SANSA

530 31 8
                                    

La sala del castello di Grande Inverno era gremita di gente.

Era stata organizzata una grande festa per celebrare gli antichi dei: erano presenti svariati lord con i rispettivi figli e mogli. C'erano, tra gli altri, Jon Umber, Rickard Karstark, Galbart Glover. Mancavano all'appello solo i Reed, il popolo delle palafitte o, come qualcuno malignamente li chiamava, i mangiaranocchie.

Eddard Stark e Catelyn Tully condividevano il palco con Roose Bolton.

Ned, difatti, era solito far sedere accanto a sé un lord diverso in ogni banchetto.

Sansa si trovava seduta vicino ai suoi fratelli, a Theon Greyjoy e a Jeyne Poole. Anche Jon Snow, suo fratello bastardo, era al tavolo con loro.

I servitori, accompagnati dal suono dei musicanti, cominciarono a portare il cibo.

C'erano grandi tranci di uri arrostiti con porri, costolette di montone in salsa di miele e chiodi di garofano, cinghiale al pepe, pane nero e tortelli e biscotti d'avena, mele cotte e paste di bacche e pere al liquore. Caraffe di vino speziato caldo e di birra venivano fatte circolare a volontà.

Durante i banchetti, lord Stark permetteva ai suoi figli di bere un bicchiere di vino. Tuttavia, molto spesso, Robb e Jon ne bevevano di più senza che loro padre se ne accorgesse.

«Dovevate vedere la sua faccia! Era bianca per il terrore!» stava raccontando Arya a Theon e Jeyne.

«Smettila di dire stupidaggini!» esclamò, indispettita, Sansa.

«Non sono stupidaggini. Tu e Rickon siete corsi via appena avete visto la mano sbucare dalla bara. E meno male che era solo uno scherzo di Robb e Jon, altrimenti non oso immaginare che cosa avreste fatto!».

Tutti scoppiarono a ridere, anche Jeyne Poole. Quest'ultima, vedendo lo sguardo torvo di Sansa, cercò di contenersi e di tornare seria.

Era dal giorno in cui erano scesi nella cripta pensando che ci fossero i fantasmi che Arya non la smetteva di prenderla in giro: ormai tutta Grande Inverno sapeva quello che era successo.

«Secondo me, Sansa, è scappata pensando che, fuori dalla cripta, ci sarebbe stato un prode cavaliere pronto a salvarla!» esclamò, divertito, Robb.

Di nuovo, tutti risero. Arya più di tutti. Nuovamente rise Jeyne, per poi tornare subito seria.

«Se ci fosse stato, te l'avrebbe fatta vedere. A te e a Jon».

«Certo. E poi sarebbe tornato trionfante da te, si sarebbe inginocchiato e, sussurrandoti parole dolci, ti avrebbe chiesto di sposarlo!».

«Perché no? In fondo, succede così in tutte le canzoni».

«Sono solo canzoni» obiettò Bran.

«E quindi? Le canzoni sono tratte dalla realtà. Quindi, perché mai, a me, non potrebbe succedere la stessa cosa?».

«Sansa finirà vecchia e decrepita aspettando ancora che un valoroso guerriero, come nelle storie, chieda la sua mano» affermò, con un sorriso di scherno, Theon Greyjoy.

Risate. Di nuovo altre risate. Sembrava che, quella sera, tutti non facessero altro che ridere. Ridere di lei. E lo facevano apertamente.

«Smettetela di prenderla in giro. Non vedete che sta per mettersi a piangere?» disse, ad un certo punto, Jon.

«Ecco il prode Snow, pronto ad aiutare la sua, indifesa, sorellastra» lo canzonò Theon.

«Almeno io so aiutare qualcuno. Tu invece, a parte portarti a letto qualche servetta o prostituta, che altro sai fare?».

Grande Inverno: L'inizioKde žijí příběhy. Začni objevovat