Capitolo 5: Guerra

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LYDIA

«Bene ragazze, se mi date un secondo prometto di spiegarvi tutto, dall'inizio  alla fine. Non vogliamo farvi del male, avete la mia parola. Ma prima di iniziare, Chris» disse Arjuna rivolgendosi al mio salvatore/rapitore «Chi è delle due?»

«Miss calcio ruotato qui» disse, indicandomi con un cenno della testa e il suo solito sorrisetto stampato in faccia.

«E l'altra?»

«Era presente e non volevamo creasse dei problemi lasciandola lì.»

«Avete fatto bene, nonostante le vostre maniere discutibili, e poi sai come la penso sulle "coincidenze"»  disse, mimando le virgolette con le mani in aria.

A questo punto si andò a sedere su una sporgenza di roccia che si era formata dal nulla sulla parete della caverna, preparandosi probabilmente a spiegarci il "tutto dall'inizio fino alla fine".
Ancora non riuscivo a capire come riuscissero a fare quel trucchetto con la roccia, ma se avessi dovuto dar voce a tutte le domande che mi affollavano la mente forse avrei finito il mattino seguente. Così decisi di lasciarlo fare sperando in questo modo di capirci qualcosa.

«Abbiamo un bel po' di cose da dirci»  disse, sfregandosi le mani «In questo momento non vi trovate più sulla Terra, ma su Ddaear Arall, una terra parallela alla vostra, la nostra casa.
Per capire i motivi che ci hanno spinto a portarvi qui, dobbiamo fare un passo indietro nel tempo.
Anticamente gli uomini che abitavano queste terre erano un tutt'uno con la natura, riuscivano a governare le piante e gli alberi, usandoli come fossero un estensione di loro stessi. I campi erano sempre in fiore e rigogliosi, le praterie verdi, le foreste alte e imponenti. La natura era un Dono, e questo Dono veniva tramandato di generazione in generazione. Ma l'avarizia e la sete di potere presto presero il sopravvento, e quell'equilibrio idilliaco che si era creato, in bilico su un filo di lana, si spezzò, facendoci precipitare nel caos. Ebbe così inizio quel periodo che ormai viene definito "Machlud", che significa Tramonto nella lingua antica. In quei tempi neri, gli uomini persero ogni contatto spirituale con la natura, sottomettendola al proprio dominio ed usandola come arma.
Intere foreste vennero rase al suolo per creare armi o campi di battaglia e si narra che milioni e milioni di alberi vennero riuniti a formare dei veri e propri eserciti.»

«Eserciti di alberi...» mi lasciai sfuggire, mentre cercavo di seguire il discorso. 

«Sì, anche a noi adesso risulta difficile immaginarlo, la storia è poco chiara, ma i racconti tramandati narrano di veri e propri schieramenti di foreste sottomessi al controllo degli uomini.
Adirata la Dea Au Maite, Armonia, protettrice della natura e dell'equilibrio, sottrasse a tutti i Munus, coloro che possedevano il Dono, lo spirito vitale che gli permetteva di comunicare con la natura, racchiudendolo in uno scrigno capace di assorbire potere magico e lasciandogli come unica abilità il controllo della roccia "fredda e dura come i loro cuori"»  disse facendo le virgolette con le dita, probabilmente citando un qualche testo antico.

«Alla fine del Tramonto molti uomini avevano perso la vita e ancor peggiori erano stati i danni inferti alla terra.
Fu difficile ricominciare, ma con lavoro e fatica ci si riuscì. Dalle ceneri della guerra nacquero le quattro grandi Nazioni di Ddaear Arall: i Villaggi delle Montagne, sui Monti di Elijah; le Tribù della Sabbia, sorte nei deserti che si erano creati a causa della grande guerra; la Città di Metallo, un'immensa metropoli con costruzioni fatte interamente di metallo ed infine il Regno della Foresta, comprendente quella porzione dell'antica foresta che ancora non era stata distrutta.
Non fu semplice, ma lentamente ogni Nazione prese vita. I Rheol rimasti, discendenti dei Munus, si specializzarono nell'arte dell'elemento che avevano a disposizione: sabbia nel deserto, roccia sulle montagne e così via e, assieme a coloro che non possedevano il Dono, misero su un vero e proprio mercato nazionale ed internazionale.»

Ddaear Arall || L 'Altra TerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora