CAPITOLO 21

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*5 giorni dopo*
Questa settimana é stata pessima.
Martina é ancora in ospedale.
Ho veramente tanta paura di perderla.
Oggi i ragazzi tornano a casa.
Li rivedrò presto.
Facciamo colazione e registriamo un ultimo video insieme.
Alle 12.30 loro hanno il treno.

[MARTINA POV]
Piano piano apro gli occhi...
Ma, dove sono?
Le pareti sono completamente bianche.
In fondo alla stanza c'é una donna che non conosco.
Mi sfioro la testa. Ho una fascia.
Anche sul bacino ho una fascia.
E sui polsi.
Poi affiorano dei ricordi.
Si, due ragazzi, mi hanno picchiata, lanciato sassi, tutto e di piú.
Poi Giuseppe mi ha salvata.
Aspetta, Giuseppe?
Martina, sei sicura?
Giuseppe non ti ama, come é possibile?
Poi guardo la donna, che si gira, e vedendomi sveglia caccia un urlo che fa accorrere un dottore.
D: Ciao Martina, ti sei svegliata finalmente...
Io: Come, finalmente, quanto sono stata qua?
D: 5 giorni.
Io: Cosi tanto?!
Non mi sono neanche resa conto del passare del tempo.
Io: Scusi, ma che giorno é oggi?
D: 5 agosto.
Io: Oggi i miei amici hanno il treno alle 12.30!
Balzo in piedi.
Il medico mi stacca dalla macchina.
D: Vieni, devi fare degli esami...
Io: I miei amici hanno il treno!
D: Se facciamo gli esami poi potrai uscire.
Io: Sisisi.
Il medico mi spiega nel frattempo che cosa é successo di preciso.
Faccio gli esami e si fanno le 12.
Vado in camera e prendo tutte le mie cose.
Prima di uscire vedo la donna di prima.
Io: Mi scusi, é per caso venuto un ragazzo molto alto, spalle larghe, occhi castani, modestamente, molto carino?
D: Si, é venuto tutti i giorni, lo conosce?
Io: Si... Siamo stati insieme...
D: Bhe, é sempre stato qua, piangeva, ti teneva la mano, poi andava dal medico a chiedergli se ti saresti svegliata, e che ti stringeva la mano e che tu ricambiavi con la stretta. Ti ha parlato, diceva sempre che tu lo potevi sentire... Molto molto dolce...

Allora mi ama, non capisco nulla, devo farmi spiegare assolutamente, mi é stato sempre accanto, allora si, lui é veramente speciale, e forse, chi lo sa, pottei anche dargli un'altra possibilità...

La stazione fortunatamente non é molto lontana dall'ospedale.
Quindi alle 12.20 riesco ad arrivare alla stazione.
Con fatica salgo le scale che portano al binario dei miei amici che é già stato annunciato.
Il treno é in arrivo.
Stanno per salire.
Io: Aspettate!
Loro si girano a guardarmi strabuzzando gli occhi.
G: M-Martina, che ci fai qua?!
Io: Le spiegazioni a dopo, abbracciatemi!
Facciamo un super abbraccio di gruppo, e poi loro salgono sul treno, li saluto con la mano.
G: Hey.
Mi abbraccia.
Io non lo abbraccio.
Devo ancora capire e fare il punto della situazione.
Lui ci rimane un po male, ma poi si rende conto, e mi lascia andare.

Non voglio correre troppo in avanti, l'accaduto mi sta facendo tornare la ragazza che non ha fiducia in nessuno, non voglio essere cosi.

Io salgo in macchina di Giuseppe, ma nessuno dei due spiccica parola fino a casa.
Nei suoi occhi vedo una luce nuova, nonostante io lo abbia respinto, sento dentro di me che ha una immensa voglia di baciarmi, gli occhi sono lo spechio dell'anima, io riesco a leggere perfettamente gli occhi delle persone.

Non gli lascio però la possibilità di baciarmi e scendo dalla macchina, senza neanche salutarlo.
Entro nel cancelletto e busso alla porta di casa.
Mi apre mia mamma che mi sommerge di abbracci incredula ai suoi occhi, poi mi fa entrare in casa.
Io saluto anche papà, e mi butto sul letto.
Poi mando un messaggio ai ragazzi dando spiegazioni di tutto.
Giuseppe mi manda un messaggio.
G: Scusa per prima, non volevo essere invadente...
Io inizialmente non so che rispondere.
Io: Grazie...
Limito la risposta cosi.
G: E di che?
Io: Mi hai salvata...
G: Ma va... Tu per me sei tutto.
Quella frase. Me la aveva già detta in passato, come molte delle altre frasi dolcissime strappalacrime, ma poi, mi ha abbandonata, in quella discoteca...
G: Io Martina, ti amo, veramente, ti amo troppo, per favore, amami come prima nonostante tutto...
Io non so che dire, prima l'infermiera, poi anche lui.
Nel frattempo mi arriva un messaggio da Rebecca.
R: Martina, ti prego, non trattarlo male, ti é stato accanto, ti ha amato, ha pianto molto per te... Ti vuole bene, é stato un errore in discoteca, di lui ti puoi fidare veramente.

Anche lei lo dice.

Basta, gli vado a parlare.
Io: Mamma, vado da Giuseppe.
M: Certo, trattalo bene...
Io: Si, mamma.
Esco di casa con le mie stampelle e busso alla sua porta.
Mi apre la mamma.
Io: Buongiorno, c'é Giuseppe?
M: Certo, ma tu chi sei?
Già, io e la mamma di Giuseppe non ci eravamo mai incontrate.
Appoggio la stampella alla parete e le stringo la mano.
Io: Piacere, sono Martina, la vicina di casa.
M: Ah sei tu la ragazza di cui mi parla sempre mio figlio! Mi dispiace che sei finita in ospedale...
Io: Ma va nulla, ora sono qua viva e vegeta come vede, ho solo la caviglia rotta, non é nulla di grave...
G: Entra, Giuseppe é in camera.
Prendo la stampella e entro in casa.
Busso alla porta della sua stanza, mi risponde una voce di un Giuseppe triste.
G: Mamma, lasciami solo, te lo ho già detto, sto registrando.
Io allora entro e chiudo la porta alle mie spalle.
Lui si alza dalla sedia e mi guarda stupito.
Ha gli occhi rossi e gonfi.
Sta per parlare, ma io lascio cadere a peso morto le stampelle e mi fiondo su di lui con le braccia al collo.
Lui mi cinge il bacino.
Poi appoggio dolcemente le mie labbra alle sue.
Si siede sul letto.
Chiedo accesso con la lingua, lui non lo nega.
...

Spazio a me.
MARTINA SI É SVEGLIATA!
Tananana!!!!
A domani!
Talpina.

Tutto ha inizio da un "ciao"|| VegasWhere stories live. Discover now