Capitolo 7 -UNA BATTAGLIA INEVITABILE

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  "Oliver, andiamo!" gli disse Katie, tirandolo per un polso, seguendo la folla di gente che girava per Hogsmade.

  Era maggio ed erano passati quasi due anni dalla sua prima partita ufficiale e dal bacio con Katie.

  Dopo il risveglio della ragazza in ospedale, non avevano mai più parlato di quella storia, ne del bacio nella neve. Ora lui aveva 21 anni, le cose fra loro erano tornate normali e ad Oliver la cosa andava tutto sommato benissimo.

  "Katie... dove stiamo andando?" disse il ragazzo, forse più rivolto a tutta la gente che camminava nervosa verso la Testa Di Porco.

  "Oliver... non hai ancora capito?" gli disse lei, con la stessa dolcezza che usava per consolarlo ad Hogwarts dopo le partite, durante la loro ormai lontana infanzia.
"C'è un passaggio alla Testa di Porco... e poi i gemelli mi hanno detto di far girare la voce, anche i suoi tanti fratelli hanno reclutato un sacco di gente... specialmente Charlie, ha fatto venire gente dalla Romania e..." disse lei.

  "Katie, dimmi dove stiamo andando!" disse lui fermamente, prendendole i polsi e guardandola dritta negli occhi.

  "Stiamo andando in guerra..." rispose semplicemente lei, con le lacrime che le rigavano il viso.

  Oliver allentò la presa: non ci poteva credere...

  Non gli sembrava vero: ora che aveva quasi perso Katie, lei gli scivolava di nuovo dalle braccia.

  "Oliver... guarda lì: i Weasley..."

  Katie indicò un punto: una decina di teste color carota si muovevano nervose.

  Riconobbe i gemelli, ma c'era anche Percy, il suo migliore amico di sempre, anche se era da molto che non lo vedeva. Era stranamente da tutt'altra parte rispetto alla sua famiglia.

  "Vai a salutarlo." disse lei, quasi intuendo i suoi pensieri.
"Io intanto vado... ciao!" la ragazza si allontanò fra la gente e si diresse alla Testa di Porco.

  "No, Katie... aspetta..." Oliver avrebbe voluto fermarla... dirle quanto le era mancata quando era stata ricoverata... avrebbe voluto abbracciarla, e dirle... dirle... sì, dirle che la amava...

  Purtroppo, non ne ebbe il coraggio.

  "Tranquillo, Ollie. A dopo!" disse, per poi sparire tra la folla.

  Oliver si chiese, a malincuore, se quel 'A dopo' avrebbe avuto un senso, dopo la battaglia.

  "Oh... Oliver! Ciao!" disse una voce alla sua destra: era Percy.

  "PERCE!" disse il ragazzo, abbracciandolo.

  "Quante volte ti ho detto di non chiamarmi così..." disse lui, fingendosi arrabbiato e scoppiando poi a ridere, ricambiando l'abbraccio. 

Quella frase, riportò alla mente di entrambi dei ricordi lontani, sfuocati. Ricordi legati a delle tranquille serate a Hogwarts, nel dormitorio di Grifondoro, contornati da finti litigi per l'acqua della doccia e dalla luce accesa fino a tardi perché Percy voleva studiare fino a tarda notte. Allora, erano soltanto dei ragazzini, con delle ambizioni, dei sogni. Quei momenti sembrarono lontani secoli, non concordanti con quello che si stavano preparando ad affrontare.

  "Come stai?" chiese il giocatore.

  "Come uno che deve andare in guerra, vecchio mio..." disse il rosso, allontanandosi dalle braccia dell'amico.

  "Immagino... E Penelope? Come sta?" chiese Baston.

  "In realtà... non l'ho più vista." rispose Percy, afflitto.
"Dopo la scuola, ci eravamo ripromessi che non ci saremmo persi di vista... ma non l'ho più incontrata!"

DETAILS || Piccoli dettagliWhere stories live. Discover now