CAPITOLO 7

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Guardo l'orologio: cavolo sono già le otto di sera! Devo assolutamente ritornare a casa. Non voglio interrompere questo momento: io e lui da soli in una stupida sala di registrazione.
Per me, però , sembra il paradiso.
All'improvviso Marco da dietro mi sfila delicatamente le cuffie.

"Andiamo và, così ti accompagno a casa in moto. Il tuo casco l'ho poggiato sul tavolo dell'ingresso"

Usciamo. Io in silenzio, lui pure. Arriviamo alla moto e Marco mi aiuta a salire.
Il sole inizia a tramontare e il cielo della magnifica Milano si tinge di sfumature pastello.

"Dove porto questa principessa?"

"ehm... Parco Sempione"

"Agli ordini!"

Entrambi scoppiamo a ridere.
Mi stringo a lui come se fosse parte di me. Sento il suo corpo a contatto con il mio, la sua energia a contatto con la mia, il suo amore a contatto con il mio.

Attraversiamo la città come se fossimo due estranei, ingnari del mondo e degli altri. Lui continua ad ascoltare la musica e, ogni tanto scuote la testa per accennare il ritmo. Nessuno sembra riconoscerlo.
Adesso siamo solo io e lui. Basta. Il resto non conta.
Arriviamo finalmente sotto casa.

"Siamo arrivati, Marco puoi fermarti qui se vuoi"

"Ah, quindi abiti qui"

"Sisi, all'ultimo piano di questa palazzina. Grazie mille per la bellissima giornata di oggi. Non so come ringraziarti."

"Non devi ringraziarmi. Ho incontrato una persona magnifica. Buona notte"

Con la mano mi accenna un saluto e subito si allontana in moto.
Mentre mi dirigo verso il portone, sento qualcuno che, da dietro, mi abbraccia
Fantastico un pochino, pensando a Marco. Invece... è Giorgio che subito mi stampa un bacio in fronte.

"Sono tornato prima, non volevo lasciarti da sola. Poi, sbaglio ho visto che scendevi dalla Triumph di Mengoni?"

Mi volto per un secondo, nella speranza di ritrovare lo sguardo magnetico di Marco, ma purtroppo, è già troppo lontano...

"Oggi ho passato il pomeriggio più bello della mia vita, sopra ti racconto"

Sono già le dieci di sera e sono molto stanca. Racconto tutto a Giorgio che a malapena crede alle mie parole e vado subito a dormire. Mi addormento ripensando a lui: il mio principe, il mio guerriero, la mia vita.

Uno splendido disastro || Marco Mengoni ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora