miei. Allunga una mano e prende la mia intrecciando le sue dita con le mie. "Grazie" chiude gli occhi sospirando. Lascio cadere lo sguardo sulle nostre mani intrecciate e poi torno a guardare il suo volto. Quasi come se si fosse accorto che lo sto guardando apre nuovamente i suoi, e quelle pozze azzurre come l'oceano incontrano nuovamente i miei occhi. "Scusa Joy" dopo queste semplici e chiare parole chiude gli occhi e si lascia andare al sonno. Non so a cosa associare quelle scuse, e non so se prenderle in considerazione visto che non è del tutto sobrio. Sospiro e lo osservo qualche altro secondo al buio, e poi lentamente chiudo gli occhi.

°MATT

Apro piano gli occhi e la prima cosa che noto è Joy che dorme tranquilla accanto a me. Ho qualche ricordo sfocato di ieri notte, ma qualsiasi cosa abbia fatto, mi sento meglio ritrovarmi accanto lei. Mi porto una mano al viso e mi guardo un momento intorno. Siamo nella stanza di Joy. Il mio sguardo cade un momento sulla poltrona dove è adagiata con cura la mia camicia. Pian piano rammento tutto quello che è successo: L'incontro con Jessica, la serata al Queen, Joy che ci ha sorpresi nel salone, e l'ultimo sorso di vino bianco prima di lasciarmi andare esausto al muro accanto alla porta di Joy. Dio Johnson, sei un disastro! Mi alzo piano dal letto - e cercando di fare meno rumore possibile - mi dirigo in cucina in cerca del telefono. Dopo un attenta ricerca lo trovo dietro un cuscino sul divano. Guardo l'orario e sono passate da poco le sette. Senza pensarci due volte chiamo Darren. "Pronto?" - "Buongiorno Darren" - "Matt... ti senti bene? Hai un timbro di voce strano." - "In verità non mi sento molto bene. Ti dispiace se mi assento oggi?" - "Certo, non puoi venire mica in centrale in quello stato. Rimettiti, ci vediamo domani." - "Perfetto! Grazie." - "A presto ragazzo!" Chiudo la comunicazione e poso il telefono sul bancone. Lentamente mi dirigo nella mia stanza, mi libero dai fastidiosi pantaloni eleganti, indosso il pantalone della mia comoda tuta e mi dirigo in stanza di Joy. Lei è ancora distesa a letto che dorme tranquilla. Indossa uno dei soliti completi pantaloncini e canottiera e un giacchino leggero. Dobbiamo andare nuovamente al negozio da Diana, le giornate pian piano si stanno facendo più fresche. Ha bisogno di nuovi vestiti. Sorrido. Già immagino Joy furiosa. Lentamente mi distendo accanto a lei. Si muove leggermente mugolando qualcosa nel sonno e si volta verso la finestra dandomi le spalle. Le cingo la vita stringendomi a lei. Mi piace questo letto... mi piace più del mio, ma sopratutto mi piace questa stanza e l'odore che la ricopre. L'odore della semplicità, l'odore della naturalezza.... l'odore di Joy. Chiudo gli occhi e nascondo il viso nei suoi capelli. Intanto fuori, oltre queste mura, piove a dirotto.


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