C A P I T O L O 1

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Capitolo 1

Mi chiamo Sam. Diminutivo di Samantha,  un nome secondo mia madre, pieno di significato letterale. Lo aveva sentito in una soap opera spagnola di scarsa qualità. Io, comunque, lo detestavo.
Secondo Gemma, dovrei cominciare a parlare della mia infanzia, ma non credo che avessi particolari problemi ad indurmi alla ninfomania.
Mio padre era uno storico, mentre mia madre insegnava all'asilo. Niente di che. Eravamo una famiglia normale che abitava in un appartamento normale, in un palazzo normale. Punto.
Ma credo che dovrei cominciare a parlare di quando avevo dodici anni.
Faticavo a fare amicizie. Era una cosa che non mi riusciva. Ero in costante disagio quando stavo tra i miei coetanei. Quindi, come in una telenovela spagnola piena di scontati cliché, mi rifugiai nei libri. Adoravo quelli fantasy. E forse proprio per questo il mio andamento scolastico era un tale disastro.
Mio padre mi accompagnava sempre in libreria, a scegliere con me i libri, ma nutrendo segretamente la speranza che cominciassi a preferire quelli storici.
Devo ammettere che per un periodo nutrì un certo interesse sulla storia. Soprattutto sull'antica Grecia. E non per le imprese eroiche dei personaggi. Ma per le loro esperienze sessuali al quanto bizzarre e interessanti. Venivamo descritte scene di orge, di rapporti omosessuali e con animali, con
talmente tanti particolari da spingermi a voler saperne di più.
Oh dai, non cominciante a pensare il fatto che ero ancora troppo piccola per certe cose. Immaginate  una mente di una dodicenne, con problemi ad relazionarsi, e un esagerato senso di curiosità su qualsiasi tematica. Ovviamente scoprì che il sesso mi interessava più di qualsiasi altra cosa.

Quando compì 16 anni, ero ormai esperta su tutto ciò che interessasse il sesso. Ma rimanevo sempre una misera verginella. Dovevo sbarazzarmene il più velocemente possibile del mio imene. Imparai a diventare più audace ma questo non mi permise di avere più amici. Rimanevo sempre quella che mangiava da sola in un tavolo all'angolo. Quella che ritornava da scuola sola.
Comunque nel giorno del mio compleanno , mentre mio padre mi regalava vari libri sulle divinità olimpioniche, sperando di stuzzicare la mia, ormai, superata curiosità sugli antichi greci, e mia madre mi regalava delle orrende scarpe nuove, il regalo più bello lo fece la mia città, aprendo un enorme biblioteca proprio vicino a casa mia.
Non mi curai dei loro regali, e li buttai malamente davanti ai loro occhi pieni di gioia e aspettative.
Uscì fuori casa, ed corsi verso il posto dove sarebbe cominciato tutto. Dove avrebbe solo alimentato e nascosto, il desiderio che mi brucia tutt'ora. Dove avrei conosciuto la persona che mi avrebbe rovinato.

| Nymphomaniac | h.sWhere stories live. Discover now