Richieste d'aiuto

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Hogwarts era ancora più bella di prima. Almeno in parte.
Era come se il 2 maggio non fosse mai esistito. Eppure negli occhi di ogni ragazzo di leggeva un misto di tristezza, malinconia e angoscia.
Oggi avrebbero dovuto salutare i loro insegnanti, i loro compagni di viaggio, se si possono chiamare così. Coloro che avevano sempre combattuto per loro, per la scuola.
Hermione camminava guardandosi attorno. Non sapeva se essere felice o triste, se provare gioia o dolore.
«Hey, stai bene?» domandò Ginny.
«Sì, sono solo triste di dover salutare gli insegnanti» disse Hermione, mentendo solo in parte.
Lei era sempre stata una ragazza studiosa e questo lo sapevano tutti. I libri le trasmettevano serenità, la trasportavano in un mondo lontano dalla realtà. E lei adorava vagare nell'immaginazione, a volte.
«Solo per gli insegnanti?» chiese curiosa la rossa.
«Finiscila, Ginny»
«Avanti, Hermione! Draco Malfoy vuole scusarsi!» esclamò.
«No, è troppo codardo per farlo. Ora, per favore, non parliamone più» disse fredda Hermione.
Ginny sbuffò e non parlò più.
Qualche minuto dopo, tutti gli studenti degli ultimi due anni erano riuniti nella Sala Grande.
Il viso della McGranitt sembrava come ringiovanito, probabilmente perché era felice di trovarsi di nuovo fra i suoi alunni. In fondo era affezionata molto a loro.
«Buongiorno a tutti! Bentornati a Hogwarts!» esclamò la professoressa.
Tutti applaudirono all'unisono.
«Come avete potuto leggere nelle lettere che vi ho mandato, oggi dobbiamo salutarci. Ovviamente non è un addio, ma un arrivederci. Sono molto orgogliosa di voi e di come siete cresciuti. Siete stati coraggiosi e io sono fierissima di voi. Grazie di tutto. Ora mi piacerebbe parlare con alcuni di voi in privato. Godetevi pure il banchetto» disse la McGranitt, commossa.
Qualche lacrima fu versata anche fra le ragazze nella Sala, compresa Hermione. Ginny era triste, ma come al solito non piangeva.
La professoressa si avvicinò a loro.
«Ragazzi, sono molto felice di rivedervi. Veniteci a trovare quando potete, mi raccomando. Signorina Granger, vorrei scambiare due parole con lei.»
Hermione si allontanò dalla Sala con la McGranitt.
«Ho saputo della maledizione. Mi dispiace molto, ma sappia che le siamo sempre vicino» disse.
«Grazie mille, professoressa.»
Hermione rimase sola, ma non per molto. Appena si voltò per tornare dai suoi amici, rimase immobile alla vista della persona che aveva tormentato i suoi pensieri per tutto quel tempo.
«Commovente, Granger, commovente.»
«Non sono in vena di liti, Malfoy» disse Hermione.
«Calma, non sono qui per litigare» rispose Draco.
«Allora puoi andartene. Non sprecare tempo con una Mezzosangue come me, no?»
Il biondo s'incupì. Probabilmente si ricordava il loro ultimo incontro.
«Non sono venuto per parlare di sangue. Ho bisogno d'aiuto» disse lui, freddo.
«Anche io avevo bisogno d'aiuto» sussurrò la ragazza.
«Basta, Granger. Ti ho già chiesto scusa.»
«Quando?!»
«Beh, i-io...»
«Malfoy, non so se tu sappia cosa vuol dire, ma vai a farti fottere!» esclamò Hermione, iniziando a camminare verso la Sala Grande, ma fu bloccata dal biondo.
«I MIEI GENITORI SONO STATI PORTATI AD AZKABAN E CI HANNO TOLTO LA CASA!» urlò.
Hermione si voltò verso di lui, senza parlare.
«Io non so dove andare, Granger.»
«E io cosa posso fare per te?» chiese Hermione.
«Per quanto possa essere difficile per me ammetterlo, sei furba e intelligente e ho bisogno del tuo aiuto...»
«Io..Da m-me c'è posto» balbettò lei.
Oh no, cos'ho detto?!, pensò.
«Ma i tuoi amici di Serpeverde?»
«Amici? Granger, scherzi?! Ti pare che io abbia ancora amici dopo quello che ho fatto?!» urlò Draco «No, senti, lascia stare, cerco un altro posto!»
Hermione era confusa, arrabbiata e stanca.
Voglio che resti, pensò la ragazza.
Ma Malfoy se n'era già andato.
Se n'è andato, ancora.
***
Il viaggio di ritorno fu piuttosto noioso.
Harry e Ron mangiarono praticamente tutto il tempo, mentre Ginny fissò Hermione, che a sua volta fissava il nulla.
Lo sapeva, in fondo, che Draco era un codardo, vigliacco, stupido, deficiente, egoista, presuntuoso, permaloso e ingenuo.
Non aveva avuto il coraggio di chiederle scusa. Okay, l'aveva portata all'ospedale, l'aveva salvata, ma era andato via, lasciandola sola. Lei sarebbe potuta morire.
Quando tornarono a casa Granger, era ormai sera.
La madre di Hermione preparò la cena, ma la figlia non mangiò più di molto.
«Tutto bene?» chiese la donna.
«Uh, si, sono solo stanca, credo che andrò in camera mia» rispose la ragazza e salì per le scale.
Si sedette sul letto della sua stanza e aspettò.
Aspettò che succedesse qualcosa.
Si avvicinò allo specchio e si guardò. Era strana.
E poi quel qualcosa successe.
Un gufo entrò nella stanza dalla finestra e si appollaiò sul letto. Aveva un bigliettino nel becco.
Hermione lo prese e lesse.
-
Sono un cretino.
Smettila di guardarti allo specchio, lo sai che sei carina.
E poi affacciati.
D.M.
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MudloveNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ