Things change, do you?

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ffreafer

The Third Heart

- Capitolo 17. Things change, do they?-

Dopo essere rientrata nel dormitorio non ho chiuso occhio.

Mi aveva indispettita, è vero, anche ferita, ma avrei dovuto evitare di rispondergli o forse avrei dovuto insistere e mostrargli che le cose sono cambiate, ma dopo avergli riversato addosso la mia frustrazione, le parole mi sono rimaste incastrate in gola.

Così ho lasciato che passassero giorni interi senza nemmeno tentare di parlargli.

Il mercoledì è trascorso in un silenzio assordante ma ho pensato che non fosse il momento adatto per sollevare l'argomento, avremmo finito col litigare, tanto per cambiare, non risolvendo nulla.

«Ronda con quello, eh?» Ginny mi strappa ai miei pensieri.

«Già. La prima non è stata così terribile, comunque.»

«Scherzi? O hai scoperto dei lati del Furetto a me sconosciuti? Evita di dire una cosa del genere a mio fratello che già è geloso del tempo che passi con Malfoy, otterresti solo di acuire l'odio che scorre fra loro» la mia amica non si tira indietro e mi dispensa un pezzo di realtà che, scioccamente, troppo presa da Malfoy, fino a oggi ho accantonato e tentato di ignorare.

«Tutti abbiamo dei lati sconosciuti. Ma davvero Ron è geloso? Credevo solo che non gli andasse...» mi interrompe senza lasciarmi terminare.

«Mio fratello non si è mai sentito alla tua altezza» mi rendo conto che la frase scappa al suo controllo perché si porta velocemente una mano alla bocca, come per tapparla.

«Fingerò di non aver sentito, se può aiutare.» non desidero metterla in difficoltà e ora come ora non saprei cosa risponderle. Possibile che non ci abbia mai riflettuto? Probabilmente i miei continui rimandi ai compiti e ai buoni voti non hanno aiutato l'autostima di quello che dovrebbe essere il ragazzo che frequento. Per quanto possa sembrare assurdo sto passando più tempo col Furetto che con lui...

«Devo andare, ora. Buona serata.» Non aggiungo altro e distratta dalle mie considerazioni mi incammino verso il punto di ritrovo.

Io e Malfoy prendiamo nuovamente il piano terra e l'esterno da perlustrare e nessuno sembra avere nulla da ridire. Ho portato la felpa, un cappello e una giacca, memore del freddo del sabato precedente.

«Vado in giardino»

«Facciamo il giro insieme?» tento anche se non mi aspetto che approvi, eppure lui mi sorprende perché annuisce appena e dopo aversi avvolto la sciarpa attorno al collo, mi fa strada.

«Non avrai freddo senza giacca?» dovrò sembrargli sua madre.

«Granger, io sono una serpe, siamo a sangue freddo» il suo ghigno, il solito mezzo sorriso sprezzante e derisorio, eppure nella sua voce non c'è traccia né di astio, né di irrisione... che questo sia solo il suo modo di sorridere? Forse non conosce un vero modo di ridere, col cuore...

Tossisco appena quando la puzza della sigaretta mi arriva al naso.

«Dovevi immaginare che avrei fumato»

«Sai che ti dovrei scalare dei punti?» chiedo io con poca convinzione. Di sicuro non sarò io a sottrarglieli. Lo guardo inspirare ed espirare quella coltre bianca e dal cattivo odore che per un istante mi offusca la visuale.

The Third Heart- DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora