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«Ciao Elena, come sei carina» commenta squadrandomi da testa a piedi. Quasi mi sto dimenticando che sto indossando i suoi jeans preferiti, quelli che fanno un po' motociclista e che mi fasciano come se fossero dei leggins. Me ne rendo conto quando noto il suo sguardo ammirato fermarsi sul mio lato B quando torno ad avvicinarmi a lui.

«Anche tu, fin troppo» gli dico mentre mi lascio avvolgere dalle sue braccia per un abbraccio che desidero sin da quando mi sono alzata questa mattina.

Le labbra di Alessandro sono calde ed invitanti mentre cercano le mie. Mi depositano un bacio lieve, mentre poi cercano di crearsi un varco nella mia bocca. Lo lascio fare assaporando l'intensità di quel momento tutto per noi.

Fa un effetto strano essere a casa sua a mezzogiorno di un sabato mattina, una cosa assurda, mi sembra quasi di essere in vacanza e al tempo stesso nel posto perfetto in cui devo essere.

«Hai fame?» mi chiede.

«A dire il vero no. Ho fatto colazione un po' più tardi del solito.»

«Sono preso bene, comunque. E' tutto in forno e fra un quarto d'ora sarà pronto.»

«Ti amo in questa versione casalinga.»

«Mi fa piacere cucinare per te. Sono stanco di prepararmi cose veloci da consumare da solo.»

Ecco, torna questo discorso del fatto che vive da solo, lontano dalla sua famiglia e la cosa mi fa star male.

Lui vede il mio sguardo rabbuiarsi perché precisa subito:

«Oh, ma non succede spesso, tranquilla. A pranzo mangio qualcosa al bar con Francesco e qualche volta di sera sono a cena oppure prendo qualcosa al bar della palestra.»

So che lo dice per non farmi pesare il fatto che io invece ho mia madre che mi delizia con gustosi manicaretti.

«In questo week-end cercherò di viziarti io» gli propongo e già so che sto facendo una promessa al di sopra delle mie capacità. Non sono un granché come cuoca visto che non sono io ad occuparmi di questo a casa. In genere io penso ai dolci e quelli, beh, sì, quelli mi riescono piuttosto bene, soprattutto il tiramisù.

«Ti va se nel pomeriggio ti faccio un dolce?»

«Tranquilla, non serve.»

«Davvero Alessandro, mi farebbe piacere.»

«Come vuoi.»

«Allora poi facciamo un salto al supermercato, d'accordo?»

«Dai già per scontato che il mio frigo sia troppo vuoto?»

«No, ma non credo tu abbia il mascarpone.»

«Effettivamente...»

«Allora, questa cosa è decisa.»

Restiamo in cucina e lo aiuto a preparare la tavola. Alessandro prende una tovaglietta color ecrù con i tovaglioli coordinati ed io dispongo i piatti e le posate. Ormai conosco abbastanza i posti in cui tiene le cose.

Lui dispone i bicchieri, prende dal frigorifero una bottiglia di acqua minerale ed una di vino. La stappa e mi chiede:

«Ne vuoi un sorso?»

«Sì grazie.» Mi versa il vino rosso nel bicchiere e lo avvicina al mio per una specie di brindisi informale.

«A te, per esser qui con me oggi e nella mia vita sempre.»

«A te, grazie di esistere.» So che so rubando le parole ad una canzone, ma sono le parole perfette per esprimere ciò che penso quando sono con Alessandro.

Mia deliziosa Elena (completa)Where stories live. Discover now