CAPITOLO TERZO

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Venerdì 29 maggio 2015

"Di Venere e di Marte, nè ci si sposa, nè si parte", recita un vecchio adagio. Così mi diceva sempre la nonna quando ero piccina e così mi ha detto anche il giorno in cui io e Richard le abbiamo annunciato che ci saremmo sposati il 29 maggio 2015. Di venerdì, per l'appunto. Cioè, oggi. Ovviamente, non le ho dato retta. E infatti, come da copione, nè mi sposerò, nè partirò per il viaggio di nozze in Polinesia. E' matematico.

Sono passate due settimane da quando me ne sono andata dall'Inghilterra; ma a me sembrano due anni. Così come erano passati sei lunghi anni da quando avevo lasciato l'Italia per trasferirmi a Londra ma, tornando, ho trovato tutto esattamente come l'avevo lasciato. E, ad oggi, mi sembra di non essere mai partita, di non essermene mai andata dalla mia terra, dal mio magnifico Piemonte.

In questi giorni, Richard mi ha tempestato di chiamate, a cui non ho mai risposto e di messaggi, che non ho mai letto. Perchè non c'è parola che possa dire o scrivere in grado di farmi cambiare idea e farmi tornare sui miei passi. Non posso e non potrò mai perdonarlo. Non dopo quello che mi ha fatto. Eppure, diceva di amarmi. E io gli ho creduto. Me lo diceva con così tanta convinzione, che non ho mai nutrito il benchè minimo dubbio, nonostante le continue insinuazioni da parte di parecchie persone, soprattutto di Annie. Che però, vista la mia reticenza nell'ascoltare i suoi consigli, a malincuore e suo malgrado, alla fine ha appoggiato le mie scelte e non mi ha mai abbandonata.

Ah, Richard...Mi ha ripetuto così tante volte che mi amava, ma questo non è amore. Almeno, non è il tipo di amore in cui ho sempre creduto io e in cui credo tutt'ora. Ma forse no. No, penso proprio che siano finiti i tempi in cui credevo nel principe azzurro. E pensare che credevo proprio di averlo trovato io! Che ingenua sono stata. Sciocca e credulona.

A pensarci ora...ogni tanto lo punzecchiavo sull'argomento "donne", ma lui ha sempre fatto finta di niente, anzi, cercava deliberatamente di cambiare discorso. Pensavo che avesse sofferto in gioventù per qualche fanciulla e così, in segno di rispetto, non sono più tornata sull'argomento. Già, rispetto...lo stesso rispetto che lui non ha mostrato nei miei confronti, però, portando la sua amante nel...lasciamo perdere! E' proprio vero che l'amore è cieco...Quando mi sono trasferita a Londra per motivi di studio, non pensavo che avrei incontrato l'uomo della mia vita. E infatti, ad oggi, posso dire che è così. A giudicare da quello che è accaduto, evidentemente non era "l'uomo della mia vita".

Ho trascorso il primo anno all'estero senza mettere il naso fuori dalla scuola alla quale ero riuscita ad iscrivermi, dopo anni di sacrifici. Intere nottate passate sui libri nella speranza di ottenere quella borsa di studio e, alla fine, ce l'avevo fatta, con grande soddisfazione di tutti ma, soprattutto, mia. Non volevo gravare sulle spalle della nonna e, anche se avevo ricevuto un cospicuo risarcimento dall'assicurazione dopo la morte dei miei genitori, avevo deciso che ce l'avrei messa tutta per vincere la borsa di studio cui tanto anelavo e che mi avrebbe permesso di pagare la retta di quella prestigiosa scuola inglese, al termine della quale mi sono iscritta all'università. Nello stesso periodo ho iniziato, sempre grazie ai miei ottimi voti, a frequentare uno stage presso una delle più importanti case editrici di tutta la Gran Bretagna. Ed è proprio grazie, o forse, dovrei dire per colpa di questo stage, che ho conosciuto Richard.

Inutile dire che sono rimasta subito affascinata da quell'uomo di dieci anni più grande di me, bello, elegante, intelligente, che sapeva infondermi sicurezza e fiducia. Forse, è proprio questo il motivo per cui mi sono innamorata di Richard e ho accettato di avere una relazione con lui. Mi faceva sentire al sicuro, protetta. E, a ben pensarci ora, in un certo senso ho rivisto in lui la figura del padre che mi era stata sottratta in maniera crudele. Ma non è stato solo quello. Io lo amavo, davvero, almeno, così ho creduto.

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