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Era giovedì. La prima lezione di letteratura della settimana era stata lunedì, per cui quel giorno avrei avuto la seconda. Ero un po' tesa, perché era il corso che condividevo con Kyle, nonché il mio corso preferito.

Maeve portò in tavola una teiera fumante. Era brava ai fornelli, nonostante avessimo sempre poco tempo. Di solito, se ne occupava lei della cena. Amava in particolare cucinare dolci, come la splendida ciambella al cacao e burro d'arachidi che faceva da centrotavola quella mattina.

"A te l'onore del taglio della torta, Phoebe" disse Mayra, ridacchiando.

"Grazie, gentilissima" stetti al gioco.

"Prendete in giro?" si informò la cuoca. Scoppiammo a ridere. Entrambe sapevamo bene che era un'ottima chef, ma nessuna aveva il coraggio di ammetterlo.

"Oh no" risposi, tagliando tre fette identiche. Diedi subito un morso e le gocce di cioccolato mi si sciolsero sulla lingua. Chiusi gli occhi: era una meraviglia. Mi ricordava tanto i muffin di mia nonna Philippa quando ancora non si era ammalata. Preparava sempre la merenda per me e Pearle, quando andavamo a trovarla. Anche se niente batteva i miei dolci preferiti, cioè i cupcake con la glassa, quella ciambella era ottima.

Terminai la colazione mangiandone una fetta di troppo, ma era irresistibile.

Rischiai di arrivare tardi a lezione di biologia per colpa di un semaforo che non ne voleva sapere di diventare verde. Per tutta la mattinata la mia mente fu focalizzata esclusivamente sulla lezione di letteratura. Era quella che mi preoccupava infinitamente. In realtà, non sarebbe stato difficile ignorare Kyle. Bastava lasciare che entrasse in aula per primo, così io poi mi sarei seduta dalla parte opposta. Il problema, era che lui era un ritardatario. Per lasciare che arrivasse prima di me, sarei arrivata a lezione cominciata. E non me lo sarei potuta permettere.

Per cui, quando la fatidica ora arrivò, entrai e mi sedetti in prima fila. Di solito quelli che fanno i bulli con gli insegnanti non si mettono davanti, perché sono obbligati a stare attenti lì, sotto lo sguardo attento dei professori. Eppure, Kyle arrivò prima della Clark e si mise al mio fianco. Maledizione.

"Pensavo fossimo amici" mi disse, con un sorrisino malizioso.

"Dipende dalle occasioni" gli feci un'occhiatina annoiata e iniziai a prendere appunti, dato che l'insegnante aveva iniziato a tessere le lodi di Poe, il suo scrittore preferito. Sembrava avesse in mente qualcosa, perché ogni tanto ci diceva frasi del tipo 'Attenti, questo vi servirà'.

Mancavano cinque minuti alla fine. Ero già sicura di potermene tornare presto a casa, sdraiarmi sul letto e fare un sonnellino pomeridiano quando la professoressa ci propose un lavoro di gruppo. Di coppia, per l'esattezza. Mi vennero i brividi, perché non avevo mai fatto una relazione collaborando con un compagno. Non facevo i compiti neppure insieme a Pearle, quando andavamo alla scuola primaria. Mi arrangiavo da sola, come ho sempre fatto. Non ho mai bisogno di aiuto, perché dovrei averne ora?

Ero immersa nei miei pensieri e nelle mie teorie, quando la Clark passò davanti al mio banco senza fermarsi. Notavo che ogni tanto qualche studente le diceva qualcosa che lei annotava con cura sulla sua agenda personale.

"Che sta facendo?" domandai a Kyle.

Ridacchió. "Chiede quali sono le coppie".

"Oh" entrai nel panico. Però poi pensai che, se nessuno mi avesse invitata a lavorare con lui, avrei potuto fare la mia relazione da sola. Stavo già per mettere in atto il mio piano e scappare dall'aula, quando la frase pronunciata dal mio compagno di banco mi fece spalancare gli occhi. Forse non avevo sentito bene, così gli chiesi di ripetere.

InconsapevolmenteOnde histórias criam vida. Descubra agora